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FESTIVAL DI UDINE
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24 aprile - 2 maggio 2024
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L'edizione dei
record, così è ormai stata ribattezzata la
26esima edizione del Far
East Film Festival: mai così tanti
accreditati (1700) da ogni parte del mondo, mai così
tanto pubblico (65.000 presenze). Il teatro traboccante
di spettatori fino alla terza galleria ha stupito e
commosso gli ospiti d'onore (228): più di uno ha
sottolineato come vedere più di 1.000 persone riunite
per assistere alla proiezione di un film sia oggi un
fatto raro e nel contempo una grande iniezione di
fiducia nel cinema. Lo ha evidenziato soprattutto
Zhang Yimou, a Udine
per ricevere il Gelso d'oro alla carriera, che nella sua
Masterclass ha posto l'accento sull'importanza
che i Festival hanno, in particolare per i giovani
autori. Il maestro cinese, raccontando del suo esordio
con
Sorgo rosso al Festival di Berlino, ha
rivelato come l'aver vinto e l'aver sentito l'affetto
del pubblico gli hanno dato in quel momento la certezza
di voler fare il regista. E rivolgendosi alla platea ha
ricordato quanto un applauso caloroso possa essere
determinante per dare fiducia a un giovane talento.
Ma il
pubblico del Far East questo lo sa e ha accolto
con particolare calore le opere prime, che in questa
edizione hanno avuto un posto speciale. Il
Gelso bianco, premio
assegnato da una giuria di esperti a questa categoria di
opere, è andato a Mimang,
del sud-coreano Taeyang Kim, che pedina in stile
nouvelle vague un uomo e una donna per le strade di
Seul, che pian piano diventano le protagoniste rivelando
il cambiamento in atto.
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Mimang |
Altre due
opere prime sono poi salite sul podio grazie al voto del
pubblico. Innanzitutto Confetti,
forse la rivelazione del Festival, del giovanissimo
Naoya Fujita, quasi sopraffatto dalla commozione di
fronte all'abbraccio del pubblico, che ha vinto il
Gelso d'argento:
un'opera fresca, ambientata nel mondo poco conosciuto
del teatro popolare giapponese, che sa cogliere
attraverso lo sguardo intenso del suo bravissimo
protagonista il momento delicato in cui cominciamo a
domandarci chi siamo e cosa vogliamo diventare. E
troviamo ancora un'opera prima al terzo posto, con
Time Still Turns The Pages
di Nick Cheuk, caso cinematografico del 2023 ad Hong
Kong per l'accoglienza che il pubblico gli ha riservato:
il tema è quello della pressione che la competizione
sociale esercita, intrecciato con le dinamiche familiari
e inserito in un congegno ben costruito di svelamenti
progressivi.
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Confetti |
Time Still Turns
The Pages |
Indubbiamente però a trionfare in questa edizione è
stato il Giappone, che nella parte finale del
festival ha calato i suoi assi, conquistando i premi
principali. Il Gelso d'oro è infatti andato a
Takano tofu di
Mihara Mitsuhiro, che ha portato a casa anche il
Gelso viola
Mymovies. Takano
Tatsuo, il protagonista, è un anziano artigiano che vive
per il suo lavoro: il tofu che produce è considerato il
migliore della sua città. Accanto a lui una figlia
cinquantenne devota al padre e un gruppo di anziani
amici che si intromettono, convinti così di aiutare. Il
film è un insieme ben dosato di valori tradizionali,
introspezione psicologica, buoni sentimenti e siparietti
comici, un mix irresistibile per il pubblico.
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Takano tofu |
Bushido, omaggio ai
classici del cinema di samurai, ha vinto il
Black Dragon Audience Award.
Il bushido è il codice morale che impone ad un samurai,
accusato di disonestà, di lavare tale macchia, a costo
della vita. È quello che farà il protagonista, Yamagida,
ingiustamente accusato di furto. Su questo schema
consolidato il regista Shiraishi Kazuya costruisce un
film avvincente, con personaggi ben approfonditi e un
apprezzabile stile visivo. Tra le opere giapponesi in
concorso meritano poi di essere segnalate anche
Gold Boy, di Kaneko
Shusuke, riuscito thriller classico sul delitto
perfetto, in cui apparenze angeliche nascondono crudeltà
estreme, e (Ab)normal desire, di Kishi Yoshiyuki,
spiazzante ed elegante riflessione sulle perversioni
sessuali.
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Bushido |
Gold Boy |
(Ab)normal
desire |
Altra
grande protagonista naturalmente la Corea del Sud,
che oltre che con il già citato
Mimang ha vinto con
Citizen Of A Kind di Park Young-ju il
premio per la migliore
sceneggiatura: tratto da una storia vera, il
film ha al centro una donna di mezza età, vittima di una
truffa di phishing vocale, che dalla disperazione passa
alla reazione, coinvolgendo lo spettatore nella sua
lotta. Provengono sempre dalla Corea del Sud due eventi
che in modo assai diverso hanno catalizzato l'attenzione
del festival: da un lato il film
12.12: The
Day di Kim
Sung-soo, sugli eventi drammatici che hanno condotto al
colpo di stato del 1979, una tragedia della storia
sud-coreana, dall'altro la saga di
Alienoid e
Alienoid: Return to the future
di Choi Dong-hoon, quattro ore e mezza di divertimento
puro, in cui lo spettatore viene continuamente sbalzato
a ritmo frenetico tra fantascienza e Medioevo.
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Citizen Of A Kind |
12.12: The day |
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Alienoid |
Alienoid: Return to the future |
Gli
ultimi due giorni sono stati illuminati dalla presenza
del grande regista cinese Zhang Yimou: Sabrina
Baraccetti e Thomas Bertacche hanno dovuto impegnarsi
molto per portarlo a Udine, ma indubbiamente questa
chiusura ha impennato il livello del Festival. Intanto è
stato presentato il suo nuovo film,
Under The Light, un
robusto thriller contemporaneo sul tema della corruzione
e sugli intrecci tra politica e criminalità. Poi il
festival ci ha regalato il restauro di due capolavori
come
Lanterne rosse e
Vivere!. Ma più di tutto ci rimarrà
impressa la disponibilità e semplicità con cui Zhang
Yimou ha parlato alla platea nella sua
Masterclass e la
commozione con cui, dopo la proiezione di
Vivere!, è tornato in
sala per salutare il pubblico che lo acclamava. E allora
forse, al di là dei record, questa edizione potrebbe
essere ricordata proprio per il calore che ha trasmesso.
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Under The Light |
Gelso d'Oro
Gelso d'Argento
(2 posto)
Gelso d'Argento
(3 posto)
Gelso Nero
(accreditati Black Dragon)
Gelso Viola
(Mymovies)
Gelso Bianco
(opera prima)
Miglior
sceneggiatura |
Takano tofu
di Mihara Mitsuhiro, Giappone
Confetti
di Naoya Fujita, Giappone
Time Still Turns
The Pages di Nick Cheuk, Hong
Kong
Bushido
di Shiraishi Kazuya, Giappone
Takano tofu di Mihara Mitsuhiro,
Giappone
Mimang di Taeyang Kim, Corea del Sud
Citizen Of A Kind di Park Young-ju,
Corea del Sud |
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TRE FILM PER RIFLETTERE SUL
PRESENTE
Il Far East
è una bolla fatta dei colori e dei sapori dell'Oriente
che per dieci giorni avvolge lo spettatore concedendogli
una temporanea immunità rispetto agli eventi più o meno
tragici che riempiono le pagine dei giornali. Ma tra
simpatici Alienoidi, treni infestati dagli spiriti,
attori del teatro popolare giapponese o dell'opera di
Pechino, delicate storie d'amore, compaiono talora dei
film che, facendo riferimento ad eventi reali della
recente storia passata, costringono ad una riflessione
anche sul presente, in particolare: sulla fragilità dei
regimi democratici con
12.12:
The Day di Kim Sung-soo, sulla corruzione che
sta alla base di certi imperi finanziari (The
Goldfinger di Felix Chong) e, con
Three Seasons di Tony
Bui, sulle tragiche conseguenze che qualunque
guerra lascia dietro di sé.
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NOSTALGIA PROGRESSIVE ROCK |
Padova 10 maggio 2024
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Quella di Padova (Teatro Ai Colli) è stata
l’ultima data del tour dei Prog Legends,
formazione che, come si intuisce dal nome, si
dedica alle cover dei brani di alcune delle più
famose prog-band degli anni ’70. Come
accade di frequente in queste operazioni-revival,
un pubblico in sala (peraltro molto numeroso)
era piuttosto avanti con l’età e ben disposto a non fa
mancare il proprio supporto alla band che ha infiammato
lo spettacolo per più di due ore. Poche le donne
presenti, cosa che non sorprende visto che, anche
all’apice del suo successo, il prog faceva
più proseliti presso il pubblico maschile. La
scaletta dei brani, è quella annunciata sul
sito della band (https://proglegends.com)
con una digressione a metà concerto nel prog
italiano di quegli anni che è stato proposto in un
medley. Ed è certo un giusto tributo, visto
che il nostro Paese ha amato, come pochi altri, i
gruppi prog che in patria facevano la fame
(Caravan, Van der Graaf Generator, Egg, Hery Cow,
Soft Machine) e ha sviluppato, in quegli anni, un
movimento prog che certamente ha avuto,
assieme a molte ingenuità, picchi di grande
qualità.
Si inizia dunque con gli Emerson, Lake & Palmer
per finire con i Genesis, toccando, lungo strada,
i Pink Floyd di una fase forse un po’ troppo
Watersiana (Sheep e Hey You), i Rush
(band canadese simil-prog degli anni ’80,
quindi un po’ fuori contesto storico, geografico e
- per i puristi - anche musicale), Yes (Heart
of the Sunrise e Roundabout) Jethro
Tull (Locomotive Breath, Aqualung),
, King Crimson (Epitaph, 21st Century
Schizoid Man, In the Court of the Crimson
King), oltre al già citato medley che ha
presentato un condensato di brani iconici di Banco
del Mutuo Soccorso, Orme, Area e Premiata Forneria
Marconi.
Tutti musicisti tecnicamente impeccabili i
componenti dei Prog Legends, con forse solo
il vizio (perdonabile) di un'eccessiva
autocelebrazione, elogiandosi reciprocamente per
bravura e insostituibile contributo (anche umano).
Non sono quindi mancati corposi assoli per ognuno
nonché una sorridente attenzione alla moda del
tempo, quando i vari componenti della band sono
letteralmente entrati nei panni dei musicisti che,
di volta in volta, interpretavano: ecco così
apparire sul palco la mantellina di Keith Emerson,
la tunica di Rick Wakeman, il foulard di Steve
Hackett, la giacca bianca di Jon Anderson... Il
tutto ad accompagnare tanta buona musica e tanta
nostalgia!
Andrea
Miazzo
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in rete dal
26 maggio 2024
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redazione
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