Aladdin
John Musker e Ron Clements - USA 1992 - 1h 20'
[animazione]


    Possiamo dire adesso che era tempo che le produzioni di casa Disney non ci convincevano fino in fondo? Oliver e Company riciclava le esperienze di Gli aristogatti e Lilli e il Vagabondo, Bianca e Bernie nella terra dei canguri era un sequel di una freddezza inusitata con le sue tecnicistiche scenografie e l'irruenza da telefilm giapponese, in La Bella a la Bestia il fastidioso bozzettismo della gente del villaggio faceva a pugni con il sinuoso romanticismo che aleggiava nel castello e neppure la splendida armonia musicale era bastata a tamponare quel po' di retorica che annoiava qua e là.
Aladdin finalmente ci riconcilia con la tradizione del miglior cinema d'animazione disneyano riuscendo perfettamente a coniugare l'esoticità del racconto con l'effervescenza spettacolare. La storia è ispirata a quella classica de Le mille e una notte con il giovane ladruncolo Aladdin che, innamoratosi della bella Jasmine, figlia del Sultano, si trova invischiato nei giochi di potere del perfido Visir Jafar. La chiave di tutto sta in quella lampada magica nascosta negli antri della Caverna delle Meraviglie di cui il Visir cerca di impadronirsi per mezzo del predestinato Aladdin. Alla "sorpresa" classica del Genio, che ne esce quando la si strofina, si aggiunge in Aladdin quella dell'eccentrica personalità del Genio stesso che ha l'irruenza di un imbonitore televisivo, l'ironia di un comico da cabaret e il cuore d'oro di un eroe conquista-bambini. Ma il fascino di Aladdin sta anche nella sconvolgente coreografia che le nuove "stregonerie" dell'animazione riescono a comporre: l'abbacinante scintillio delle distese di sabbia, l'imponenza "tridimensionale" del palazzo del Sultano, il mostruoso ingresso della caverna, i trasformismi goliardici del Genio della lampada. E sta pure nell'orecchiabilità delle musiche e delle canzoni, già premiate con due oscar, nell'intensità "adulta" dei baci tra Aladin e Jasmine e, come sempre in Disney, nella vivacità dei personaggi di contorno, primo fra tutti l'indimenticabile tappeto magico che ci fa volare con Aladdin dal profondo delle viscere della terra su fino al panoramico terrazzo della principessa.
Eppure crediamo che, per godersi Aladdin davvero fino in fondo, occorre anche entrare nel gioco divertito delle citazioni cinematografiche di cui il film è costellato: dalle fughe di Aladdin dai gendarmi che rimandano a
Il ladro di Bagdad, alla scena in cui Jafar (che ha la fisionomia di Conrad Veidt) convoglia l'energia nei marchingegni della sua torre proprio come il dottor Frankenstein, dal tappeto volante animato come le carte da gioco in Alice, alla scimmietta Abù che viene trasformata in elefante secondo i cliché di Cenerentola; dalla sequenza del ritrovamento della lampada magica ripresa da Indiana Jones, al volo spericolato di Aladin e Abù sul tappeto che è ancora più emozionante delle corse spaziali di Guerre stellari, alle guardie che finiscono nel carro di letame proprio come i ragazzacci di Ritorno al futuro.
Volete che smettiamo? Va bene, ma se tutti hanno visto il Genio citare esplicitamente Pinocchio e molti hanno rintracciato l'analogia della sua trasformazione malvagia con le immagini tremebonde di Una notte sul monte calvo in Fantasia, quanti si sono accorti che, sempre il Genio, estrae dal libro di ricette il granchio Sebastian de
La sirenetta e che tra i pupazzetti di quel pacioccone del Sultano c'è anche la Bestia di Beauty and the Beast?

ezio leoni - La Difesa Del Popolo  19 dicembre 1993

Le curiosità di Aladdin

· Il 19 aprile 1991 Jeffrey Katzenberg, presidente degli studi Disney, assistette alla versione semidefinitiva (mancavano solo i colori) di Aladdin. Alla fine il suo drastico commento fu "Ragazzi, non funziona per niente!" e gli 80 minuti del film dovettero essere per buona parte ridisegnati.

· La variazione fondamentale nella nuova versione è stata nella fisionomia di Aladdin: da quella "adolescenziale" di Michael J. Fox si è passati a quella più mascolina di Tom Cruise.

· Tra i tagli di lavorazione è da segnalare quello del personaggio della madre di Aladin. Sembra che per lei fosse stata composto un brano molto bello, Proud of Your Boy (Orgogliosa del tuo ragazzo), anch'esso di conseguenza eliminato.

· La canzone del brano di apertura ha dovuto subire una modifica censoria, legata alle proteste delle comunità islamiche. La strofa "Vengo da una terra... dove ti tagliano un orecchio se non gli piace la tua faccia" si è trasformata in "...un'immensa pianura e un caldo immenso" (ma il CD con la colonna sonora mantiene il testo originale).

· La coppia Alan Menken e Howard Ashman, già compositori della colonna sonora de La sirenetta e La Bella e la Bestia, si è spezzata durante la lavorazione a causa della scomparsa di Ashman, colpito dall'AIDS. A terminare il lavoro è subentrato Tim Rice, già paroliere di Jesus Christ Superstar.

· La voce originale del Genio della lampada era di Robin Williams. Quella della versione italiana di Gigi Proietti (compenso: circa 60 milioni!).

· In italiano il nome del protagonista è ancora, all'americana, Aladdin ed anche il titolo è rimasto Aladdin, come in originale. Questo per assicurare alla Disney i diritti su tutte le possibili attività collaterali legate al merchandise del prodotto (Aladino sarebbe stato un nome comune, di dominio pubblico).