American Dreamz
Paul Weitz - USA 2006 - 1h 47'

da Il Messaggero (Roberta Bottari)

        Come può tanta gente credere in Dio, se non lo ha mai visto in televisione? E se uno non ha mai partecipato a un reality show esiste veramente? Troppe domande per un uomo solo, specialmente se si tratta di Martin Tweed (Hugh Grant), l'egocentrico conduttore di American Dreamz, il programma più visto negli Usa. La ricetta del suo successo è semplice e (ahimé) universale: belle ragazze disposte a tutto, casi umani, trucchetti politically correct e miscugli razziali. Oggi tocca a Sally, una tipa che accetta in diretta tv di sposare un fidanzato che detesta; Omer, pseudo-terrorista iracheno fanatico dei musical di Broadway, e Sholem, un cantante ebreo ortodosso amante del rap. Ma l'asso nella manica di Tweed è il Presidente Usa (Dennis Quaid) che, bisognoso di riabilitazione, accetta di partecipare allo show. Con American Dreamz i fratelli Weisz (About A Boy, In Good Company) mettono sotto accusa l'identità dell'America, confezionando una commedia che identifica il Presidente con un uomo dall'intelletto scarso, che ha portato il mondo in guerra senza capirne il motivo e non riesce a imparare a memoria che gli iracheni si dividono in curdi, sciiti e sunniti... Una satira pungente vista dalle nuove generazioni, con un ottimo ritmo e una dose di cinismo che vi farà sobbalzare sulla poltrona. Dalle risate.

da La Repubblica (Paolo D'Agostini)

        American dreamz  racconta un mondo orribile, popolato di gente orribile. Lo fa con leggerezza, debitrice alla satira brillante tipo Dottor Stranamore ma anche nel senso di superficialità (insomma non sul modello di denuncia antitelevisiva alla Quinto potere). Un mondo orribile, comunque, che è così come la maggior parte di noi lo ha voluto. E il film, chissà se un po' complice o giustificazionista, ha la sincerità di dirlo. Un mondo dove la mediazione telefonica e la virtualità della Rete ci avvolgono, dove la finzione o la pseudoverità televisiva sostituiscono la vita. Ma queste cose orribili e dannose sono diventate la spina dorsale delle economie ricche, come tornare indietro? Dice: ma non era uguale, stagione per stagione, con le miniere di carbone, con la produzione automobilistica e ciò che ne è disceso, con la chimica? Già, ma almeno non c'era il controcanto colpevolizzante (un po' ipocrita?) dell'ambientalismo.
Comunque Hugh Grant è Martin Tweed, immaginario campione-presentatore di un vero format televisivo angloamericano, che è l'apoteosi di oltre mezzo secolo di storia e perversioni dell'intrattenimento domestico. Il pur trionfale successo di American Dreamz non basta più al suo cinico e smodatamente ambizioso conduttore: per quest'edizione vuole un'autentica galleria di mostri, che diano spettacolo della propria cieca volontà di emergere calpestando chiunque. E dunque ecco il raccolto dei collaboratori-esploratori sguinzagliati per ogni angolo d'America: una ragazzina pescata nella più anonima provincia, spalleggiata da una madre frustrata e da un fidanzato patriota sui cui cadaveri passerebbe senza battere ciglio; e un ragazzo appena arrivato dall'Iraq, stretto tra i parenti ricchi e americanizzati che lo incitano a integrarsi nel sogno americano e il commando terrorista che lo incita ad arrivare in finale ma per fare di sé una bomba umana.
Infatti alla finale di questo spietato concorso (che ovviamente è una fiera di vanità dove non conta che nessuno dei concorrenti sappia davvero cantare o fare qualcosa di speciale), parteciperà addirittura il presidente degli Stati Uniti. A caccia di consensi, totalmente decerebrato e manovrato come un pupazzo dall'anima nera del segretario di Stato. Ottimo Dennis Quaid nel primo ruolo, superlativo Willem Dafoe nel secondo.
La morale, ovvia ma non tanto da non farci seguire lo sviluppo fino all'ultimo apparente colpo di scena (tentativo della verità di sollevare la testa, prontamente ricacciata giù dal comune interesse), è che il più pulito ha la rogna.


promo

Hugh Grant è Martin Tweed, immaginario campione-presentatore di un vero format televisivo angloamericano, che è l'apoteosi di oltre mezzo secolo di storia e perversioni dell'intrattenimento domestico. Ma il pur trionfale successo del programma American Dreamz (tra molti concorrenti-sognatori, si esibiscono dilettanti, come alla «Corrida», e vince il peggiore...) non basta più al cinico e smodatamente ambizioso conduttore: per la nuova edizione vuole un'autentica galleria di mostri, che diano spettacolo della propria cieca volontà di emergere calpestando chiunque... I fratelli Weisz (About A Boy, In Good Company) mettono sotto accusa l'identità dell'America, confezionando una commedia che identifica il Presidente con un uomo dall'intelletto scarso, che ha portato il mondo in guerra senza capirne il motivo e non riesce a imparare a memoria che gli iracheni si dividono in curdi, sciiti e sunniti... Una satira pungente vista dalle nuove generazioni, con una adeguata dose di cinismo ed un ottimo senso del ritmo.

PRIMA VISIONE
TORRESINO giugno 2006

film del week-end precedente
...rassegna estiva...
primo film in programmazione a settembre