Cambio di indirizzo (Changement d'adresse)
Emmanuel Mouret - Francia 2006 - 1h 25'

da Il Messaggero (Valerio Caprara)

    Al centro del terzo film di Emmanuel Mouret film successivo in archivio, giovane autore-attore che era ora di scoprire anche in Italia, c'è un irresistibile seduttore "passivo" che ha il volto stralunato dello stesso Mouret (irresistibile per lo spettatore, dunque anche per le donne). In apertura lo vediamo gironzolare per Parigi squadrando con calma ogni ragazza che incrocia, dal vero o in fotografia: ma senza invadenza e men che mai volgarità. In David, così si chiama, riconosciamo semmai lo stupore del provinciale sbarcato nella metropoli, la quieta disponibilità del sognatore, la grazia maldestra del flaneur che si abbandona alla corrente.
In effetti David, suonatore di corno, è appena arrivato a Parigi. Cerca qualcuno per dividere casa; troverà una casa molto accogliente con una ragazza dentro. Anzi sarà la ragazza stessa, bionda, loquace, svampita, non bellissima ma luminosa e sexy, a portarselo a casa. E qui comincia questo film meno semplice di quanto sembri i cui protagonisti non dicono quello che pensano, non fanno quello che dicono, e soprattutto non fanno nulla per avere ciò che vogliono. Almeno in apparenza, perché poi proprio questo lasciare le cose al caso finisce col favorire il destino ed esaudire i loro desideri più profondi.
Alla bionda Anne infatti (la deliziosa Frédérique Bel), David piace moltissimo e non lo nasconde, tanto che perfino un timido come lui finisce per saltarle addosso. Ma viene respinto perché Anne si dice già innamorata e se lo dice dev'essere vero, o almeno lei ci crede e questo basta. Lo stesso David, del resto, in capo a poche scene si ritrova cotto della taciturna Jeanne, enigmatica studentessa cui dà lezioni di corno (Fanny Valette), cosa che gli permetterà di ignorare le persistenti avances di Anne, la quale anzi pare felicissima del suo nuovo ruolo di confidente. Anche se in
Cambio di indirizzo, ripetiamolo, nessuno dice quel che pensa né fa quel che dice. E quando entra in campo l'aitante Julien (il crooner Dany Brillant), un mascellone intraprendente con auto sportiva e parlantina sciolta, partono una serie di voltafaccia e ribaltoni che sarebbero comici se non fossero in qualche misura anche sconcertanti.
Perché David (e Anne) non fanno nulla per i loro sentimenti, anzi favoriscono i loro rivali? Di più: come mai la lotta, la competizione e il suo corollario (rancore, amarezza, sofferenza), sembrano esclusi dal loro orizzonte? Siamo in piena commedia filosofica alla Rohmer, ma Mouret è un Rohmer che ha l'età dei suoi personaggi, con il candore (e la tendenza alle catastrofi) di Tati o di Buster Keaton. E se può ricordare anche
Woody Allen, è vero che in Allen tutti parlano troppo mentre qui lo schermo si divide fra loquaci e taciturni, pugnaci e arrendevoli. Che naturalmente hanno bisogno gli uni degli altri, anche se a volte ci vuole una vita per capirlo, ma per ricordarlo basta un film. Un bel film.

da La Repubblica (Roberto Nepoti)

        Professore di musica ingenuo e lunare, David s'innamora di due ragazze, la sua bionda coinquilina e la studentessa bruna cui dà lezioni di corno. Il regista e attore marsigliese Emmanuel Mouret (questa volta in trasferta a Parigi) è stato paragonato dalla critica francese a Eric Rohmer e a François Truffaut; con parecchia esagerazione, certo, ma non senza qualche fondamento. Al primo fa pensare per la tendenza a fondare la sua piccola drammaturgia sul quotidiano, il non-detto e l'ellisse. Quanto a Truffaut, lo evoca per la serie di Antoine Doinel, il personaggio interpretato da Jean-Pierre Léaud, cui rassomiglia fino a sembrare uscito da un'altra epoca. In questi nostri tempi di vincenti a ogni costo, David si caccia in situazioni al limite del ridicolo: vedi come corteggia le ragazze e - soprattutto - il modo in cui lascia il posto al suo rivale in amore, anziché battersi per conservare l'amichetta del cuore. Toccante nella sua goffaggine, il giovane antieroe è senz'altro un personaggio comico; e tuttavia la sua originalità consiste in una combinazione di burlesco e commedia sentimentale, minimalista quanto poetica. Se Cambio di indirizzo è solo un film "grazioso", lascia però intuire qualità che potrebbero promuovere Mouret a regista maggiore. La capacità di mettere a profitto i tempi morti, per esempio; o quella di flirtare con l'assurdo, pronunciando dialoghi stravaganti con la massima naturalezza.

 

promo

David, suonatore di corno, giunge a Parigi per suonare in un’orchestra contando di dare anche lezioni private. Un giorno legge un annuncio di condivisione di appartamento. Lo ha fatto pubblicare Anne. I due si incontrano e si accordano. Se Anne, addetta alle fotocopie, è innamorata di un cliente, David è affascinato da un’allieva che però tarda a prendere una decisione. I due si alternano nel ruolo di pazienti ascoltatori delle passioni altrui… Con quel tanto di malinconica ironia che è propria del Woody Allen più recente e con il gusto rohmeriano per la rappresentazione dei sentimenti, Emmanuel Mouret sfrutta il tema già noto della condivisione casuale di un appartamento per una serie di variazioni che hanno la delicatezza di un tocco personale: si sorride, ma con cuore e cervello sempre in funzione.

PRIMA VISIONE

TORRESINO gennaio 2007
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