Come l'ombra
Marina Spada - Italia 2006 - 1h 27'

     Probabilmente a film precedente in archivio Tarantino Come l'ombra non piacerebbe: trentenni in esilio da se stessi, vite sfocate, azione ridotta al minimo sono proprio i caratteri che ha rimproverato al nostro cinema. E invece film come questo sono necessari, tanto quanto lo sono i suoi "splatter" cerebrali e sanguinari. Marina Spada mostra di sapere bene che il cinema è un luogo mentale, che si forma via via nella testa dello spettatore. Lo certifica il modo in cui ci fa entrare nell'intimità di Claudia, che lavora in un'agenzia di viaggi milanese e vive senza illusioni, scontenta di dove viene, scontenta di dove va. Fino a quando Boris, l'insegnante di russo da cui è attratta, non le chiede un favore: ospitare per qualche giorno Olga, una sua presunta cugina in arrivo da Kiev. Dapprima seccata, poco a poco Claudia si rianima in compagnia della giovane ucraina, innamorata dell'Italia ("il Paese di Leonardo, di Michelangelo, di Armani") ed entusiasta del cappuccino. Quando Olga scompare, lasciando tutte le sue cose a casa dell'italiana, questa si mette alla sua ricerca nella deserta Milano d'agosto.
Su un soggetto essenziale, Spada realizza un film scarnificato eppure coinvolgente, perfino commovente. La scelta di privilegiare le pause, i vuoti rispetto ai pieni, ricorda il cinema di
Antonioni, così come la ricorrenza delle "soglie" e la Milano deserta, fantasmatica in cui Claudia si aggira. Ogni inquadratura è meditata e consapevole, con un uso ricercato della profondità di campo..

Roberto Nepoti - La Repubblica

     Punta di diamante dei film maker milanesi il rabdomantico film di Marina Spada finisce dove iniziava L'avventura, con la scomparsa di una donna. Una scomparsa metafisica: la giovane autrice coi suoi silenzi, i dubbi, i metafisici interrogativi che si specchiano nell'estate milanese, è debitrice ad Antonioni di un modo di far cinema che vuole (e riesce) a riprendere ciò che non vediamo nei sentimenti e nei mutevoli affetti. In realtà la storia di una Claudia, invaghita di un insegnante di russo che parte ma le lascia ospite la cugina di cui lei diventerà amica, complice: però un giorno la ragazza svanisce. Nulla è da prendere alla lettera, la Spada racconta il tumulto con una precisione psicologica millimetrica e sa ricavare dal fascino formale della bella immagine qualcosa che entra direttamente nel sentimento di un ammirevole debutto dal retrogusto amaro, in cui si fanno notare Anita Kravos e il bravo Paolo Pierobon.

Maurizio Porro - Il Corriere della Sera

i giovedì del cinema invisibile TORRESINO ottobre-dicembre 2007

sarà presente in sala...