Forza maggiore (Turist)
Ruben Östlund
- Danimarca/Francia/Norvegia/Svezia 2014 - 1h 58’


   Se Michael Haneke, il regista di Caché e del Nastro bianco, dirigesse una di quelle implacabili commedie sugli uomini che sapeva scrivere solo John Cassavetes, il risultato somiglierebbe a questo Forza maggiore (...), quarto film di uno svedese tutto da scoprire, Ruben Östlund. Che metabolizza la lezione del suo più illustre conterraneo, Ingmar Bergman naturalmente, aggiornandola alla nostra epoca. Quando il benessere diffuso e una tecnologia sempre più soft e pervasiva soffoca qualsiasi confronto con le forze primordiali della Natura, tanto fuori che dentro di noi. Mentre le conquiste del femminismo e i confini sempre più labili fra i sessi convivono con aspettative magari antiquate ma ancora molto radicate nella mentalità di tutti. Senza distinzione di genere, cultura o età. (...) ogni luogo e ogni momento di quella vita di svago (...) (una lunga scena tutta al maschile, assolutamente geniale), assume sfumature minacciose e insieme esilaranti. Anche grazie a una straordinaria colonna sonora (musiche e rumori) e a una capacità unica di rendere minacciosi gli spazi, quelli geometrici dell'albergo come quelli selvaggi delle montagne, che dà a questa commedia crudele accenti ora buñueliani, per il senso sempre incombente dell'assurdo, e ora addirittura epici. Un grande film sulla vergogna, e sui sentimenti più inconfessabili in generale, in cui comico e tragico si confondono fino a diventare una cosa sola. Come succede solo ai più grandi." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero.

Fabio Ferzetti - Il Messaggero

promo

Durante una settimana bianca in Francia, una famiglia svedese sta pranzando in un ristorante quando una valanga "controllata" sembra sul punto di investire i villeggianti. Preso dal panico, il padre scappa, piantando in asso la moglie e entrambi i figli. L'incidente non avrà luogo, ma porterà a galla conflitti da sempre nascosti e per tutta la famiglia niente sarà più come prima. Un dramma da camera «esistenziale» spalancato negli spazi bianchi e agorafobici della montagna, centrato su interrogativi raggelanti, che riguardano l'istinto di sopravvivenza, il ruolo del capofamiglia nella società contemporanea, i comportamenti assunti dalle persone in situazioni di grave pericolo. Un intreccio psicologico attento e sottile.


cinélite giardino BARBARIGO: giugno-agosto 2015