Frozen River - Fiume di ghiaccio
Courtney Hunt – USA 2008 - 1h 37'

  Ignorato agli Oscar come l'altro magnifico Gran Torino, ma premiato al Sundance e al Noirinfestival, Frozen River è un finto giallo in cui il colpevole è la società americana e come Eastwood tratta, in modi diversi, il problema della coabitazione morale e razziale. Una madre e moglie coraggio, piantata dal marito che si è giocato al casinò anche la casa, per sopravvivere con i due figli, in una gelata terra di nessuno tra il Canada e New York, incontra una ragazza indiana Mohwak che le propone per guadagnare denaro veloce un traffico di clandestini nel bagagliaio dell' auto. Uno schifo l'idea e i personaggi, ma lei è bianca e non sospetta, supporta il viaggio da farsi sul San Lorenzo, un fiume ghiacciato e pattugliato anche il giorno di Natale. Dapprima ritrosa, poi convinta in fretta dal bisogno, la donna si fa uno sconto etico, accetta, promuove con istinto liberal l' illecita causa anche a rischio di finire on ice. Finale con nota di speranza femminile, mentre gli uomini ci fanno tutti pessima figura. Girato sotto zero in 24 giorni, il film si apre e si richiude di continuo alle congetture, diventa sempre diverso, si altera di colore e penetra nel dolore di due donne diversissime ma che formano una coppia straordinaria, trovando un punto di contatto e solidarietà, la stessa espressa dai cittadini di Plattsburgh durante le riprese. Ispirata dalla cronaca l' autrice e sceneggiatrice Courtney Hunt, con discrezione rara, sceglie l' amaro sapore del cinema americano anni 70 coniugandolo all' introspezione di un film all' europea in cui lo sguardo si conficca dentro a sentimenti sotterranei, il nero dei paesaggi della notte si prolunga nell' inconscio della platea, promuove denunce sociali annotate sui due caratteri di donne extra strong. Mentre il mondo cane intorno si deturpa a vista, anche nei desideri dei piccini in attesa della casa prefabbricata, la forza dell'amore materno vince sui troppi comandamenti che la società infrange di continuo: Melissa Leo (sergente in un serial) ha strepitosa misura in un dolore mai gridato e Misty Upham sta al passo esprimendosi con occhi e silenzi.

Maurizio Porro - Il Corriere della Sera

  Film amaro, ha la tensione di un thriller e si è guadagnato due candidature agli ultimi Oscar. Sul confine est tra Canada e Usa, approfittando dell' extraterritorialità di una riserva indiana, due donne piene di guai sbarcano il lunario trafficando clandestini cinesi e pakistani. L'America del malessere divide i più poveri dai meno poveri e sfortunati: Ray se la passa male ma almeno è bianca e ha famiglia, Lila è indiana e il figlio glielo hanno portato via. Ma al confronto con i dannati che trasportano nel bagagliaio sono entrambe privilegiate. Tutti contro tutti ma qualche volta scatta la scintilla della solidarietà.

Paolo D'Agostini - La Repubblica

cinélite TORRESINO all'aperto: giugno-agosto 2009