Impostor
Gary Fleder - USA 2001 - 1h 35'

da Il Giornale Nuovo (Adriano De Carlo)

   Sparato a velocità supersonica dal regista Gary Fleder, piomba sugli spettatori questo scattante film d'inseguimento, da iscriversi alla categoria dei film di fantascienza. Impostor ha una paternità nobile, trattandosi di un racconto di uno dei più amati e stimati scrittori di fantascienza, Philip K. Dick, al quale si devono i successi di Blade Runner, Atto di forza e l'atteso Minority Report, di Steven Spielberg. Il racconto Impostor risale al lontano 1952, quando l'autore aveva solo ventiquattro anni. Come in ogni suo racconto Dick mostra un futuro alienato da altri futuri, come quello di Orwell, nel quale la tecnologia è la messa a punto di progetti che l'autore viveva al suo tempo e che sviluppava per mostrare la soffocante immanenza di un ordine superiore, basato su una tecnologia il cui scopo era il controllo di tutto. Temi già attraversati da altri autori, con minore veemenza e visionarietà. Attualizzato dagli sceneggiatori Scott Alexander, Carolyn Case, David Twohy ed Ehren Kruger, il film, ambientato nel 2079, descrive la fuga disperata di un giovane scienziato governativo, Spence Olham (Gary Sinise), una sorta di eroe nazionale, accusato di essere una spia al soldo degli alieni con i quali la Terra é ormai in lotta e costretta a vivere protetta da enormi cupole. Ogni abitante della Terra ha inserito nella colonna vertebrale un microchip, denominato «Codice Sim», che consente di rintracciarlo in ogni momento. Nulla di originale se non si trattasse di qualcosa che in qualche modo il futuro «reale» sta davvero architettando. Essendo uno scienziato, Olham tenta di neutralizzare i sistemi di intercettazione che il suo cacciatore, l'addetto alla sicurezza Hathaway (Vincent D'Onofrio), ha predisposto. Sposato con Maya (Madeleine Stowe), Olham teme che la fiducia della donna amata possa venire meno sotto la pressione della polizia segreta. E lo stesso protagonista si interroga se davvero lui stesso non sia ciò che dicono ed i suoi dubbi sono anche degli spettatori. Una visione. bivalente che arricchisce un film altrimenti affascinante per la precisa ricostruzione degli ambienti futuri, per l'incalzare degli avvenimenti e l'ansia che sa comunicare, tra cunicoli, notturni inquietanti e fughe precipitose. E quanto accadrà in seguito non è poi così prevedibile, secondo la direzione impressa dalla narrazione. Il regista Gary Fleder ha al suo attivo due thriller di qualità: Cosa fare a Denver quando sei morto (1995) e Il collezionista (1997); questa è la sua prova migliore. Discretamente spettacolare, incisivo e veloce, Impostor ha al suo attivo la performance di Vincent D'Onofrio, il soldato grasso di Full Metal Jacket, un segugio che sa rendere odiose le sue buone ragioni. Gary Sinise, il protagonista, è uno di quegli attori dei quali ti accorgi quando non ci sono. La sua fuga da se stesso e dal mondo interessa ciascuno di noi.


cinema invisibile-E20 TORRESINO ottobre-dicembre 2002