In ordine di sparizione (Kraftidioten)
Hans Petter Moland - Norvegia/Svezia/Danimarca 2014 - 1h 56'


    Il titolo internazionale (quello originale suona Kraftidioten) è bellino. Nella prima parte, però, lo diresti inappropriato: perché per una buona mezz'ora il film del norvegese Hans Petter Moland si presenta come un drammatico e violento 'revenge movie' ambientato tra le nevi. (...) il film prende gradualmente l'aspetto di una commedia nera, meglio pulp, dannatamente divertente. Inizia con cartelli funebri ironici, dove sono elencati volta per volta i personaggi che escono di scena (tanti) secondo l'ordine di sparizione. Continua in un tono allegramente macabro che deve parecchio ai Coen e a Tarantinofilm precedente in archivio; ma tutt'altro che privo di una personalità registica originale: vedi le frequenti 'ellissi' sull'azione, la scelta dei colori per gli ambienti (freddi e monocromi quelli dove si aggira la gang norvegese, caldi e colorati per i delinquenti balcanici ) e parecchio altro. Molto 'tarantiniani' i colloqui fra i vari killer, pause intenzionali dell'azione dove si scopre che tra i gangster nordici c'è una coppia gay, oppure dove i vari tirapiedi chiacchierano in base ai rispettivi pregiudizi razziali: i serbi stigmatizzano le stravaganti abitudini dei norvegesi; questi argomentano sulla pigrizia e inaffidabilità degli stranieri. Coprodotto dalla Zentropa fondata da Lars von Trierfilm precedente in archivio, e presentato in concorso a Berlino, In ordine di sparizione è un film europeo impregnato di cultura americana (che non imita, ma emula e insieme prende in giro) in grado di giocarsi diverse carte vincenti nei confronti dello spettatore. Intanto quella del film di vendetta, modello narrativo archetipico e universale (molto popolare nel cinema d'Oriente, ad esempio) che tende a funzionare sempre, anche in pellicole di qualità assai inferiore a questa. Poi l'abilità nel tenersi molto bene in equilibrio tra scene d'azione drammatiche (che comprendono una testa mozzata e, alla fine, una battaglia apocalittica con armi, bulldozer e spazzaneve) e gag da pura commedia nera. Non ultima tra le carte fortunate la scelta del cast: da Stellan Skarsgård (...), al veterano Bruno Ganz nel ruolo del capomafia serbo Papa. E incluso un giovane, ipercinetico e bravo attore norvegese di nome Pål Sverre Hagen (che dopo il film potrebbe vedere allargarti i confini della sua carriera) nella parte del pazzoide Conte.

Roberto Nepoti - La Repubblica   

    Nel film del regista svedese Hans Petter Moland In ordine di sparizione, i cadaveri diventano una specie di macabro segno d'interpunzione, come delle virgole lungo un discorso, a segnare un cammino complesso e accidentato. Alla fine del film i morti ammazzati non si contano più, epperò non hanno mai un'aria truce, anche se non ci viene risparmiato né il sangue né la violenza. Piuttosto sono come dei momenti di sospensione, dove la storia rallenta o prende una strada inaspettata ottenendo però un effetto opposto alle aspettative: fanno più sorridere che spaventare... In effetti, al festival di Berlino, dove In ordine di sparizione era stato presentato, il film era sembrato una pausa corroborante e fin spensierata lungo un cammino fatto di opere ben più ponderose. Eppure era un thriller vero e proprio, con un inizio drammatico e doloroso (la polizia comunica a una famiglia la morte per overdose del figlio amatissimo), che però il tono disincantato e sorprendente della regia riusciva a rendere accattivante e coinvolgente. Aiutato anche dalla prova di alcuni attori in stato di grazia. (...) più la «guerra» diventa cruenta più la regia raffredda i toni con lunghe scene con gli spazzaneve in azione o piccole curiosità alla Tarantino (i soprannomi cinematografici dei malviventi, le riflessioni più insensate nei momenti meno opportuni) ma giocate con una secchezza e un'efficacia che evitano il rischio citazionista e aumentano il divertimento. Ne esce un film che evidentemente sente l'influenza della scuola nordica del giallo (la sceneggiatura è di Kim Fupz Aakeson) e della sua capacità di ancorare la storia all'interno delle contraddizioni della società e del presente. Anche qui c'è il malaffare, la droga, la violenza gratuita e improvvisa, le contraddizioni dell'Europa (la mafia serba che arriva fino al Nord...), i silenzi del paesaggio innevato, la «cecità» della polizia e più in generale della Legge... Ma tutto è raccontato con un distacco contagioso e ironico, capace non dico di farci ridere ma certamente di farci sorridere. Skarsgård, Hagen e Ganz sembrano giocare tra di loro a chi strappa lo schermo all'altro e la sequenza dei morti che interrompe il racconto con i suoi manifesti luttuosi diventa una specie di gioco irriverente e irreale. Che finisce per rimandarci quella stessa follia quotidiana che è alla base del successo del noir letterario.

Paolo Mereghetti - Il Corriere della Sera   


promo

Nils solca con il suo enorme spazzaneve le selvagge e innevate montagne della Norvegia ed è stato recentemente premiato "Cittadino dell'anno". Tuttavia, da quando suo figlio è finito per errore nel mirino della malavita ed è stato ucciso ingiustamente, Nils cerca giustizia e vendetta...
Un thriller nordico sardonico-splatter, impregnato di cultura americana (che non imita, ma emula e insieme prende in giro) e che sa tenersi in equilibrio tra l'azione drammatica e le gag da pura commedia nera. Il tutto raccontato con un distacco contagioso e mordace, che fa riflettere e sorridere: quei cartelli mortiferi che coniugano ogni religione, l'ironia soffusa anche sui campi da sci e i brividi diffusi... Un film sorprendente e godibilissimo.