On the Road
Walter Salles
- Francia/Brasile 2012 - 2h 17'

 Il progetto caro a Francis Coppola comincia a prendere corpo alla fine degli anni Settanta quando il regista, allora impegnato nella monumentale impresa di Apocalypse Now, acquisisce i diritti perpetui del libro. In realtà, tra verità e leggenda, lo stesso Kerouac già all'indomani della prima pubblicazione del 1957 avrebbe concepito un adattamento da mettere nelle mani di Marlon Brando, secondo i suoi auspici compratore dei diritti e depositario del ruolo carismatico di Neal Cassady/Dean Moriarty. (...) Il racconto di quei deliranti vagabondaggi contiene tutti i veri amici di Jack e Jack stesso ma con nomi cambiati. Jack è Sal Paradiso, Neal è Dean Moriarty, Allen Ginsberg è Carlo Marx, William Burroughs è Old Bull Lee. Salles ha tentato di ricreare più che restituire - gliene va dato atto - la dimensione febbrile e bruciante di un modo di vivere e di scrivere, ma il suo stile sovreccitato non basta a risparmiare il risultato da celebrativa passerella vintage, dall'accumulo di 137 minuti che rincorrono un esito irraggiungibile senza in fondo appassionare, malgrado la profusione di mezzi e la volenterosa dedizione dei partecipanti.

Paolo D'Agostini - La Repubblica

 Forse On the Road andava realizzato negli anni '50, con o senza Marlon Brando. La carica dirompente del romanzo sarebbe rimasta intatta. Nel XXI secolo le trasgressioni sessuali e anfetaminiche dei personaggi non fanno più una grande impressione. Una cosa, a Salles, va però riconosciuta: il sincero amore per il progetto. (...) Se nessuno è riuscito a scrivere una sceneggiatura decente per 30 anni, e se un regista come Coppola si è tirato indietro, un motivo ci sarà. E il motivo è che la scrittura di Kerouac sembra cinematografica, ma non lo è affatto. Kerouac scrive mimando il ritmo del jazz, e On the Road/romanzo è tutto atmosfera, paesaggio e - appunto - ritmo. Per fare un film non sperimentale ci vuole anche una trama. Perfino Easy Rider (che in fondo è la vera versione 'New Hollywood' di On the Road) ne aveva una. On the Road no. In 2 ore e 20 minuti non accade quasi nulla, e il film rischia seriamente di ridursi alle avventure poco interessanti di giovani «scoppiati» e antipatici. Occasione perduta? Se vedendo il film qualcuno uscirà di casa, e comincerà a camminare (come fa Sal nella prima sequenza), sarà comunque un bel risultato.

Alberto Crespi - L'Unità

 La generazione che si è riconosciuta in Kerouac, nella Beat generation, non so quanto ritroverà di quella ragionata rabbia nel film impeccabilmente patinato di Salles raccontando dal 1948 l'incontro di Sal (l'autore) con l'amico Dean (Neal Cassidy), i loro eccessi sentimentali e chimici, sesso, droga, velocità. C'è un buon cast, la soffusa malinconia dei vinti, paesaggi hopperiani, delusioni a tre dentro e fuori dal letto, ma mancano genio e sregolatezza, presenti invece nell'Urlo su Ginsberg.

Maurizio Porro - Corriere della Sera

 È stato uno dei romanzi del '900. Non sarà uno dei film del muovo millennio. Eppure le premesse c'erano tutte. Da quando uscì, nel 1957, a quando nel 1978 Coppola ne comprò i diritti (ma lo scrittore propose a Marlon Brando di portarlo sullo schermo già a fine anni 50), On the Road di Jack Kerouac ha modellato l'immaginario di generazioni di lettori e registi. Trapassando quasi per via alchemica in tanti di quei film che l'adattamento vero e proprio (...), firmato dal brasiliano Walter Salles, arriva sugli schermi un po' sfiatato. Anche perché Salles fa un lavoro straordinario sui paesaggi, cerca disperatamente di distillare un equivalente della prosa di Kerouac a colpi di jazz e effetti di montaggio, arruola un cast da sogno. Ma alla fin fine si rifugia in uno stile di racconto medio, rassicurante, grazioso, che ha davvero poco a che fare con il miscuglio inebriante di sesso, droga, disperata esplorazione del proprio paese e del proprio Ego che faceva la forza magmatica del romanzo. Fra tanti personaggi, spiccano per inadeguatezza la virginale Kristen Stewart, e per forza e inquietudine il poco noto Garrett Hedlund, il migliore in campo nei panni dell'insaziabile Neal Cassady.

Fabio Ferzetti - Il Messaggero


promo

È stato uno dei romanzi del '900. On the Road di Jack Kerouac ha modellato l'immaginario di generazioni di lettori e registi. Resoconto del viaggio poetico ed esistenziale, attraverso l'America del Nord, dei due amici Sal Paradise e Dean Moriarty. Poeti, donnaioli e ubriaconi, accompagnati dalla seducente e libertina Marylou, i due vagano per strade poco battute o dimenticate vivendo le avventure più assurde, in cerca di un contatto con il loro io più profondo. Salles, sorretto da un cast davvero di pregio, ha tentato di ricreare più che restituire la dimensione febbrile e bruciante di un modo di vivere e di scrivere facendo un lavoro straordinario sui paesaggi e cercando disperatamente di distillare un equivalente della prosa di Kerouac a colpi di jazz e effetti di montaggio: la soffusa malinconia dei vinti, paesaggi hopperiani, delusioni a tre dentro e fuori dal letto…

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