Le onde del destino (Breaking the Waves)  Lars von Trier - Danimarca 1996 - 2h 38'
Jude  Michael Winterbottom - Gran Bretagna 1996 - 2h 03'

  

[...] Jude e Le onde del destino, due opere stilisticamente lontanissime ma affini nella rappresentazione della tribolazione umana, della vitalità incontenibile (fino alla follia) dei sentimenti. E' certamente Le onde del destino (del danese film precedente in archivio Lars von Trier film successivo in archivio) il fulcro di questo nostro excursus cinematografico; un film che può entusiasmare o infastidire, ma che non lascia mai indifferenti, colpisce forte nelle emozioni, visive, sonore, narrative. Una storia semplice e assurda, un amore di coppia unico ed estremo: lei è Bess, una donna giovane e insicura (ha sofferto di problemi psichiatrici, vive una fede - luterana - schizoide, in cui alle proprie preghiere fa eco la voce - divinizzata - del proprio turbamento interiore). Lui, Jan, è un pezzo d'uomo, di romantica fisicità, che l'ama appassionatamente ma che deve lasciarla a lungo sola, mentre è impegnato su una piattaforma petrolifera. Bess implora Dio di riavere Jan con sé e subito un incidente sul lavoro lo riporta a casa (in sala rianimazione); lei prega perché il suo Jan rimanga in vita e se lo ritrova salvo, ma costretto ad un'infermità totale. In una spirale di superstizione e abbrutimento, Jan chiede a Bess di mantenere in vita la loro passione donandosi fisicamente al primo che incontra e Bess crede a tal punto di aver trovato la via taumaturgica per il loro amore da immolarsi in rapporti di mercificazione sempre più devastanti. L'irrazionale morbosità di von Trier si spinge con naturalezza fino al miracolo, con tanto di campane che rintoccano nel cielo... Sconcertante, ma incredibilmente affascinante nel suo assurdo, doloroso calvario, Le onde del destino, riempie lo schermo (cinemascope!) di spontaneità recitativa, di destabilizzanti tagli prospettici (e con la cinepresa che si agita con "coerente" frenesia), di desaturazione cromatica e di struggenti sonorità liberatorie (i siparietti che cadenzano i vari capitoli del racconto si animano di alcuni tra i più bei pezzi di musica rock degli ultimi vent'anni). Di tutt'altra impostazione formale Jude, di Michael Winterbottom film successivo in archivio, che ripropone con distaccata perfezione britannica la vicenda narrata nel romanzo omonimo da Thomas Hardy. Un altro amore impossibile, quello tra il protagonista e la cugina Sue: entrambi reduci da un matrimonio male assortito, trovano nella loro unione la felicità del vero amore ma anche la sofferenza del disprezzo civile per il loro irregolare rapporto, di un approccio alla religione cupo e punitivo. Tanto Le onde del destino è kitsch e appassionato, tanto Jude è raffinato e tragicamente "trattenuto" (la sua forza nasce proprio da questa algida epurazione del sentimento), ma per entrambi è pregnante (ed incombente) l'assurdo epilogo di un confronto con la vita falsato dall'arido rigore dell'ambiente sociale e dalla propria onnipotenza romantica. Un cinema di folgorante presa visiva e di sotterranee, lancinanti emozioni.

ezio leoni - La Difesa Del Popolo  1 dicembre 1996