Idioti (Les Idiots)
Lars von Trier - Danimarca 1998 - 1h 57'

da Film Tv (Emanuela Martini)

    Il Dogma dice: tu non userai set costruiti, musica da film, supporti per la macchina da presa, trucchi o filtri; girerai a colori, in 35 mm e dal vivo; e, soprattutto, tu non firmerai, non sarai Artista, non creerai Opere. Perché, dopo cent'anni, il cinema è diventato una menzogna imbellettata, e per ritornare a non essere pura illusione deve passare per un voto di castità. La castità è nell'occhio di una macchina a mano, nella percettibile inquietudine di un gruppo di giovani attori costretti a infrangere le regole della recitazione, nel dolore di una stoffa "al limite".
La storia di
Idioti di Lars Von Trier (secondo nato, dopo Festen di Vinterberg, dalle velleità ironiche e provocatorie del manifesto danese Dogma '95) è quella di un gruppo di giovani riunitisi a vivere in una casa di periferia per tentare di praticare l'idiozia, di rinunciare al controllo non secondo le "regole della follia" (tutto sommato, più tradizionali), ma secondo gli impacci, la maldestrezza, l'impresentabilità dell'idiozia. Gli idioti disturbano nei ristoranti, scandalizzano il vicinato e gli assistenti sociali, corrono nudi per strada, si abbandonano alle ammucchiate. Gli idioti soffrono, quando si chiedono perché fanno gli idioti e fino a che punto siano in grado di condurre la loro "anormalità". Non sono goliardici; sono disperati, stufi, sempre più svuotati. Finché un giorno, alla fine, l'ultima arrivata (Karen, che si è allontanata dalla famiglia dopo che il suo bambino è morto) riesce a superare l'ultima soglia possibile: stretta tra la propria disperazione e l'incomprensione dei parenti, fa l'idiota in mezzo a loro, nel suo ambiente "normale". Un dolore muto e assoluto, che dà un senso alle provocazioni, la libertà, forse le velleità dei momenti precedenti. È come se Von Trier film successivo in archivio avesse portato la Bess estrema e melodrammatica di Le onde del destino nella realtà e nella prosa del "cinema-verità". Come se si potesse davvero ancora credere a una nuova innocenza del cinema.

rassegna: DOGMA '95 - rigore e contraddizione - LUX aprile-giugno '99