Parigi (Paris)
Cédric Klapisch - Francia 2008 - 2h 10'

    Dopo Spagna e Russia, l'originale film precedente in archivio Cédric Klapisch torna nella sua Parigi per glorificarne la «pariginità», quell'insieme di malinconia solare che si esprime nelle «choses de la vie» che un ex ballerino malato osserva dal balcone di casa (Romain Duris, alter ego d' autore). Un puzzle alla moda dei destini incrociati (citiamo anche La Ronde) dove tutti tradiscono e nessuno colma carenze di affetto, mantenendo il complesso di colpa intatto, ché sgorga la coscienza. Personaggi curiosi di cui siamo affettuosamente complici (Binoche, l' impareggiabile Luchini, intellettuale in amore), anche se tutto si prolunga. Ma Parigi mai così cinemascopica val una puntata sentimentale di leggera profondità dove si intrecciano privacy varie e si accennano temi alti, un giro dell' oca di solitudini e brevi incontri, pure al mattatoio. Finale a cuore aperto, sapore borghese alla Lelouch & Sautet con qualche Amélie.

Maurizio Porro - Il Corriere della Sera

  Una grande metropoli, una serie di personaggi che si incrociano senza conoscersi, un susseguirsi di incontri e coincidenze che dà a questi frammenti di storie fascino e coerenza, uno sguardo d'insieme sulla città che collega e in certo modo rende possibili tutti questi personaggi, le loro vite, i problemi piccoli o enormi con cui hanno a che fare ogni giorno. È il trascinante Parigi di Cedric Klapisch. Chi ricorda il delizioso Ognuno cerca il suo gatto, storia "di quartiere" in cui ogni vicolo dell'XI arrondissement parigino nascondeva (o rivelava) una storia, sa che Klapisch ha il senso del dettaglio, la mano lieve e il dono di dipingere un carattere in una scena. Parigi è quasi un remake "espanso" e pieno di grandi attori di quel piccolo film fatto con giovani talenti e interpreti non professionisti. Al posto del quartiere della Bastiglia, allora in piena trasformazione, c'è l'intera città con tutta la sua storia addosso (il personaggio di Luchini è addirittura uno storico di Parigi, mentre suo fratello François Cluzet, architetto, sta ridisegnando una fetta della Rive Gauche). E una piccola folla di personaggi scelti nei quartieri e nei ceti più diversi, con quel misto di grazia e ironia che è il marchio di Klapisch.
Inutile cercare figure bizzarre, occasioni stravaganti, accostamenti inattesi. In fondo viviamo tutti le stesse cose ogni giorno, amori e morti, corteggiamenti e separazioni, malattie e crolli nervosi. Non conta l'originalità o la sorpresa, conta la verità che il film estrae da ogni situazione e il modo in cui le collega. Ecco dunque Romain Duris, ex-ballerino del Moulin Rouge, in attesa di trapianto di cuore (Klapisch non teme i cliché: qui ce ne sono addirittura due insieme e va benissimo così). Ecco sua sorella Juliette Binoche, separata con figli, e il professore di mezz'età (Fabrice Luchini), che nella prima scena seppellisce il padre, nella seconda resta folgorato da una studentessa (Mélanie Laurent), nella terza la inonda di sms, passando dal gergo giovanile ai versi di Baudelaire... Intanto un maestro di nuoto africano viene rimpatriato a forza. Un gruppo di fotomodelle si concede una notte brava nei mercati generali, con annessi brividi galanti (ma il verduraio Albert Dupontel, uomo sensibile e neovedovo, si tira indietro: «Non so se mi piace quando è così formidabile!»). Ecco ricordi d'infanzia, sedute di psicanalisi (una sola scena, ma vale tutto
Woody Allen), sogni d'architetto girati in 3 D (altra bella scena), panettiere soavi e razziste, amori a sorpresa, amori di ripiego, amori solo sognati. E tutta una costellazione di rapporti famigliari o sentimentali, fratelli e sorelle, genitori e figli, docente e allieva, così parigini e insieme universali che a fine film non sappiamo se abbiamo viaggiato più dentro o fuori di noi. Classico e contemporaneo, antico e moderno. Come Parigi.

Fabio Ferzetti - Il Messaggero

promo

Romain, ex-ballerino del Moulin Rouge, ora che è in attesa di un trapianto di cuore osserva i suoi vicini con uno sguardo malinconico, ma anche con affettuosa complicità esistenziale. Un puzzle di personaggi curiosi, di destini incrociati e di affetti mancati. Tra Lelouch e Sautet, un film di leggera profondità in una Parigi sempre ammiccante e di rinnovato fascino cinematografico.

TORRESINO - ottobre 2008

film del week-end precedente film successivo presente sul sito