Ragione e sentimento (Sense and Sensibility)
Ang Lee - USA 1995 - 2h 15'


   Orgoglio e pregiudizio, Ragione e sentimento. I romanzi di Jane Austen film successivo in archivio (1775-1817) fin dai titoli rivelano la dicotomia di una situazione esistenziale tutt'altro che "leggera". D'altronde sotto l'austera convenzionalità dei costumi ottocenteschi, pulsioni e passioni fremevano impetuose, con l'anelito romantico di un lieto fine, ma pronte ad immolarsi alla tragedia d'amore. E la tradizione cinematografica è da sempre prodiga di attenzioni per le eroine sentimentali del secolo scorso, per quelle focose e sfortunate come la Cathy di Cime tempestose o la Adele H. di Truffaut, per quelle caste e domestiche (Jo e le sorelle in Piccole donne), per quelle introverse e moderne (su tutte la Ada di Lezioni di piano) e in, questa stagione, sia per l'altera dignità della Jean Eyre di Zeffirelli sia, ora, per la compassata Elinor Dashwood di Sense and Sensibility. Il film del taiwanese Ang Lee film successivo in archivio sta spopolando negli States (amatissimo dal pubblico ed insignito di ben 7 nomination), ha appena conquistato l'Orso d'oro a Berlino e l'uscita italiana è già segnata da un successo crescente. La vicenda tutta al femminile (alla firma letteraria della Austen va aggiunta, in sceneggiatura, quella dell'interprete, Emma Thompson, ex-signora Branagh) è incentrata sul tergiversare amoroso delle sorelle Dashwood: Marianne (Kate Winslet), più giovane e appassionata, vede infrangersi il proprio entusiamo romantico contro la meschina cupidigia del fascinoso Willoby, la più matura Elinor (la Thompson) dovrà far ricorso a tutto il proprio autocontrollo prima di riuscire a trovare chiarezza e stabilità per il proprio avvenire sentimentale. Un'avventura garbata e suadente, che s'impreziosisce grazie ai superbi i paesaggi, alle perfette scenografie, all'abbagliante nitidezza fotografica, all'impeccabile recitazione, al placido e cadenzato evolversi narrativo. Eppure l'eco dell'intensità della Austen resta lontana, la verve dello script e l'architettura della regia non superano quasi mai la soglia dell'emozione profonda, la querrelle romantica si espone, si sviluppa ma non si impone come urgenza. Ragione o sentimento? Le protagoniste convolano in ogni caso a giuste nozze, noi le accompagniamo fino all'altare con sorridente disponibilità, la nostra partecipazione di spettatori è serena e divertita, ma in fondo di Elinor e Marianne e dei loro insignifanti corteggiatori non ce ne importa più di tanto. Ragione o sentimento? Ben altre risposte e suggestioni ci offriva il tormentato Newland Archer di Scorsese (L'età dell'innocenza). Il cinema delle belle statuine di Ang Lee ci rasserena ma non ci affascina.

ezio leoni - La Difesa del Popolo 24/3/96