La Tigre e il Dragone (Crouching tiger, hidden dragon)
Ang Lee - Usa/Cina/Taiwan 2000 - 2h

2000: 5 nomination / 4 oscar
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da Sette (Claudio Carabba)

     Alcuni secoli la viveva in Cina un grande guerriero che, stanco delle troppe battaglie, decise di deporre la sua leggendaria spada (chiamata Destino) e di dedicarsi alla meditazione. Ma l'amore no, quello (ancorché impossibile) non riuscì a dimenticarlo. Così, fu proprio l'intrepida ragazza, che ricambiava la casta passione, a riprendere la lotta contro le forze del Male, impugnando l’arma fatata. Fra duelli volanti e ardite acrobazie, l'eclettico cinese-americano Ang Lee film successivo in archivio costruisce con La tigre e il dragone un film-favola affascinante, curando bene i dettagli. Gli attori sono i più ruggenti divi (o belle dive) della scuola di Hong Kong. Le coreografie da combattimento sono curate da Wo-Ping, uno dei maghi di Matrix. E al di là del clamoroso successo (miliardi, Globe, probabili Oscar), è importante la ricerca di questo autore spericolato che cambiando genere e stile cerca sempre l'identità dell'uomo.

da La Stampa (Lietta Tornabuoni)

     Corpi che volano, acrobazie, corse veloci e leggerissime, scontri all’arma bianca tra contendenti posati sulle cime degli alberi, inseguimenti e combattimenti sui tetti, persone proiettate nello spazio, calci, duelli accaniti, pugni, tuffi spettacolari, balzi altissimi: le coreografie di duellanti, le mirabolanti scene di arti marziali, le fughe senza peso sono opera del mago di The Matrix Yuen Wo-Ping) sono così straordinarie che tutto il resto sembra scialbo, piatto, deludente. Eppure La Tigre e il Dragone di Ang Lee, gran successo americano, già premiato con due Golden Globes in attesa dell’Oscar, è il film che vuol sancire la fine della competizione tra cinema d’America e d’Asia, l’unione di tecnologia digitale occidentale e fantasy ginnica orientale, l’accordo possibile fra le due culture e i due modi tradizionali di commercio... Una spada perfetta, quasi magica, sottratta, recuperata, smarrita, ritrovata, contesa. Un amore mai dichiarato. Un altro amore, vissuto in un deserto simile ai deserti western tra una ragazzina combattente aristocratica e il giovane bandito Nuvola Nera. Anche un poco di filosofia o di mistica, se le arti marziali servono a oltrepassare i propri limiti, a sormontare ogni ostacolo, a ricercare il nulla e il vuoto in cui rinascono la forza interiore e l’energia capaci di donare potere e saggezza, di placare le tensioni, di realizzare l’armonia dei contrari. Niente realismo nè verosimiglianza: emozioni, sogno, fantasia, nostalgia di vecchie storie d’avventura o di vecchi romanzi di cappa e spada dell’infanzia, un po’ di New Age, un po’ di buddhismo, desideri di perfezione. Il tempo è quello terminale della dinastia Ching, all’inizio dell’Ottocento. Il film è tratto da un romanzo-fiume di Wang Du Lu. Il titolo (nell’originale, La tigre in agguato e il drago nascosto) allude a un proverbio antico usato per definire eroi e leggende occulti, occasioni in cui nulla è come appare. Gli attori famosi, più celebri sul mercato cinese che altrove, sono bravissimi. Ang Lee, 45 anni, nato a Taiwan e operante in America, ha ottenuto i primi successi di regista (Il banchetto di nozze, Mangiare bere uomo donna) con storie di cinesi, per passare poi all’Occidente con un romanzo di Jane Austen sceneggiato da Emma Thompson (Ragione e sentimento), con un romanzo di moralità borghese di Rick Moody (Tempesta di ghiaccio). Ne La Tigre e il Dragone fugge nella Cina storica...

da Film Tv (Mauro Gervasini)

     In un'epoca sospesa tra mito e storia (il medioevo cinese) un filosofo spadaccino, una giovane discepola ribelle e una saggia guerriera intrecciano i loro destini. Eroi e eroine del wu xia pian, il cappa e spada orientale rivisitato con rigore filologico e fiabesco da un regista di Taiwan, Ang Lee, da venticinque anni emigrato in America. Fosse un film western, potremmo considerare La Tigre e il Dragone come (già) classico. In occidente critica e pubblico si entusiasmano per una novità che sugli schermi di Pechino e Hong Kong scorre da oltre trent'anni. Ang Lee non è Tsui Harkfilm successivo in archivio e La Tigre e il Dragone non è bello come The Blade (recuperatelo in cassetta). Tuttavia siamo di fronte ad un'opera preziosa. Perché coinvolge in uno messa in scena emozionante capace di coniugare poesia e violenza, armonia e bellezza, secondo una coreografia di immagini tipico del genere. Inoltre vale come punta dell'iceberg: un eventuale Oscar (su cui si vocifera con insistenza) e il grande successo in America, potrebbero favorire la distribuzione di capolavori sommersi. La Tigre e il Dragone è dunque un "altrove" cinematografico: un mondo nuovo dove i personaggi volano restando verosimili, e dove la magia è parte delle cose. Il combattimento sui bambù, chiaro omaggio al cult del filone Touch of Zen di King Hu, merita da solo qualunque premio.

LUX marzo 2001

promo: Nella Cina di alcuni secoli or sono una storia leggendaria di combattimenti, eroismo ed amore. Con l'impatto del film d'azione, fra duelli volanti e ardite acrobazie, La tigre e il dragone si configura in realtà come uno straordinario film d'essai, una riflessione sul conflitto tra il bene e il male, una favola affascinante in cui l'onore, il rimpianto  e il sacrificio mantengono un senso ormai perduto. Da scoprire!