È paradossale, ma i film italiani più interessanti sono quelli distribuiti peggio. Opere che vanno scovate nelle sale come questo delizioso Sfiorarsi di Angelo Orlando, attore-autorescrittore ironico, leggero e al tempo stesso profondo. Siamo alla «solita » storia d'amore, quella tra Paolo (lo stesso Orlando) e Céline (l'ottima Valentina Carnelutti, attrice giovane ma di lungo corso, partita bene con Tu devi essere il lupo e ora nelle sale anche con Tutta la vita davanti di Virzì e Jimmy della Collina di Pau), raccontata però con garbo e grazia inedita che sa di verità. Grazie anche all'uso coerente della macchina da presa (spesso a mano), della musica e dei molti non detti che rimandano direttamente al cinema di Kieslowski. |
Pedro Armocida - Il Giornale
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Sfiorarsi:
lui, lei, gli sguardi inconsapevoli, l'incontro comunque mancato. Quante
volte si sono visti nel tempo Paolo e Céline? Tante, tantissime, senza
sapere l'uno dell'altro. Lui è l'animatore in spiaggia testimone dei primi
traumi infantili di Céline bimba. Lei cresSfiorarsi: lui, lei, gli sguardi
inconsapevoli, l'incontro comunque mancato. Quante volte si sono visti nel
tempo Paolo e Céline? Tante, tantissime, senza sapere l'uno dell'altro.
Lui è l'animatore in spiaggia testimone dei primi traumi infantili di
Céline bimba. Lei cresciuta diventa attrice, fa una figlia, si separa,
l'uomo è un fricchettone furbescamente irresponsabile col quale Céline
spesso litiga senza però lamentarsi troppo e parlarne male perché «è
sempre il padre di mia figlia». Paolo fa il fotografo, ormai quarantenne e
più, single, sempre innamorato e mai veramente, rimorchia ragazzette
ventenni - quasi sempre sue studentesse - poi fugge o si intestardisce in
storie impossibili quanto vacue. La città è Roma, i due continuano a
«sfiorarsi» senza vedersi tra bar, feste, inaugurazioni. Finché un giorno
si guardano e si vedono, forse si incontrano almeno per un po'. |
Cristina Piccino - Il Manifesto |
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Siamo alla «solita » storia d'amore, quella tra Paolo e Céline (Angelo Orlando e Valentina Carnelutti), raccontata però con garbo e grazia inedita che sa di verità. Grazie anche all'uso coerente della macchina da presa (spesso a mano), della musica e dei molti non detti Orlando sa «tradurre» in immagini storie e sentimenti, lascia spazi vuoti, di fuoricampo per lo spettatore, e parole, affetti, sogni si fondono in una scrittura visiva di un impasto morbido e intenso. |
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TORRESINO - maggio 2008 |
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PRIMA VISIONE
SABATO
17 MAGGIO presenti in sala il regista e la protagonista