Thirteen Days
Roger Donaldson
- USA 2000 - 2h 25'

da Film TV (Fabrizio Liberti)

    E al tredicesimo giorno scoppiò la pace, non è un versetto biblico ma l'esito, fortunatamente fausto, della crisi dei missili a Cuba che infiammò i giorni dell'autunno del 1962. Martedì 16 ottobre di quell'anno, un aereo spia U2 fotografa sul terreno cubano alcune installazioni missilistiche che i sovietici stanno approntando in tutta fretta: é l'inizio di una crisi che condusse il mondo sulla soglia della Terza guerra mondiale. Il film di Donaldson, basato sul libro The Kennedy Tapes di Ernest May e Philip Zelikov, ripercorre quei giorni, adottando il punto di vista di Kenny O'Donnell, allora consigliere personale del Presidente John Kennedy e che svolse un ruolo di primo piano durante la crisi. Il rischio era di fare dell'agiografia dei Kennedy e degli Stati Uniti, ma Donaldson, accorto australiano, ha trasformato la vicenda in un thriller apprezzabile dove lo scenario non è solo quello prevedibile da guerra fredda tra URSS e USA, ma anche e soprattutto lo scontro tra militari e civili all'interno della stessa amministrazione Kennedy. Una contrapposizione fondata sul valore da dare alla Politica e che coinvolge i personaggi più in vista dell'amministrazione, dai Kennedy a Robert McNamara, da Adlai Stevenson al generale Lemay. Nonostante si tratti di una vicenda nota, Donaldson riesce a mantenere alta la tensione e il fiato sospeso, limitando i danni di un inevitabile buonismo di parte e farcendo il tutto con apprezzabili sequenze di pura action.

Quasi quarant'anni fa, un altro rischio di guerra...

cinema invisibile cinema TORRESINO ottobre-dicembre 2001

promo

Se il conflitto mondiale oggi è un'inaspettata realtà, nell'autunno del '62 la crisi dei missili a Cuba portò ad una crisi politica che rischiò di infiammare la consolidata guerra "fredda" tra USA e URSS. Il film di Donaldson, partendo da un testo documentato (The Kennedy Tapes), esplora la tensione crescente di quei giorni alla Casa Bianca, lo scontro tra militari e civili all'interno della stessa amministrazione Kennedy.  La presenza di un divo come Kevin Costner, nei panni del consigliere personale del Presidente, è l'unica concessione commerciale per un "thriller politico" teso e avvincente.