Le tre sepolture (The Three Burials of Melquiades Estrada)
Tommy Lee Jones - USA 2005 - 2h
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opera prima -


miglior sceneggiatura (GUILLERMO ARRIAGA)
miglior interprete maschile (TOMMY LEE JONES)


sito ufficiale

da Il Corriere della Sera (Maurizio Porro)

      Una delle sorprese più straordinarie dell'anno, il western messicano di Tommy Lee Jones - Man in black che rievoca le ossessioni del grande Peckinpah e la durezza dei Due volti della vendetta di Brando. Una storia di confine tra Usa e Messico, ma di confini anche morali invalicabili secondo l'etica della frontiera, scritta dal Guillermo Arriaga film successivo in archivio di Amores perros e 21 grammi. Il malinconico ultimo viaggio di un cadavere, un gringo ucciso per caso da un poliziotto costretto dal vaquero amico della vittima a portare il corpo nella sua terra oltre Rio Bravo. Tre sepolture e tre funerali con un inedito esempio di odio-amore virile, un'avventura epica che parte dalle radici sociali etniche del western e che inizia senza pietà con un coyote che mangia carne umana. Ma è la pìetas che è sovrana in questo strepitoso debutto fatto della pasta del cinema spietatamente umano.

da La Repubblica (Roberto Nepoti)

      Texas. Melquiades Estrada, lavoratore clandestino, è assassinato. La sua morte non sembra turbare nessuno; salvo il ranchero Pete Perkins, che inizia una ricerca ossessiva del colpevole. Persuaso che questi sia una guardia di frontiera stressata e brutale, l'uomo la rapisce, la costringe a dissotterrare il cadavere e a seguirlo a cavallo oltre la frontiera, in quel Messico dove aveva promesso all'amico di seppellirlo in caso di disgrazia. Per la verità, le sepolture cui fa riferimento il titolo sono due: però sono tre i punti di vista attraverso i quali la sceneggiatura di Guillermo Arriaga (premiata a Cannes) osserva la storia, dipanandola per andirivieni temporali con ritorni plurimi sugli stessi eventi. Ma l'essenziale del primo lungometraggio del veterano attore Tommy Lee Jones (anche lui premio sulla Croisette per l'interpretazione) è piuttosto una questione di "clima". Ci riferiamo, certo, al modo in cui la regia fa fruttare le risorse drammatiche dei paesaggi semidesertici che, fotografati da par suo da Chris Menges, giocano un ruolo fondamentale nella drammaturgia. Più ancora, tuttavia, ci riferiamo a una certa aura che circola per il film, evocando i classici di John Huston o la malinconia crepuscolare di Sam Peckinpah. O ancora, per capirsi meglio, il modo di fare cinema di Clint Eastwood (cui Tommy Lee rende dichiaratamente omaggio).

da Film Tv (Mauro Gervasini)

      Per realizzare il film, Tommy Lee Jones e lo scrittore Guillermo Arriaga si sono fatti finanziare da Luc Besson. A Hollywood Le tre sepolture non interessava. Troppo poco glamour, troppo polemico e paradossalmente troppo western [...]
La storia: il poliziotto di frontiera Mike Norton (Barry Pepper) accoppa per sbaglio Melquiades Estrada (Julio Cedilio). Un messicano che tira le cuoia in Texas non fa notizia, così lo sceriffo archivia il caso. Il miglior amico di Melquiades, il ranchero Pete (Jones) non ci sta, scopre il colpevole e lo costringe a viaggiare a cavallo verso il Messico per dare degna sepoltura al poveraccio. Certo, ci sono Peckinpah e
La testa di Garcia, ci sono John Sayles e il problematico Stella solitaria, ci sono Monte Hellman, Arthur Penn, Martin Ritt e la schiera di cineasti che in qualche modo osarono ripensare al western lontano da Ford e Hawks; o forse, meglio ancora, partendo da loro per poi affrancarsene cammin facendo. C’è tutto questo e c’è il piacere del narrare moderno di Arriaga, qui equilibrato da una storia semplice e da una regia più classica, rispetto per esempio all’inutilmente caotico 21 grammi. Ma ci sono anche Lo straniero di Camus e il lancinante sguardo sull'alienazione di chi è costretto, come il messicano Melquiades e il pied noir Mersault, ad abbandonare la propria homeland. Che è un’Itaca del cuore, un posto dell’anima; infatti i nostri due cowboy si spaccano la schiena per trovarlo, il luogo natio di Estrada, e rischiano di non riuscirci perché non sono lui, non se lo portano dentro...

ai confini del Messico

i giovedì del cinema invisibile TORRESINO aprile-giugno 2006

promo

Una delle sorprese più straordinarie dell'anno, che rievoca le ossessioni di Peckinpah e la durezza de I due volti della vendetta. Una storia di confine tra Usa e Messico, ma di confini anche morali invalicabili secondo l'etica della frontiera, scritta dal Guillermo Arriaga (Amores perros e 21 grammi): il malinconico ultimo viaggio di un cadavere, un'avventura epica che parte dalle radici del western e che arriva all'emozione forte di una modernità lontana da qualsiasi etica civile e satura di cinismo.