Tredici variazioni sul tema (Thirteen Conversations About One Thing)
Jill Sprecher - USA 2001 - 1h 34'

  
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Sarà la nostra recondita passione per i mosaici cinematografici (America oggi, Magnolia), per i puzzle narrativi che spiazzano il nostro senso temporale (Pulp Fiction) e rimescolano certezze esistenziali (Le cose che so di lei) fino a sovvertire l'apparente cinismo del fato, ma abbiamo sussultato di fronte al gioco ad incastri di Tredici conversazioni su un unico argomento: cosa lega Alan Arkin, egocentrico dirigente assicurativo, John Turturro, demotivato professore di matematica, Matthew McConaughey, giovane procuratore rampante, Clea Duvall, ragazza delle pulizie col cuore gonfio di ottimismo? Tanti episodi che sembrano autonomi, conversazioni staccate rette da un filosofeggiare da proverbi un po' accademico, ma che confluiscono via via in un'unica, ponderata soluzione narrativa in cui i singoli racconti si intrecciano, ogni personaggio lega il suo vivere a quello di un altro, Russell dialoga con Checkov, il flusso caotico di una New York senz'anima trova un senso recondito al destino comune. Non ci sono aspettative nella vita che non rischino di essere disilluse, non ci sono tragedie che non possano stemperasi nella serenità..

ezio leoni - La Difesa del Popolo - 15 settembre 2001

LUX  aprile 2002

cinélite TORRESINO all'aperto: giugno-agosto 2002

 

altre testate:

da Il Giorno (Silvio Danese)

Il mistero del film è mister Bowman: nell'ufficio dove è impiegato, riesce sempre a vedere un lato positivo, anche quando il capo lo deve licenziare. Con Bowman, una decina di personaggi affronta l'ambigua altalena della vita e l'insolubile disorientamento dell'anima. Un procuratore legale rampante si sgonfia quando, investita una ragazza, fugge: la crisi tocca drammaticamente la percezione del sé e la sua mutevole illusione di immortalità. Un professore di matematica abbandona la moglie per "ricominciare", ma l'unica cosa nuova è il suicidio di un allievo che aveva altezzosamente respinto. La ragazza che il procuratore crede di aver ucciso, ingiustamente accusata di un furto, sprofonda nella sfiducia, ma un giorno incontra il sorriso di un passante. Bowman, forse... E' un film che aiuta a vedere il bicchiere mezzo pieno. Bisogna perdonargli certi accenti di pedagogia esistenziale. La sua amarezza è ristoratrice. La saggezza che contiene è implicita, dolorosa e vitale. L'ironia dello sfondo è da raggiungere.

da Il Corriere della Sera (Maurizio Porro)

Scoprire che viviamo tutti con un tasso di infelicità medio alta e che le relazioni col resto del mondo sono sempre più difficili, non è proprio uno scoop, ma Tredici variazioni sul tema, il film dell' indipendente americana Jill Sprecher, ce lo ripete con accorata convinzione. E' un «catastrofico» della psicologia, dove una fauna di varia umanità, cinque casi emblematici di crisi sociali e affettive, vivono il loro disagio a incastro come si usa in un genere preciso del cinema di oggi, quello c he mescola i destini, apre e chiude le sliding doors, organizza gli incroci di Magnolia e dimostra che la vita è a cerchio. Questa la compagnia nuovayorkese: un uomo di mezza età che cambia vita, un avvocato di successo sente nascere la morale e forse ha una stimmate, una moglie viene tradita, un manager si vendica sul sorriso di un collega e una donna delle pulizie è in attesa di un miracolo sentimentale. La domanda del film è: quanto possiamo influire sulla vita di un altro? Mandate una email all'autrice. Ma un suggerimento viene alla fine, quando si dimostra che ci si può sorridere anche in metrò. Un festival dei complessi di colpa con qualche non casuale goccia di sangue, cinque storie non nuove, compresa la droga, ma mixate con abilità, alle cui spalle ci sono le storie dei commessi viaggiatori di Miller, degli agenti di Mamet, il quotidiano minimalismo di Carver, altri vari ed eventuali. Buona commedia drammatica al limite del cinismo ironico, ben recitata da Turturro, Amy Irvin g, il perfido Alan Arkin e Matthew McConaughey: tutti a chiedersi perché, se il senso della vita sta nel passato, dobbiamo guardare al futuro.