VENEZIA '98
Quei grandi film fuori concorso...

LEONE D'ORO:
Così ridevano di Gianni Amelio

Il capolavoro assente in Concorso, è comparso invece in Prospettive (Bure baruta - La polveriera - di Goran Paskaljevic) e straordinario si è confermato l'acclamato The Truman Show di Peter Weir (Notti e stelle). In ogni caso non sono stati pochi i film di buon livello che la mostra ha offerto. Eccovi allora una dozzina di altri titoli da appuntare sulla vostra agenda di spettatori:

Black Cat, White Cat di Emir Kusturica
Bulworth di Warren Beatty
Celebrity di Woody Allen
Conte d'automne di Eric Rohmer
Del perduto amore di Michele Placido
Lola rennt di Tom Tykwer
Orphans di Peter Mullan
Out of Sight di Steven Soderbergh
Rounders di John Dahl
Saving Private Ryan di Steven Spielberg
The Opposite of Sex di Don Roos
Train de vie di Radu Mihaleanu

e.l. La Difesa del Popolo 19 settembre 1998


I "Top 11" visti in laguna
I nostri titolari per la miglior squadra veneziana.

Così ridevano di Gianni Amelio
Non siamo certo al livello di
Il ladro di bambini (e in fondo neppure di Lamerica) ma il corpo narrativo del nuovo film di Amelio, così frammentato ed ermetico, ha pur sempre una sua toccante umanità. Da vedere con traduttore simultaneo (dal siciliano) a fianco.

Black Cat, White Cat di Emir Kusturika
Anche qui siamo lontani dalla forza allegorica di Arizona Dream e
Underground, ma il gioco cinematografico di Kusturika è gitano fino in fondo: colorato e frenetico, divertito e sguaiato. Istinti bassi e regia alta.

Bure baruta di Goran Paskaljevic
La "polveriera" (politica ed umana) dell'ex-jugoslavia visualizzata in un puzzle di drammi individuali che si confrontano, si intersecano, si amalgamano in un crescendo di tensione. Il vero capolavoro della Mostra.

Conte d'automne di Eric Rohmer
L'ultimo, atteso racconto delle stagioni. Il solito, delizioso Rohmer: spontaneo e delicato, solare e logorroico. Vive la vie, vive la comedie.

The Opposite of Sex di Don Roos
Una scoppiettante commedia made in USA. Smaliziata ed esistenzialista, incasinata tra sentimenti e sessualità, gelosie e incomprensioni. Dialoghi elettrizzanti, risate a raffica. Vietato ai puritani.

The Truman Show di Peter Weir
Genio e regolatezza. La regia di Weir dirige con perfetto sincronismo questa straordinaria parabola massmediale. Cosa sarà dell'umanità se le togliamo il suo programma preferito?

Rounders di John Dahl
Il poker come gioco d'azzardo, filosofia di vita, calcolo contabile. Prova di regia e di recitazione d'alta scuola. Matt Damon sperava in una Coppa Volpi?

Saving Private Ryan di Steven Spielberg
Dopo anni di Vietnam, il cinema americano riscopre la Seconda Guerra Mondiale. Venti minuti di reportage di guerra da shock, una missione emblematica tra eroismi e contraddizioni. Un grande Spielberg tra violenza bellica e monito civile.

Bulworth di Warren Beatty
Può un senatore americano dare di matto e condurre la sua campagna elettorale a ritmo (e abbigliamento) rap? Certo, se soggetto, interpretazione e regia sono di quel "comunista" di Beatty. Political scorrect.

Orphans di Peter Mullan
In una notte di tempesta a Glasgow una veglia funebre tra angoscia e sberleffo. Black-humor scozzese per l'opera prima più originale e spiazzante della Mostra.

Del perduto amore di Michele Placido
L'impegno civile di Placido esalta ancora una volta (dopo
Un eroe borghese) la sua dimensione d'autore. Una donna emancipata e sola nell'Italia (del Sud) anni '50. Una memoria storica che ridà cuore e sentimento a un comunismo di dimenticata idealità. Quasi commovente.

e.l. Il Mattino di Padova 14/9/1998