luglio-agosto 2003

bimestrale di cinema, cultura e altro...

n° 7
Reg.1757 (PD 20/08/01)

 

Numero estivo interlocutorio, anomalo come lo è l’andamento dello spettacolo cinematografico in luglio e agosto. Di “settimane da Dio” ce ne sono poche e, archiviato Matrix Reloaded, solo un thriller d’impatto come In linea con l'assassino e l’essai nostalgico di Goodbye Lenin hanno graziato il botteghino. La vera sorpresa è stata comunque l’uscita improvvisa (e il confortante risultato) di La meglio gioventù. Questa numero di MC magazine è tutto per lui. A cornice solo tre cronache musicali: si sa, l’estate italiana è fatta di concerti (non se la prendano Taormina e Giffoni); per il cinema “vero” aspettiamo Venezia LX.

Era una specie di debito, in sospeso dal ’69. Quando arrivai ad Hyde Park non soffrii molto per aver perso, il giorno prima, il concerto dei Rolling in memoria di Brian Jones (cuore beatlesiano!), ma quando in seguito venni a sapere che come gruppo di supporto avevano esordito i King Crimson
Ora, a quasi trentacinque anni di distanza, l’arrivo in Italia (otto concerti) della rinnovata Fripp-band poteva alfine stemperare il rimpianto! Ma per chi si è fermato a STARLESS AND BIBLE BLACK (1974) l’appuntamento del Palafenice dei Venezia è stato una mezza delusione: il suono dei Crimson, da DISCIPLINE (1981) in poi, si è fatto duro, quasi sgraziato nei riff vertiginosi che una volta seducevano per intrinseca, struggente armonia.

La formazione che ha partorito THE POWER TO BELIEVE presenta Pat Mastellotto alla batteria (stile Brudford, ma sempre più “di braccio”), Trey Gunn, bassista-tastierista certo più legato a Tony Levin (tecnica “stick”) che a Lake, Giles e Haskell, Adrian Belew, look, voce e impatto da metallaro, eccezionale nel mettere in fraseggio la sua Stratocaster con la chitarra di Robert Fripp, autorelegatosi in un angolo, appena illuminato da una luce violetta, cuffia in testa e mani (sante!) a creare scale di sublime velocità e ineguagliabile, raffinata personalità.

I brani sono quelli del nuovo album, i richiami al passato non vanno oltre RED (ma da fan, oltre che disilluso, ormai poco esperto, mi è sembrato di riconoscere una “glaciale” reprise di The Talking Drum), il pubblico (scarso) dimostra di apprezzare e gli applausi portano a due bis di tesissimo sound.
Il momento più “magico” per il desueto cronista? Il pre-concerto che mastro Fripp regala in anticipo ai presenti in sala: solo, in disparte sul palco in penombra, lascia che sia la sua chitarra ad introdurre la serata, quasi fosse lui un tecnico accordatore al servizio di lei, la sua Gibson Les Paul, la vera voce, sinuosa ed eterea, del progressive-rock che ameremo per sempre.

www.king-crimson.com

 

 



 

 

 

 

Vi dice qualcosa Corte Ferrazzette? È una splendida corte rurale in quel di San Martino Buonalbergo, appena fuori Verona. Aia in cotto, casa cinquecentesca, è la sede di un elegante agriturismo e di un’azienda agricola da apprezzare (vini e formaggi). Vi dice qualcosa Ludovico Einaudi? Se non siete appassionati di musica d’ambiente (tra minimalismo e new-age) forse no, ma, se avete in mente le colonne sonore di Fuori dal mondo e Luce dei miei occhi, potete intendere quale sia il genere che il pianista-compositore offre al suo pubblico.
E chi, nella cornice di Corte Ferrazzette (serata limpida, cielo blu intenso, luna splendente), ne ha goduto, non potrà non essersi deliziato con l’assoluta lievità sonora de
I GIORNI, ultima opera del suo cammino artistico. Dal suo CD-suite Einaudi ha tratto la prima parte del concerto: melodie avvolgenti, armonie che si esaltano in intensi accordi e si stemperano in note alte, centellinate con soave lentezza.
Il tono (e il tocco) non cambiano dopo la breve pausa. Le armonie si fanno più vivaci, spaziando tra i due album precedenti (
EDEN ROC e LE ONDE) e i brani cinematografici. La musica di Ludovico Einaudi è una continua scoperta di suggestioni sonore, di percorsi circolari che tessono su note e accordi un impatto emozionale forse un po’ monocorde, ma di grande efficacia. Memorabile.

www.ludovicoeinaudi.com

Due feste popolari (Tribano e Anguillara Veneta), due esibizioni gratuite, due momenti musicali sorprendenti. Scoprire casualmente i Bermuda Trio e aver voglia (e occasione) di risentirli è un’esperienza che esula dall’abitudine dei concerti estivi.
FORMAZIONE: basso elettrico (Kamsin Giordano Urzino) e due chitarre acustiche elettrificate, quella di preziosa raffinatezza di Gabriele Monti, quella di bizzarro virtuosismo di Giorgio Buttazzo. GENERE: brani in cui la chitarra esalti la sua potenzialità, senza specifica autorialità, ma con cover di straordinaria rivisitazione: Sultans of Swing, Lord of the Starfield, Pride and Joy, San Francisco Bay, I Wish You Were Here… tutte più che mai inebrianti dal vivo (ma l’ascolto su cd, in registrazione studio, di In the Court of The Crimson King è altrettanto vitale!). Un’esibizione offerta con inusitata freschezza e la voglia di divertire e di divertirsi: gag musicali (Bella ciao e Romagna mia inframezzate al Guglielmo Tell o alla Marcia Turca – battute reciproche tra i tre sui loro rispettivi “tic” da palcoscenico), un repertorio che è fatto per mostrare il proprio talento (!) e per deliziare il pubblico.
Se vi capita di rintracciare il loro terzo CD,
NATURALLY LIVE, potrete godervi uno spazio musicale insolito ed elettrizzante.

www.bermudatrio.com

ezio leoni

in rete dal 10 agosto 2003


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