luglio 2025

periodico di cinema, cultura e altro... ©
 

n° 104
Reg.1757 (PD 20/08/01)

 
 

 

 
 

  PILLOLE WESTERN                                         

 

Clint, fortissimamente Clint

   È con il 1973 che Clint Eastwood, dopo l'esordio di Brivido nella notte (1971), intraprende il suo percorso di regista western dirigendo se stesso in quella che possiamo intendere come la marcia di avvicinamento al capolavoro del 1992, Gli spietati.



Con Lo straniero senza nome (High Plains Drifter) Clint si rifà esplicitamente al personaggio che lo ha reso celebre nella trilogia del dollaro e veste i panni di una cavaliere laconico e solitario che si erge ad anarchico giustiziere in un villaggio, ribattezzato Hell (inferno), metafora delle ipocrisie borghesi della nuova frontiera. Una regia ieratica e ridondante ma efficace nel raccontare un’avventura di onirismo e violenza, di codardia e vendetta.
 




La vendetta è la scintilla che anima anche Il texano dagli occhi di ghiaccio (The Outlaw Josey Wales. 1976) e che spinge Josey Wales ad aggregarsi alle bande di sudisti ribelli che non accettano la resa di Appomattox. Il suo scopo principale è comunque quello di punire agli assassini nordisti che gli hanno sterminato la famiglia, ma la caccia diventa il viaggio iniziatico di un uomo e di una nazione che, tra il riconoscimento della situazione dei nativi americani e della tormenta marginalità delle figurei femminili, cercano la propria identità dopo le devastazioni della guerra civile.


 



In Il texano dagli occhi di ghiaccio la struttura del suo cinema si fa più solida e articolata, ma il film sembra ancora disperdersi in troppi rivoli narrativi e nella nuova tappa, Il cavaliere pallido (The Pale Rider, 1985), sceneggiatura e regia si concentrano su un racconto più compatto, incentrato su una comunità di cercatori d'oro che deve difendersi dalla tracotanza di un imprenditore minerario. Sarà l'arrivo di un misterioso predicatore-pistolero a ristabilire giustizia e serenità. L'ispirazione è Il cavaliere della valle solitaria, ma Eastwood troppo se ne compiace eccedendo anche in preziosismi nella messa in scena. Resta la sapiente costruzione di momenti di toccante umanità e si appassionanti scontri a fuoco e soprattutto la presa di coscienza di una raggiunta maturità d'autore che saprà sfociare nella complessità narrativa ed etica de Gli spietati.

 


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Ezio Leoni    

 
 
 

in rete dal 15 agosto 2025

 
 

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