17 ragazze (17 filles)
Delphine e Muriel Coulin
- Francia 2011 - 1h 30'

  Vuole dire, e dice, molte cose il bel film 17 ragazze delle sorelle francesi Delphine e Muriel Coulin (due sorelle come le autrici di Almanya). Molte di più di quelle immediatamente visibili. Evocate, suggerite attraverso una messa in scena minimale. Sullo sfondo di un caso di cronaca le Coulin hanno costruito la loro storia ambientandola in un luogo che conoscono bene. [...] Incoscienza, ribellione? Sì ma sottotono, senza proclami. Incoscienza poi fino a un certo punto, queste ragazze non sembrano tanto inclini al gesto provocatorio, sono anzi piuttosto posate per la loro età. Ribellione poi è una parola grossa: si propongono di creare qualcosa che è mancato a loro, di averne cura come rimproverano ai genitori di non aver fatto. Nel film circola un'aria che fa pensare a un cinema di molto tempo fa. Quel cinema 'nuovo' che, tra gli anni 50 americani e soprattutto i 60 europei, dava la parola a una figura sociale del tutto nuovo: i giovani, con le loro commoventi, maldestre, anche arroganti illusioni. Ma quelli erano i figli della guerra, reclamavano più o meno rumorosamente un posto per sé nella nuova società marcando la propria differenza ed estraneità alla generazione che rimproveravano di aver reso il mondo più brutto, ingrati per la libertà e il benessere che in realtà, pagando con lacrime e sangue, gli adulti avevano donato loro. Qui è un po' il rovescio. Tutte le promesse provenienti dalle chiassose proteste dei grandi di oggi, allora giovani allevati nella fiducia per il futuro, sono state disattese. E il gesto rivoluzionario è quello di ricominciare dal concepire una vita.

Paolo D'Agostino - La Repubblica

  Nonostante il grande Balzac descriva sempre i bretoni come tonti e ottusi, le 17 ragazze, la prima che rimane incinta e le altre amiche del liceo che decidono d'imitarla, cittadine di Lorient, paesino sull'Atlantico, sono invece vitali, innovative, rivoluzionarie col proprio corpo dopo che altre nel '68 avevano aperto la strada. Il bel film di Muriel e Delphine Coulin propone un caso di cronaca accaduto in Usa, nel Massachusetts, nel 2008 e lo trasferisce in Francia. Il gioco è subito dichiarato ma pieno di sottintesi, timori, indecisioni [...]. La verità di questa storia paradossale e languida è nello stile quasi documentario che appartiene alla complicità e all'amicizia, ai volti, ai sorrisi, ai magoni, agli stupori, alle illusioni, alle delusioni, ai vomiti, alle doglie di queste 17 fanciulle in fiore. Scelte dalle autrici con 600 provini in 9 mesi (guarda la coincidenza) e trovate ovunque, nei licei, nei teatri, da McDonald's. Solo tre avevano già fatto del cinema: Louise Grinberg (La classe), Roxane Duran (Il nastro bianco) e Esther Garrel, figlia e sorella d'arte. Gli stupiti adulti, senza moralismo, sono non casualmente quasi sempre assenti.

Maurizio Porro -  Il Corriere della sera

promo

Sguardo d'autore, anzi di autrici (le registe sono due sorelle) sulle inquietudini dell'adolescenza a partire da un fatto di cronaca realmente accaduto nel 2008. In una piccola città francese affacciata sull'Oceano, diciassette ragazze adolescenti dello stesso liceo prendono una decisione che appare incomprensibile e ingiustificata sia ai loro coetanei sia agli adulti: decidono di farsi mettere incinte tutte insieme, nello stesso momento per riappropriarsi del proprio corpo.  È la loro ribellione contro il mondo degli adulti e lo squallore senza prospettive della vita di provincia. Niente tesi, né moralismi ma una fotografia elegante e rispettosa di quell'universo ignoto che è l'adolescenza. Soprattutto quella delle ragazze. Provocazione? Leggerezza? Rivoluzione? Incoscienza? Ogni termine offre una diversa chiave di lettura ai risvolti del film.

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