Birdman [Birdman or (The Unexpected Virtue of Ignorance)]
Alejandro Gonzales Inarritu - USA 2014 - 1h 59'

concorso - VENEZIA 71
miglior FILM
miglior regista
miglior sceneggiatura originale

miglior fotografia



    Alejandro Gonzales Inarritu, presentando alla Mostra del Cinema il suo nuovo film, Birdman, ha spiegato con molta passione come esso abbia rappresentato per lui una vera sfida: abbandonato il tono cupo e drammatico di tutti i suoi film precedenti (ricordiamo Amores Perros, 21 grammi, Babel), il regista propone una tragi-commedia con tocchi di humor nero, immersa in un clima surreale. La vicenda ruota intorno a un attore di mezza età, Riggan Thomas (Michael Keaton), la cui carriera, costruita sull'interpretazione di un supereroe, Birdman, è ormai da anni in parabola discendente. Anche la vita personale sembra andare a rotoli: un matrimonio finito, una relazione poco convinta con una collega che vuole da lui un figlio, una figlia (Emma Stone) in fase di disintossicazione che gli rinfaccia la sua latitanza come padre. Riggan vuole dimostrare di valere come attore: per riemergere si gioca il tutto per tutto decidendo di mettere in scena a Broadway, nel tempio del teatro, un adattamento dal libro di Raymond Carver, Di cosa parliamo quando parliamo d’amore. Così facendo si scontra con l'egocentrico co-protagonista (Edward Norton), con i pregiudizi della critica, con gli umori del pubblico nell'era dei social network, ma soprattutto sfida se stesso. E non è solo una metafora. La sua ricerca di riscatto ha infatti come principale antagonista proprio il personaggio di Birdman, che, ogni qualvolta Riggan cerca di trovare equilibrio e energie positive (lo vediamo nell'incipit nella posizione del lotus, in levitazione) sbeffeggia i suoi tentativi di riscatto e gli ripropone la dorata via del blockbuster. In questa lotta, quando anche l'estremo tentativo di autenticità fallisce ridicolamente, ( e come conseguenza il suo naso comincia ad assomigliare sinistramente ad un becco) a Riggan non rimane che andare fino in fondo.
La rappresentazione dei patemi di un attore in declino offre ampie possibilità per una la satira del mondo dello spettacolo e certo ci si diverte, perché gli ammiccamenti sono continui e gustosi , ma i temi sfiorati sono davvero molti, forse troppi. E in questo accumulo accade che le situazioni, all'inizio effervescenti, prendano pieghe prevedibili e che i personaggi collaterali (come quello di Norton), dopo un impatto esplosivo, vadano via via perdendosi per strada. Il tono del film è comunque davvero particolare e ha il suo cardine nella prova d'attore di Michael Keaton, la cui interpretazione è stata così apprezzata dal la critica americana, entusiasta, da aver messo una seria ipoteca sull'Oscar. Quello che conquista, e soprattutto rimane, di
Birdman è però il ritmo, sia visivo che sonoro. Il regista sceglie di presentare il film come un unico piano sequenza, progettando con precisione virtuosistica tutti i percorsi della macchina e nascondendo sapientemente i tagli di montaggio: alla steadycam di Chivo Lubezki (The Tree of Life, Gravity) è affidato il ruolo di pedinare i personaggi dovunque, dal palco alle viscere del teatro. E qui appare addirittura in scena la fonte della colonna sonora, Antonio Sanchez, musicista jazz, che con il suo a solo di batteria dà al film un ritmo convulso che "rimane dentro". Così l'alternanza tra il silenzio, in cui il protagonista sogna l'agognato controllo sulla propria vita, e il ritmo ossessivo della realtà, fatta di mille input che bersagliano, nevrotizzano, travolgono, forse riesce a rendere meglio di ogni altro esplicito riferimento la società contemporanea.

Licia Miolo - ottobre 2014 - pubblicato su MCmagazine 36




promo

Riggan Thomson, attore famoso per aver interpretato il celebre supereroe 'Birdman', tenta di tornare sulla cresta dell'onda mettendo in scena a Broadway una pièce teatrale - tratta dal racconto di Raymond Carver "What We Talk About When We Talk About Love" - che dovrebbe rilanciarne il successo. Nei giorni che precedono la sera della prima, deve fare i conti con un ego irriducibile e gli sforzi per salvare la sua famiglia, la carriera e se stesso. La surreale tragicommedia di un uomo atterrito dallo spettro incombente di un fallimento personale e professionale sa svariare su una gamma di emozioni che va dall'isterismo alla frustrazione E mentre Keaton si mette sfrontatamente a nudo con coraggiosa autoironia, Iñárritu e il suo fantastico direttore di fotografia gli stanno addosso in lunghe scene dal ritmo incalzante che non conosce pause, dando l'impressione di un racconto svolto in un unico, acrobatico piano sequenza. Un film “da Oscar” che ne vince ben 4!


cinélite giardino BARBARIGO: giugno-agosto 2015