Premio miglior
attrice al 58° Festival di Cannes
da La Repubblica (Roberto Nepoti) |
Una
"fusion", in buona parte riuscita, tra il soggetto di una
tragedia antica e quello di un mélo rock. La cantante Emily forma
col suo compagno, anche lui rocker, una coppia di junkie perduti che
sembra la versione estrema dell'unione tra John Lennon e Yoko Ono.
Quando l'uomo abbandona questa valle di lacrime causa overdose, per
Emily ha inizio un percorso di redenzione: tra passato doloroso e
futuro incerto, la donna intraprende un cammino esistenziale per sottrarsi
alla marginalità e recuperare il suo bambino, adottato dai nonni.
Vuole ripulirsi, diventare "clean", come esplicita il titolo;
senza piegarsi, tuttavia, al conformismo sociale e alle approssimazioni
psicologiche della gente "perbene". All'inizio, il film
di Assayas adotta gli stereotipi del repertorio rocker-maledetto;
poi, poco a poco, la narrazione assume un andamento lineare, da ballata,
e la macchina da presa filma con energia quieta il ritorno della protagonista
alla pace e al rispetto di se stessa. Clean
è anche un omaggio del regista
|
da La Stampa (Lietta Tornabuoni) |
Se in
Clean
(il titolo, «pulito», indica i tossicomani che non si drogano più) non ci
fosse Maggie Cheung, il film potrebbe essere un mélo come tanti o persino
una fiction televisiva. Ma Maggie Cheung c'è: ed è stupenda la presenza di
questa attrice asiatica brava, bella, elegantissima, interprete a Hong
Kong di film popolari di Tsui Hark |
da Il Corriere della Sera (Maurizio Porro) |
Una storia tutta pensata per Maggie Cheung, la struggente, bellissima, straordinaria eroina di Wong Kar wai, dall' ex marito Olivier Assayas, che le ha fatto vincere la Palma a Cannes nel 2004. È lei, l'ex rockstar, che parla in originale tre lingue, l' ago della bilancia affettiva d'una strana e disordinata famiglia, lei che vive espiazione e redenzione di un peccato forse mortale, lei che sconta la via crucis di aver assunto e procurato la droga che ha ucciso il compagno, lei che ha dovuto cedere il bambino al suocero Nick Nolte, quercia di saggezza e pietas. È la contro mitologia di un'autodistruzione su paesaggio di rovine dell'era sesso, droga e rock'n'roll con un personaggio femminile emotivo ma non ricattatorio, non retorico, che forse inizia al the end una nuova vita |
TORRESINO
- giugno 2005