Due partite
Enzo Monteleone – Italia 2009 - 1h 34'

Quattro donne giocano a carte negli anni 60 scambiandosi sogni, confidenze, ricordi, stoccate. La casa è borghese, abiti, acconciature e canzoni sono così rigorosamente d'epoca che fanno un po' museo del modernariato, tutto è tipico, anzi archetipico. Normale: Due partite era una pièce di Cristina Comencini, ora è un film di Enzo Monteleone, ma il passaggio di testimone (e di sesso) non aggiunge granché. Il film si accontenta di illustrare la commedia come le attrici si accontentano di recitare i dialoghi, spesso brillanti, anche molto bene, ma senza uscire dal bon ton. Tailleur e amarezze, giri di perle e prese di coscienza. Si può rinunciare alla carriera per la famiglia, all'amore per la comodità, al piacere per il decoro? Difficile: sono donne troppo educate, troppo legate alle madri per liberarsi (belle le tirate della Cortellesi sull'amore-paura per sua madre e sulla "barbarie" del parto), e saranno le loro figlie a patirne, trent'anni dopo, nell'epilogo abbastanza sfocato. Il concetto è chiaro, forse troppo. Due partite cerca certezze, non dubbi. Un'utile ricapitolazione (Italian Graffiti?) visto quanto sono tornate indietro le donne (il mondo). Sarebbe bello però che a quei corpi e a quelle vite si chiedesse anche altro. E che l'ottimismo finale di quegli otto sguardi in macchina non sembrasse solo un atto di volontà.

Fabio Ferzetti – Il Messaggero

...Peccato che alla fine la sensazione sia più quella dell'esercizio d' intelligenza che d'introspezione, dove la prova d' attrice vince su quella di regia e l'atteggiamento che si chiede al pubblico sia quello di ammirare il funzionamento di un meccanismo ben oliato piuttosto che quello di immedesimarsi o di appassionarsi per qualcuna delle otto vite raccontate.

Paolo Mereghetti – Il Corriere della Sera

...Roba da posta del cuore, di quelle trascinate via senza vivacità, con uno sguardo sulle donne che diventa persino irritante (ed è una donna ad averlo scritto!) in questa sua formattazione banale. Isteriche, crudeli, lacrime e baci. Che strazio.

Cristina Piccino - Il Manifesto

...Chiacchiere (intelligenti) tra sogni e delusioni. Ecco perché non ci può essere parità dei sessi: quattro uomini al tavolo da gioco non tradirebbero mai le carte per i pettegolezzi.

Massimo Bertarelli - Il Giornale

promo

Un doppio mondo femminile: quello degli anni ‘60, attraverso le vicende di quattro donne che si ritrovano davanti a un tavolo da gioco e, quarant'anni dopo, quello delle loro figlie… Scritta da Cristina Comencini ecco una commedia-psicodramma dove gli uomini, motore di ogni discorso, non esistono né compaiono mai in campo. Sullo schermo ci sono loro, otto attrici che il padovano Enzo Monteleone dirige con misura ed eleganza descrivendo l'insofferenza delle sue protagoniste attraverso conversazioni interrotte, confessioni, reticenze, dichiarazioni... Dal teatro al cinema la ricchezza del testo sa integrarsi con arguzia e leggerezza nel linguaggio cinematografico di un regista "dalla parte delle donne".

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