Che
cosa faresti se incontrassi un’altra versione di te? Coglieresti
l’occasione di una vita diversa, in un altro posto? Saresti curioso o
spaventato? E cosa, eventualmente, ti fermerebbe? |
Vincitore del premio speciale della giuria e del premio Sloan al Sundance Film Festival del 2011 Another Earth è un'opera prima scritta, diretta, prodotta, fotografata e montata da Mike Cahill. Ha tutte le caratteristiche del film indipendente da cui ci si può attendere delle sorprese. Che infatti ci sono. Anche se l'idea di base ha qualche remoto debito nei confronti di Solaris di Tarkovskij e l'immagine del pianeta che si staglia nel cielo rimanda (involontariamente perché questo film è anteriore) a quella dell'altrimenti minaccioso Melancholia di Lars Von Trier, il suo sviluppo si rivela interessante. L'altra Terra che compare sempre più incombente nel cielo è un esatto doppio del pianeta su cui viviamo non solo sul piano morfologico ma anche su quello della popolazione. Per ognuno degli umani vi è presente un doppio. Le possibilità di sviluppo di un plot iniziale di questo tipo sono innumerevoli e Cahill prova a sfruttarle concentrando la sua storia su un doppio livello. Da un lato il rapporto tra Rhoda e Burroughs che si sviluppa sul non detto (la ragazza diviene la sua addetta alle pulizie ma non gli rivela di essere la colpevole dell'incidente) e dall'altro la richiesta che Rhoda presenta per essere ammessa al primo volo diretto verso il pianeta. La riflessione su un percorso di espiazione che si intreccia con la tensione verso un confronto con un altro sé viene sostenuta per buona parte del film grazie anche all'ottima prestazione dei due protagonisti. |
Giancarlo Zappoli - www.mymovies.it |
Il consiglio è
di non confonderlo con
Melancholia.
Benché le affinità non manchino: come nel film di Lars von Trier, anche
qui la protagonista si espone nuda alla luce di un pianeta sconosciuto;
anche lei è depressa, almeno quanto la sua omologa Kirsten Dunst. Pèrò le
sue ragioni non sono endogene, ma molto concrete. Di ritorno da una festa,
la studentessa di astrofisica RhodaWilliams provoca un incidente d’auto,
dove perdono la vita moglie e figlia del compositore John Burroughs. Dopo
quattro anni di carcere, la ragazza vive facendo pulizie. In questa veste
si presenta a casa di Burroughs, prostrato dalla depressione, e ne diventa
la colf celandogli la propria identità. Pian piano Rhoda riesce a
riportare l’uomo verso la vita. I due finiscono per innamorarsi, ma ciò
non fa che peggiorare le cose, tra i sensi di colpa della donna e la
reazione dell’uomo, allorché apprende la verità. Frattanto, nei cielo, è
comparso un nuovo pianeta, Terra 2, che è la copia perfetta del nostro e
dove ciascun essere umano ha il proprio doppio. Mediante un concorso,
Rhoda si candida a far parte del primo equipaggio destinato a esplorano. |
Roberto Nepoti - La Repubblica |
Con Another Earth il cinema del sottogenere specifico scrive un altro proficuo capitolo sulla scia di inarrivabili capolavori quali Solaris (1972) di Andrei Tarkovskij o comunque riuscite pellicole come Gattaca (1997) di Andrew Niccol: la sfida di riportare la fantascienza ad una dimensione umana è vinta - nonostante alcune imperfezioni tipiche di certo giovane cinema indipendente made in Usa, come un certo eccesso di formalismo piuttosto esibito, almeno in alcuni frangenti - perché il teorema del film dimostra senza possibilità di malintesi la necessità del contatto reciproco come unica possibile cura alla diffusa "malattia" dell'incomunicabilità. [...] Another Earth mette infatti in scena una recita a due voci inserite in un panorama asettico e quantomai in divenire. John Burroughs e Rhoda Williams sono due animali feriti, in apparenza mortalmente, che in un ultimo sussulto vitale trovano la forza di uscire dallo spesso guscio provocato dalle rispettive sofferenze per provare a sentire un sentimento di condivisione capace di resistere anche al peso sovrumano di una verità inconfessata. Ed il perdono forse può arrivare solo con la possibilità di una nuova speranza: quella che sull'altra Terra una realtà troppo dolorosa per essere accettata possa essere stata mutata come in una sorta di corto circuito tra due simboliche forme di energie troppo potenti per poter convivere l'una di fronte all'altra. |
Daniele De Angelis - www.cineclandestino.it |
promo |
Che cosa faresti se incontrassi un’altra versione di te?
Coglieresti l’occasione di una vita diversa, in un altro posto?
Saresti curioso o spaventato? |
FANTASCIENZA? NON PROPRIO... |
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