Star Wars: Episodio III - La vendetta dei Sith
(Star Wars: Episode III - Revenge of the Sith)
George Lucas - USA 2005 - 2h 26'

          Tanto tempo fa, in una galassia (cinematografica) lontana lontana… Quante astronavi siderali hanno attraversato l’iperspazio del nostro immaginario dal finire degli anni 70 ad oggi? Prima solo il viaggio metafisico di Kubrick aveva riempito di fascinazione lo schermo, poi l’esperienza si è saturata, dalle spedizioni seriali dell’Enterprise alla mistica scientifica di Mission to Mars. Ma non c’è dubbio che la nuova fantascienza ha il marchio, bonario e mitico, della saga di George Lucas. La trilogia epico-fiabesca di Guerre stellari-L'impero colpisce ancora-Il ritorno dello Jedi, dal suo iniziale impatto spettacolare alla sua sfolgorante riedizione (1997), ha fatto da ponte tra la cinefilia di più generazioni; la definitiva riconfigurazione dell’opera con i tre prequel (1999-2002-2005) ha saputo tener desta la curiosità narrativa e recuperare nuovo consenso grazie alla padronanza degli effetti speciali. È stata un’escalation di puntualizzazioni diegetiche e di adeguamenti stilistici alle nuove tecnologie e il risultato “esplode” in questo episodio conclusivo.
       Se
Episodio I - La minaccia fantasma risultava accattivante per l’esuberanza digitale dei nuovi scenari e la vivacità di personaggi in sboccio ed Episodio II - L'attacco dei cloni spingeva l’acceleratore sulla seduzione del video-game  cinematografico,  con un surplus di situazioni incrociate, influenze di generi, ritmi ipertesi,  Episodio III - La vendetta dei Sith ha la turgida complessità di un’orchestrazione narrativa ponderata in ogni tassello, di una forza figurativa debordante. Il percorso che conduce Anakin Skywalker al lato oscuro della forza si arricchisce di tormenti e motivazioni  che ben reggono l’evolversi degli eventi, la sua storia d’amore con Amidala sa inebriarsi e irretirsi in apprezzabile intensità drammaturgia, il disvelarsi delle ambizioni e del potere occulto di Darth Sidious suggella i nefasti presagi degli episodi precedenti, la disfatta del consiglio dei Jedi lascia spazio alla ridefinizione eroica di Yoda e Obi-Wan. Il finale, con la nera figura di Darth Fener cui si contrappongono le adozioni “parallele” di Leila e Luke, racchiude l’essenza dell’intreccio primario di Star Wars: una colpa paterna che saprà redimersi dalla seduzione del male solo attraverso l’amore filiale, un’iniziazione giovanile guidata dalla presa di coscienza di sé e dal potere della forza.
       Non manca in
Episode III
tutta l’iconografia cinematografica che ha reso grande la saga, dagli adrenalinici scontri di incrociatori e caccia spaziali ai furenti duelli a colpi di spade laser, dall’iperbolica creatività di paesaggi futuribili (straordinario qui l’impatto delle scene “rubate” all’eruzione dell’Etna) alla ridondanza armonica delle partiture musicali di John Williams. E, nell’ambiguo confine che separa l’utopia democratica dalla sete imperialistica, è possibile rintracciare anche velati segnali di una critica politica di scottante attualità (“È così che muore la libertà, sotto scroscianti applausi”).

Eppure dopo tante iterazioni narrative e tante folgoranti sequenze, la nostalgia della limpidezza innovativa del primo Guerre stellari (ora Episode IV - A New Hope) incombe. Lucas nel suo “poema sinfonico” ha via via abbandonato le arie briose alla Mozart in favore di una cupa magniloquenza wagneriana: se ci inchiniamo con reverente ammirazione all’imponenza del nuovo corso della Lucas Film non possiamo non esprimere un pizzico di rimpianto per la trilogia originaria, per la complessità mitica di quelli che erano allora soltanto immaginabili antefatti, per l’ingenuità epica di un’emozione lontana lontana.

ezio leoni  La Difesa del Popolo - 29 maggio 2005

 


sito ufficiale  
La minaccia fantasma L'attacco dei cloni La vendetta dei Sith Guerre stellari L'impero colpisce ancora Il ritorno dello Jedi

sito italiano

cinélite TORRESINO all'aperto: giugno-agosto 2005