marzo 2021

periodico di cinema, cultura e altro... ©
 

n° 64
Reg.1757 (PD 20/08/01)

 
 

In fondo siamo dei nostalgici. Alla mancanza del cinema in sala, alla contrazione di nuove uscite troviamo soddisfatta consolazione ripescando nei nostri video archivi reperti memorabili. Del western come sempre e, stavolta, anche del muto!

 
 

  PILLOLE WESTERN                                         

 

Raoul Walsh anni '40

  Sono personaggi dal destino segnato quelli tratteggiati da Walsh in La storia del generale Custer e Gli amanti della città sepolta. Due titoli che entrano di diritto tra i grandi western degli anni 40 e che restano famosi uno per la complessa figura eroica del suo protagonista, l’altro per il finale fiammeggiante tra colpi di pistola e passione amorosa.

Walsh parte con i toni della commedia per dare caratterizzazione al suo Custer, ma il registro cambia quando entra davvero in campo l’eroe, con la sua etica ferrea... >>

Per il suo antieroe Walsh costruisce un futuro sempre più senza via d’uscita e la tensione è in crescendo, fino ad arrivare a quelle mani intrecciate al culmine della sparatoria... >>

Ezio Leoni

 
 

  PERLE SILENZIOSE                

 

primi passi alla riscoperta del CINEMA MUTO

  Nel 1927 la Warner Bros. distribuì nelle sale Il cantante di jazz e per la prima volta gli spettatori poterono assistere al prodigio di un suono sincronizzato col labiale degli attori. Erano nate le pellicole sonore, che da lì a qualche anno avrebbero soppiantato il cinema muto. La transizione, com’è noto, non fu indolore – e molte carriere conobbero una fine prematura per l’incapacità di adeguarsi ai nuovi modi di intendere il mezzo – ma di certo essa fu epocale, al punto che, mentre l’avvento del colore non cancellò affatto, pur rendendole minoritarie, le pellicole in bianco e nero, i film muti – tanto grande fu lo scarto rispetto al passato – smisero di fatto di essere prodotti sino ai giorni nostri, salvo eccezioni per lo più catalogabili nelle rarità d’essai .
Da qui la questione: perché, oggi, recuperare pellicole mute? Il semplice dovere accademico di storici e professionisti del cinema non sembra bastevole a spiegare il generale interesse per un mondo così apparentemente lontano dai modi del presente. A ben vedere, una prima ragione è che questa lontananza è solo di superficie e un gran numero di film muti ha, invero, situazioni, ritmi, personaggi e sviluppi assai più prossimi alla nostra sensibilità di tante pellicole a noi temporalmente vicine. Un secondo motivo risiede nel fatto che nel cinema muto si giunse al culmine del perfezionamento della grammatica visiva e rivedere oggi queste pellicole è una irrinunciabile scuola per affinare i modi del nostro sguardo, per imparare a guardare il mondo – un mondo in cui l’elemento della comunicazione visuale è divenuto, ormai, preminente – con maggiore consapevolezza. In fondo, però, la vera ragione è solo una: perché inoltrarsi nei territori del cinema muto è un’esperienza intrinsecamente divertente, che stimola senza sosta la nostra immaginazione di spettatori e ci rende ancor più consapevoli di quali meraviglie sia capace questo appassionante quanto misterioso mezzo che è il cinema. Cominciamo, dunque, il nostro viaggio e addentriamoci proprio in quegli anni Venti che del cinema muto videro 'apice.

Dr. Jeckyll e Mr.Hyde >>

The Penalty >>

Matteo Pernini

 
 
 

in rete dal 23 marzo 2021

 
 

redazione!
redazione