Troppo
carne al fuoco per un'uscita "puntuale" di questo ottavo numero? In
realtà VENEZIA LX non ha offerto un panorama così stimolante
da far esplodere un MC magazine speciale come quello
dello scorso anno e non avevamo
certo voglia di lasciarci
coinvolgere nelle polemiche RAI sul
Leone d'oro: Buongiorno notte
e Il ritorno ci sono piaciuti entrambi moltissimo! A tali
livelli la scala di merito può essere "soggettiva" senza scandali:
per critici, pubblico e giurati... Fa piuttosto riflettere il
confronto tra la fermezza della giuria di Cannes che non esita ad
assegnare un doppio premio a Elephant
(Palma d'oro
nonché miglior regia a Gus Van Sant) trascurando del tutto
Dogville di Lars Von Trier e l'imbarazzo veneziano, di fronte
alle pressioni nazionalistiche, che ha portato ad un premio risibile
come il
contributo alla sceneggiatura per il film di Bellocchio. Certo che in questo modo
quasi tutto ciò che di il meritevole era in rassegna è riuscito ad
entrare nella rosa dei premiati, ma qualche piacevole sorpresa al
lido è in ogni caso arrivata (specie in
CONTROCORRENTE) e la presenza
di Allen e del suo Anything Else ha autenticato come
"memorabile" questa XLa edizione gestita dallo straripante
de Hadeln.
La tardiva messa in rete di questo numero ci concede comunque
uno spazio di autorefenzialità poiché proprio in questi giorni
si è conclusa la quinta edizione di ,
che proprio nella nostra sede istituzionale (il cinema
Torresino di Padova,
dove opera il circolo
The Last Tycoon)
ha trovato spazio e consenso di pubblico.
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VENEZIA
XL
Non è una sorpresa che il vincitore del Leone d’oro
di quest’anno sia proprio l’opera prima di Andrey
Zvyagintsev,
Il
ritorno (Vozvraschenie).
Esclusi alcuni magnifici abbagli e la (ri)conferma autoriale
di Bellocchio, Kitano e de Oliveira su tutti, infatti,
la selezione del concorso veneziano non suscitava poi
grandi emozioni e, sicuramente, la vittoria del russo
Zvyagintsev rappresenta la scelta più scontata (e non
per questo meno opportuna) verso un cinema che racchiude
al suo interno sia la qualità, tecnica e narrativa,
sia la capacità di appassionare...
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VENEZIA
XL
21 Grams,
unico film americano in concorso, è firmato dal giovane
regista messicano A. Gonzales Inarritu, del quale nella
passata edizione del festival era stato molto apprezzato
l’episodio di
11 Settembre
per la drammatica essenzialità delle immagini: la caduta
libera dei corpi dalle Twin Towers con totale assenza
di colonna sonora. Del tutto opposta appare la
scelta stilistica di questo film, che sia per la costruzione
narrativa a mosaico (incastro), peraltro già presente
nel suo primo film
Amores perros,
che per le situazioni evocate e la drammaticità dei
temi trattati si può sicuramente ascrivere all’estetica
neo-barocca...
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VENEZIA
XL
Fra coloro che conoscono e amano Takeshi Kitano la curiosità
era grande: cosa sarebbe nato dall’incontro tra il grande
regista giapponese (Leone d’oro nel ’97 per
Hana-bi),
noto
anche come bizzarro personaggio comico televisivo col
nome di Beat Takeshi, e uno dei protagonisti più amati
della cultura popolare giapponese, il guerriero cieco
Zatoichi?
Kitano ha accolto la proposta di cimentarsi con il film
storico in costume come una vera sfida: riuscire a rinnovare
radicalmente la tradizione partendo da un personaggio
già caratterizzato e da elementi narrativi e formali
ben codificati...
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CONTROCORRENTE
Una pianura piatta disegnata
unicamente dai mulini a vento, un paese minerario della
Sassonia, tre anziani minatori, nel giorno del pensionamento,
commossi dalle canzoni di commiato dei compagni di lavoro e
perplessi di fronte al regalo di addio: tre orribili lampade
ricavate proprio dal materiale che presumibilmente avevano
estratto per tutta la vita. Un inizio, quello di
Shultze Gets The Blues,
che, sia per quanto riguarda la situazione che il contesto
ambientale, crea delle specifiche aspettative sul possibile
sviluppo narrativo...
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CONTROCORRENTE
Last Life in the Universe
è l’ultimo lavoro (il quarto nella carriera) di Pen-ek
Ratanaruang, regista thailandese non molto noto anche se
recentemente è stato distribuito in Italia il suo
Mon-Rak
transistor. E’ davvero un’opera interessante quella di Ratanaruang,
anche se non un capolavoro, certamente un film non privo di
fascino estetico e di un punto di vista intrigante sul delicato
rapporto uomo-donna, vita-morte...
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VENEZIA
XL
Tsai Ming-Liang è un autore
affermato già da tempo e non è estraneo ai festival e ai premi.
Nel 1994 è stato premiato con il Leone d’oro per
Vive
l’Amour, nel 1996 a Berlino per
The River
(Il Fiume) e nel 1998
a Cannes per
The Hole
(Il Buco). Molto atteso quindi, ha presentato
quest’anno al Lido il suo nuovo lavoro,
Bu San
(Arrivederci Dragon Inn).
Un cinema, quello del regista taiwanese, rigoroso e ricercato,
lontano dagli stereotipi di genere, sia orientali sia, e
soprattutto, occidentali...
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VENEZIA
XL
A cosa serve un alter-ego? A
raddoppiare il punto di vista, a
dire
più cose. A distaccarsi dal proprio personaggio e guardarlo
dall'esterno, a vedere la realtà con altri occhi, ad entrare in
dialettica con se stesso, a rileggere le proprie manie e
scoprirne di nuove...
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CONTROCORRENTE
De Fem Benspaend
(The Five Obstructions) è l’ultima sadica
opera di Lars Von Trier, autore dal quale tutto ci si può
aspettare. Questa volta costruisce una specie di spietato saggio
sulla (distruzione della) messinscena, vincolato da regole ed
ostacoli ferrei...
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VENEZIA
XL |
CONTROCORRENTE
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Leone
d’Oro Il ritorno di Andrej
Zvjagintsev
Gran Premio della Giuria Randa
Chahal Sabbag (Le cerf-volant)
Premio
speciale per la regia Zatoichi di Takeshi
Kitano
Premio contributo alla
sceneggiatura Marco Bellocchio(Buongiorno,notte
>>) |
Coppa Volpi per il miglior attore Sean
Penn (21 Grams)
Coppa Volpi per la migliore
attrice Katja Riemann
(Rosenstrasse)
Premio Opera Prima - L. De Laurentiis
Il ritorno di Andrej
Zvjagintsev
Premio Mastroianni - attrice emergente Najat Bessalem
(Raja) |
Premio
San Marco Vodka Lemon
>> di Hiner
Saleem
Premio speciale per la regia M.
Schorr (Schultze gets the blues)
Migliore
attore A.Tadanobu (Last
Life in
the Universe)
Migliore attrice
S. Johansson (Lost in Translation
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È
stata una vera scommessa quella della Regione
Veneto – Direzione Comunicazione e Informazione,
di spostare da Vicenza a Padova il suo fiore all'occhiello,
Videopolis,
il Festival Nazionale video-cinematografico
sulla rappresentazione dello spazio urbano.
E la scommessa è stata vinta, alla grande. Per
questa quinta edizione, dedicata alla "citta
plurale",
la cornice del cinema Torresino è risultata ben
dimensionata alle esigenze del progetto (con la
sala quasi sempre gremita), le opere in concorso
sono apparse tutte all'altezza (originali e qualitativamente
apprezzabili), le tre rassegne speciali (abbinate
alle tre sezioni video, Documentario oggi,
Visioni digitali e City Fiction)
incisive e stimolanti, l'idea
documentaria
è diventata una realtà di dinamica concretezza
(il back-stage girato nei giorni del festival
è stato messo in palinsesto da RAI 3), il
distretto digitale
ha innescato visionari momenti di dialogo tra
arte e merce, lo
spazio cinema
ha suggellato con tre proiezioni d'essai la fusione
tra l'avanguardia della videorealtà e la classicità
della fiction.
L'apertura, nella
serata finale, ad un percorso musicale inedito per il festival,
ha portato sul palco l’Ensamble Laboratorio Novamusica:
l'esecuzione accurata e "asincrona" del repertorio di Frank
Zappa e John Zorn ha reso testimonianza della ricerca ad ampio
spettro che caratterizza Videpolis, un piccolo-grande
festival che, più che mai in questa circostanza, ha saputo
spettacolarizzare al suo interno la "pluralità" di emozioni e
linguaggi. |
Il
40° anniversario della tragedia di Dallas
suscita, tra le altre, due attualissime riflessioni.
La prima coinvolge a livello di "immagine
e rappresentazione" la tensione drammatica
della video-cronaca: sconvolti dalla devastazione
dell'attentato alle
Torri
gemelle
si è parlato di uno "choc mediatico senza
pari"... Il corpo di J.F.K.
che sobbalza sotto i colpi di fucile ebbe per
una generazione un effetto forse ancor più intimamente
devastante. A ricordarlo, a riviverlo oggi, quel
24 novembre 1963 ci accomuna al popolo
americano in fondo in maniera più "limpida"
di quanto non sia successo l'11 settembre di due
anni fa. La politica USA non era senza pecche
neppure allora (la crisi di Cuba, il
Vietnam...)
ma - seconda riflessione - come non sintonizzarsi
con appassionata fiducia in un un uomo (un presidente!)
che era arrivato a comprendere che gli Stati Uniti
non avevano il monopolio della situazione mondiale
e che dichiarava di essere "un idealista,
senza illusioni"? (e.l.)
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