(settembre)
ottobre-novembre 2003

bimestrale di cinema, cultura e altro...

n° 8
Reg.1757 (PD 20/08/01)

 

   Troppo carne al fuoco per un'uscita "puntuale" di questo ottavo numero? In realtà VENEZIA LX non ha offerto un panorama così stimolante da far esplodere un MC magazine speciale  come quello dello scorso anno e non avevamo certo voglia di lasciarci coinvolgere nelle polemiche RAI sul Leone d'oro: Buongiorno notte e Il ritorno ci sono piaciuti entrambi moltissimo! A tali livelli la scala di merito può essere "soggettiva" senza scandali:  per critici, pubblico e giurati...  Fa piuttosto riflettere il confronto tra la fermezza della giuria di Cannes che non esita ad assegnare un doppio premio a Elephant (Palma d'oro nonché miglior regia a Gus Van Sant) trascurando del tutto Dogville di Lars Von Trier e l'imbarazzo veneziano, di fronte alle pressioni nazionalistiche, che ha portato ad un premio risibile come il contributo alla sceneggiatura per il film di Bellocchio. Certo che in questo modo quasi tutto ciò che di il meritevole era in rassegna è riuscito ad entrare nella rosa dei premiati, ma qualche piacevole sorpresa al lido è in ogni caso arrivata (specie in CONTROCORRENTE) e la presenza di Allen e del suo Anything Else ha autenticato come "memorabile" questa XLa edizione gestita dallo straripante de Hadeln.
La tardiva messa in rete di questo numero ci concede comunque uno spazio di autorefenzialità poiché proprio in questi giorni si è conclusa la quinta edizione di , che proprio nella nostra sede istituzionale (il cinema Torresino di Padova, dove opera il circolo The Last Tycoon) ha trovato spazio e consenso di pubblico.

VENEZIA XL
Non è una sorpresa che il vincitore del Leone d’oro di quest’anno sia proprio l’opera prima di  Andrey Zvyagintsev,
Il ritorno (Vozvraschenie). Esclusi alcuni magnifici abbagli e la (ri)conferma autoriale di Bellocchio, Kitano e de Oliveira su tutti, infatti, la selezione del concorso veneziano non suscitava poi grandi emozioni e, sicuramente, la vittoria del russo Zvyagintsev rappresenta la scelta più scontata (e non per questo meno opportuna) verso un cinema che racchiude al suo interno sia la qualità, tecnica e narrativa, sia la capacità di appassionare...
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VENEZIA XL
21 Grams, unico film americano in concorso, è firmato dal giovane regista messicano A. Gonzales Inarritu, del quale nella passata edizione del festival era stato molto apprezzato l’episodio di
11 Settembre per la drammatica essenzialità delle immagini: la caduta libera dei corpi dalle Twin Towers con totale assenza di colonna sonora. Del tutto opposta appare la scelta stilistica di questo film, che sia per la costruzione narrativa a mosaico (incastro), peraltro già presente nel suo primo film Amores perros, che per le situazioni evocate e la drammaticità dei temi trattati si può sicuramente ascrivere all’estetica neo-barocca... >>

VENEZIA XL
Fra coloro che conoscono e amano Takeshi Kitano la curiosità era grande: cosa sarebbe nato dall’incontro tra il grande regista giapponese (Leone d’oro nel ’97 per
Hana-bi), noto anche come bizzarro personaggio comico televisivo col nome di Beat Takeshi, e uno dei protagonisti più amati della cultura popolare giapponese, il guerriero cieco Zatoichi? Kitano ha accolto la proposta di cimentarsi con il film storico in costume come una vera sfida: riuscire a rinnovare radicalmente la tradizione partendo da un personaggio già caratterizzato e da elementi narrativi e formali ben codificati... >>

CONTROCORRENTE
Una pianura piatta disegnata unicamente dai mulini a vento, un paese minerario della Sassonia, tre anziani minatori, nel giorno del pensionamento, commossi dalle canzoni di commiato dei compagni di lavoro e perplessi di fronte al regalo di addio: tre orribili lampade ricavate proprio dal materiale che presumibilmente avevano estratto per tutta la vita. Un inizio, quello di Shultze Gets The Blues, che, sia per quanto riguarda la situazione che il contesto ambientale, crea delle specifiche aspettative sul possibile sviluppo narrativo...
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CONTROCORRENTE
Last Life in the Universe è l’ultimo lavoro (il quarto nella carriera) di Pen-ek Ratanaruang, regista thailandese non molto noto anche se recentemente è stato distribuito in Italia il suo
Mon-Rak transistor. E’ davvero un’opera interessante quella di Ratanaruang, anche se non un capolavoro, certamente un film non privo di fascino estetico e di un punto di vista intrigante sul delicato rapporto uomo-donna, vita-morte... >>

VENEZIA XL
Tsai Ming-Liang è un autore affermato già da tempo e non è estraneo ai festival e ai premi. Nel 1994 è stato premiato con il Leone d’oro per
Vive l’Amour, nel 1996 a Berlino per The River (Il Fiume) e nel 1998 a Cannes per The Hole (Il Buco). Molto atteso quindi, ha presentato quest’anno al Lido il suo nuovo lavoro, Bu San (Arrivederci Dragon Inn). Un cinema, quello del regista taiwanese, rigoroso e ricercato, lontano dagli stereotipi di genere, sia orientali sia, e soprattutto, occidentali... >>

VENEZIA XL
A cosa serve un alter-ego? A raddoppiare il punto di vista, a dire più cose. A distaccarsi dal proprio personaggio e guardarlo dall'esterno, a vedere la realtà con altri occhi, ad entrare in dialettica con se stesso, a rileggere le proprie manie e scoprirne di nuove...
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CONTROCORRENTE
De Fem Benspaend (The Five Obstructions) è l’ultima sadica opera di Lars Von Trier, autore dal quale tutto ci si può aspettare. Questa volta costruisce una specie di spietato saggio sulla (distruzione della) messinscena, vincolato da regole ed ostacoli ferrei...
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VENEZIA XL

CONTROCORRENTE

Leone d’Oro
Il ritorno di Andrej Zvjagintsev

Gran Premio della Giuria
Randa Chahal Sabbag (Le cerf-volant)

Premio speciale per la regia
Zatoichi di Takeshi Kitano

Premio contributo alla sceneggiatura
Marco Bellocchio(Buongiorno,notte >>)
Coppa Volpi per il miglior attore
Sean Penn (21 Grams)

Coppa Volpi per la migliore attrice
Katja Riemann (Rosenstrasse)

Premio Opera Prima - L. De Laurentiis
Il ritorno di Andrej Zvjagintsev

Premio Mastroianni - attrice emergente
Najat Bessalem (Raja)
Premio San Marco
Vodka Lemon >> di Hiner Saleem

Premio speciale per la regia
M. Schorr (Schultze gets the blues)

Migliore attore
A.Tadanobu (Last Life in the Universe)

Migliore attrice
S. Johansson (Lost in Translation >>)
 

  È stata una vera scommessa quella della Regione Veneto – Direzione Comunicazione e Informazione, di spostare da Vicenza a Padova il suo fiore all'occhiello, Videopolis, il Festival Nazionale video-cinematografico sulla rappresentazione dello spazio urbano. E la scommessa è stata vinta, alla grande. Per questa quinta edizione, dedicata alla "citta plurale", la cornice del cinema Torresino è risultata ben dimensionata alle esigenze del progetto (con la sala quasi sempre gremita), le opere in concorso sono apparse tutte all'altezza (originali e qualitativamente apprezzabili), le tre rassegne speciali (abbinate alle tre sezioni video, Documentario oggi, Visioni digitali e City Fiction) incisive e stimolanti, l'idea documentaria è diventata una realtà di dinamica concretezza (il back-stage girato nei giorni del festival è stato messo in palinsesto da RAI 3), il distretto digitale ha innescato visionari momenti di dialogo tra arte e merce, lo spazio cinema ha suggellato con tre proiezioni d'essai la fusione tra l'avanguardia della videorealtà e la classicità della fiction.

L'apertura, nella serata finale, ad un percorso musicale inedito per il festival, ha portato sul palco l’Ensamble Laboratorio Novamusica: l'esecuzione accurata e "asincrona" del repertorio di Frank Zappa e John Zorn ha reso testimonianza della ricerca ad ampio spettro che caratterizza Videpolis, un piccolo-grande festival che, più che mai in questa circostanza, ha saputo spettacolarizzare al suo interno la "pluralità" di emozioni e linguaggi.

       Il 40° anniversario della tragedia di Dallas suscita, tra le altre, due attualissime riflessioni. La prima coinvolge a livello di "immagine e rappresentazione" la tensione drammatica della video-cronaca: sconvolti dalla devastazione dell'attentato alle Torri gemelle si è parlato di uno "choc mediatico senza pari"... Il corpo di J.F.K. che sobbalza sotto i colpi di fucile ebbe per una generazione un effetto forse ancor più intimamente devastante. A ricordarlo, a riviverlo oggi, quel 24 novembre 1963 ci accomuna al popolo americano in fondo in maniera più "limpida" di quanto non sia successo l'11 settembre di due anni fa. La politica USA non era senza pecche neppure allora (la crisi di Cuba, il Vietnam...) ma - seconda riflessione - come non sintonizzarsi con appassionata fiducia in un un uomo (un presidente!) che era arrivato a comprendere che gli Stati Uniti non avevano il monopolio della situazione mondiale e che dichiarava di essere "un idealista, senza illusioni"? (e.l.)

dal 22 novembre 2003 al 1° febbraio 2004
la mostra
JOHN F. KENNEDY E IL CINEMA 
organizzata presso la Galleria municipale da

 
 

in rete dal 13 dicembre 2003


redazione!
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