Senteri selvaggi

The Searchers
John Ford # USA 1956 (119′)

Lux Padova Logo (22/12/95) Non era facile scegliere un film, uno solo, unico, grande e significativo per celebrare questo benedetto centenario. In testa alle classifiche critiche c’è sempre il superlativo Quarto potere, ma il “no trespassing” di Welles, il suo Xanadù e la sua Rosebud, sono meccanismi fin troppo perfetti di un’insuperata complessità stilistica che esalta in modo esemplare la potenzialità espressiva ed autoriale del cinema (“uno stile che crea il senso”, diceva Bazin)…


Accantonata quindi l’esibizione austera del classico del classici, la nostra serata non poteva che risolversi in una commemorazione ugualmente “classica”, ma più confidenziale e appassionata, lasciando briglia sciolta al nostro personalissimo gusto (e alla retorica di rito).
Ed eccovi allora il meraviglioso, commovente, indimenticabile Sentieri selvaggi, indiscusso capolavoro del miglior John Ford, una pietra miliare del cinema e del western (USA – 1956) e, per noi, un film che sa rivelare ad ogni visione nuovi spunti di riflessione ed ulteriori sussulti di (palpitante!) emozione.
E non è solo un fatto di sintonia personale e cinefila (ognuno ha un titolo nel cuore, il “suo” film) perché davvero SENTIERI SELVAGGI è un momento intenso e vitale nella costruzione dell’immaginario collettivo di questi cent’anni: in questa “banale” storia di indiani e cowboy, con la piccola Debbie rapita dai pellerossa e lo zio Ethan e l’amico Martin che la cercano disperatamente (The Searchers è il titolo originale), c’è la summa di una concezione mitica del cinema che sa riassumere in racconto epico l’intensità del vivere, in un breve sguardo l’emozione di un sentimento, in una semplice inquadratura una visione del mondo. Nel viatico dei protagonisti, nelle loro peripezie, nell’esplodere delle loro dinamiche personali, c’è la metafora di un inarrestabile vagabondaggio esistenziale, c’è la passionalità dell’amore per la terra, dell’odio (razziale) e della vendetta, della nostalgia per le occasioni perdute della vita.

 

 

 

E poi c’è lui, John Wayne, con la sua andatura strascicata, con il suo sguardo perso verso la frontiera e ci sono le note languide di Lorena e quell’uscio che apre e chiude il film Cento anni di cinema, una finestra su un mondo fatto di realtà e di sogni, cento anni di immagini passate sullo schermo e “fermate” nello sguardo, nella memoria e nel cuore. Buona visione!

ezio leoni –  serata speciale al Lux per i 100 anni del Cinema

 

dal romanzo di Alan Le May sceneggiato da Frank S. Nugent