Cuori puri

Roberto De Paolis


Agnese e Stefano sono molto diversi. Lei, 18 anni, vive con una madre dura e devota, frequenta la chiesa e sta per compiere una promessa di castità fino al matrimonio. Lui, 25 anni, è un ragazzo dal passato difficile che lavora come custode in un parcheggio di un centro commerciale confinante con un grande campo rom. Dal loro incontro nasce un sentimento vero, fatto di momenti rubati e di reciproco aiuto. Il desiderio l’uno dell’altra cresce sempre di più, fino a quando Agnese, incerta se tradire i suoi ideali, si troverà a prendere una decisione estrema e inaspettata. Appassionato e intenso dramma sociale nella degradata periferia romana, quella di De Paolis è un’opera prima precisa e compatta che si non perde per strada. E bravissimi i protagonisti!

 

Italia 2017 – 1h 54’

Agnese compie i diciotto anni mentre vive con una madre molto devota e frequenta la parrocchia locale dove sta per compiere una promessa di castità fino al giorno delle nozze. Stefano ha venticinque anni, un passato difficile e un presente in cui deve cercare di conservare l’incarico di custode di un parcheggio che confina con un campo rom. La sua famiglia sta per essere sfrattata e ha bisogno del suo aiuto. Il loro incontro farà nascere un sentimento speciale che implica delle scelte importanti, in particolare per Agnese.

 

Era da tempo che non compariva sugli schermi un’opera prima così intensa e così carica di un realismo che si fa cinema ad ogni inquadratura. A partire dall’inseguimento iniziale: una corsa in cui Stefano, addetto al controllo in un centro commerciale, insegue Agnese che ha rubato un cellulare di scarso valore. È il loro primo incontro ma non è l’inizio di un idillio. È solo il prologo di un percorso irto di ostacoli. Perché il microcosmo che li circonda non è loro di aiuto. De Paolis si libera da tutti i presunti doveri del politically correct, quelli per intendersi, che fanno gridare allo scandalo gli ipocriti che vorrebbero dipingere la realtà così come non è. In questo film i rom non sono tutti buoni così come gli sfrattati non sono solo vittime e le buone intenzioni non necessariamente conducono a quella Verità che potrebbe farci liberi. Agnese è chiusa in una gabbia che non ha pareti ma che, grazie a una madre ossessionata da una religiosità pervasiva, la rinchiude apparentemente senza via di scampo. Questo senza che ci sia la necessità di rappresentare l’ambito parrocchiale come un luogo retrogrado e conservatore. Don Luca è un sacerdote che crede sinceramente a ciò che propone ai ragazzi, ne conosce le difficoltà in senso generale ma non entra mai in una dinamica di comprensione del singolo se non per una reprimenda sul furto.

Giancarlo Zappoli – mymovies.it

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