Sarah & Saleem – Là dove nulla è possibile

Muayad Alayan

Lei è ebrea, lui palestinese. Quando la loro relazione extraconiugale viene alla luce, assume una pericolosa dimensione pubblica. Bn presto Sarah e Saleem si trovano coinvolti in una situazione più grande di loro, che trascende le responsabilità familiari per diventare un caso politico. Una storia sorprendente, magistralmente congeniata è da cui è difficile non farsi avvincere.


The Reports on Sarah and Saleem
Palestina/Germania/Olanda 2018 – 2h 7′
FESTIVAL DI ROTTERDAM: Premio speciale della giuria per la sceneggiatura

 

La relazione extraconiugale tra una donna ebrea e un uomo palestinese assume una pericolosa dimensione pubblica quando i due vengono avvistati insieme nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Tra colpi di scena e circostanze imprevedibili, Sarah e Saleem si ritrovano coinvolti in una situazione molto più grande di loro, che trascende le stesse, già di per sé gravose, responsabilità familiari.
Quattro personaggi sconvolti dall’imprevedibilità del destino. Saleem e la sua dolcissima moglie Bisan, Sarah e il marito David, colonnello dell’esercito. Quattro personaggi ai quali si affianca un quinto non meno importante, che li ingloba e influenza inevitabilmente: Gerusalemme, una città martoriata dall’odio e dalla guerra, ferita e divisa in due. Una città in cui anche l’intimità di una relazione passionale viene avvilita e trasformata in altro. Sarah e Saleem, là dove nulla è impossibile è un dramma sociale in cui l’oscillazione dalla dimensione privata a quella pubblica è continua, giungendo a un punto in cui sono indistinguibili l’una dall’altra. Ci parla del malessere dell’individuo nel macrocosmo sociale,della mancanza di libertà che lo schiaccia e soffoca, dell’imposizione di ruoli preassegnati. Nessuno dei quattro personaggi citati è marginale e ognuno di loro riflette una sfumatura significativa del rapporto tra l’essere umano e una società repressiva, un malessere che esplode in passioni estreme dalle conseguenze distruttive (…) Il film affascina, emoziona e coinvolge, colpendo la sensibilità dello spettatore e mantenendo alta la suspense (…) Fulcro morale del film anche il valore della solidarietà femminile in un mondo cupo e ingiusto. Sono le donne le vere protagoniste di Sarah e Saleem – Là dove nulla è possibile coloro capaci di affrontare il dolore e ricominciare coraggiosamente da capo, di mettere da parte il rancore e l’orgoglio, anteponendo all’egoismo la forza interiore di fare la cosa giusta.

Corinne Vosa – sipario.it

  …Un film emotivamente sorprendente, ideologicamente spiazzante e difficile da dimenticare, in cui le rivali in amore diventano loro malgrado alleate. Insieme lottano contro un’ingiustizia più grande, quella di governi che non vedono l’ora di scoprire complotti inesistenti, strumentalizzare notizie e trasformare i cittadini in avversari da combattere.
La regia di Muayad Alayan è matura, benché si tratti solo di un’opera seconda (dopo Amore, furti ed altri guai) , e ricorda a tratti quella di Asghar Farhadi, con zero didascalismi e un’eleganza rara nel raccontare anche le passioni più primordiali, senza troppo schierarsi da un punto di vista politico, tanto meno morale. Certo, la questione politica è prepotentemente e fa la differenza, tuttavia viene trattata come un contesto in cui far muovere una storia decisamente avvincente e magistralmente congeniata, che dura oltre due ore ma arriva veloce allo spettatore come un proiettile. Restano nel cuore, i protagonisti di questo film, ognuno con la sua colpa, ognuno con la sua voglia di vita e desiderio di giustizia. Restano i loro sguardi, i sospiri lunghi, la difficoltà ad esprimere sentimenti inconfessabili, la loro voglia di abbassare il volume dei notiziari di morte per abbandonarsi al flusso dirompente della vita. Che non è mai giusta, né perfetta: è quel che è, dice l’amore.

Claudia Catalli – mymovies.it

  …Ognuno sembra usare l’altro per scappare da una situazione familiare che l’opprime, ma nessuno dei due ha fatto i conti con un’altra situazione, più grande e complessa, quella politica (…) E la verità? Quella alla fine sembra l’ultima preoccupazione di tutti. O meglio: qualcuno la scoprirà ma sembrerà il minore dei problemi da affrontare in un mondo dove l’odio etnico, la rivalità religiosa, lo scontro politico e la sfiducia vengono prima di tutto, rapporti umani compresi. E alla fine il film non sceglie chi far vincere e perdere: racconta solo un paese dove nessuno può dirsi davvero innocente e tutti, ma proprio tutti, finiscono per pagare delle colpe che sono ben più grosse delle loro personali responsabilità. Lasciando nello spettatore il senso di una sconfitta senza vie d’uscita.

Paolo Mereghetti – corriere.it

film della critica (SNCCI):
Addentrandosi in una relazione extraconiugale a Gerusalemme tra un palestinese e una ebrea, il regista fa esplodere con una tensione progressiva una dinamica conflittuale,che presto abbandona la questione privata, ponendo in un contesto scopertamente sociale, questioni politiche e morali, dove desiderio e tradimento assumono significati inestricabili.

Lascia un commento