Sei minuti a mezzanotte

Andy Goddard

Estate del 1939.Thomas Miller accetta un posto in una scuola di perfezionamento, sita sulla costa meridionale della Gran Bretagna. Qui scoprirà che tra le sue alunne ci sono diverse figlie di famiglie tedesche naziste dell’alta società, intenzionate a fare della loro prole una sorta di ambasciatori della Germania nazionalsocialista del futuro….

Six Minutes to Midnight
Gran Bretagna 2020 (99′)


S
ei minuti a mezzanotte, ambientato in Inghilterra nell’agosto del 1939, comincia con la misteriosa morte di un professore di un istituto femminile. Thomas Miller (Eddie Izzard) viene scelto dalla direttrice Rocholl (Judi Dench) come nuovo professore d’inglese per le ragazze, figlie di ufficiali e militari tedeschi. Miller sembra voler lavorare a stretto contatto con le ragazze, preoccupato delle tensioni tra Inghilterra e Germania, agli sgoccioli della loro alleanza, e dell’entusiasmo delle ragazze verso i discorsi del loro führer. Il film sembra, quindi, essere un racconto di formazione e di educazione tra il professore e le sue studentesse, salvo poi cambiare definitivamente tono, una volta scoperto che anche Thomas Miller, come il suo predecessore morto, è in realtà una spia britannica sotto copertura. Il suo obiettivo, visto il clima di una guerra imminente, è di trattenere le ragazze nell’istituto. Per questo dovrà confrontarsi con la signorina Keller (Carla Juri), anche lei presente nell’istituto, spia tedesca che, invece, ha il compito opposto di riportare le ragazze in Germania. Uno scontro che deve tener conto delle maschere, dei ruoli, dell’agire silenziosamente, come fosse – appunto – una partita a scacchi tra due giocatori. Nel mentre, il Capitano Drey (James D’Arcy) indaga cercando di far luce sull’omicidio e forse, sarà proprio il professor Miller a dover fuggire dall’istituto…


Sei minuti a mezzanotte
cambia pelle continuamente così che lo spettatore si ritrova a non riuscire a prevedere nulla e a non sapere come il film si trasformerà ancora una volta. Si passa dal thriller classico a un racconto d’educazione giovanile, da una storia di fuga a una corsa contro il tempo: diverse sfumature con un alone di mistero che sicuramente mantengono alto il ritmo dell’azione e del racconto (…)


La partita tra spie all’interno dell’istituto sembra essere parte di una partita a scacchi molto più grande, tra gli uomini e la Storia stessa. Per tutto il film si percepisce una patina cupa, un senso di sconfitta generale e di rassegnazione: i personaggi sembrano conoscere l’inizio di una guerra imminente e si ha l’impressione che agiscano quasi sotto costrizione. Credevano di essere giocatori e invece si ritrovano a essere solo pedine, pronte a essere sacrificate e obbligate a vivere in un mondo con regole ben precise. Alla fine la sensazione è che sia la guerra a vincere ed è a lei che viene dedicata l’ultima inquadratura. La voce umana diventa cronaca, l’istituto che sembrava il centro della storia diventa una parte piccolissima e ininfluente. Gli stessi personaggi, da protagonisti, appaiono più come persone comuni, soggiogate da qualcosa più grande di loro (…) Un thriller storico chepreferisce la chiarezza all’ambiguità per mettere in scena la sconfitta dell’umanità all’alba di una guerra mondiale.

Matteo Maino – movieplayer.it

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