Evelyne tra le nuvole

Anna Di Francisca

Sofia vive in un antico casale ai piedi della Pietra di Bismantova, dove persino la parola internet suona sconosciuta. Gestisce un agriturismo in cui approdano turisti in cerca di pace e si occupa delle sue mucche, oltre che delle sue erbe e del latte con cui produce un ottimo Parmigiano. Ma quel luogo è nella posizione ideale per collocare un ripetitore telefonico che porterà il progresso in tutta la zona. Come far convivere natura e silenzi con la tecnologia in grado di migliorare la nostra vita?

Italia 2023 (96′)

  Basterebbe la Pietra di Bismantova (l’insolita formazione rocciosa alta e stretta, dell’appennino reggiano, che si staglia all’orizzonte) per accendere la curiosità su questa spigliata e sorprendente commedia ecologico-sentimentale, dove le mucche che fuggono dalla stalla vengono recuperate con l’elicottero la Evelyn del titolo è appunto una bella vacca da latte – e la sapienza dell’erboristeria ha sfumature magiche. Lo scopre Richard, il rigidissimo inviato di una compagnia telefonica internazionale, deciso a costruire un ripetitore proprio sul terreno della testarda Sofia, che ospita nel suo casale turisti alla ricerca della pace e della bellezza della natura. Naturalmente Richard si è già conquistato l’alleanza di molti abitanti della zona, allettati dai guadagni che intravedono, ma non ha fatto i conti con un provvidenziale blocco della schiena che gli impedisce di concludere il suo progetto e lascia tempo a Sofia per le sue contromosse. Ma più che la soluzione del problema, alla regista interessa raccontare la colorata e folcloristica umanità che vive ai piedi della Pietra di Bismantova, ognuno alla ricerca di una sua personale felicità che il caso (e la magia delle erbe) potrebbero aiutare a raggiungere. Anche a dispetto delle convenzioni.

Paolo Mereghetti – iodonna.it

  Evelyne tra le nuvole, film diretto da Anna Di Francisca, racconta la storia di Sofia, proprietaria di un agriturismo sull’Appenino Reggiano, ai piedi di Pietra Bismantova. Sofia, interpretata da Eleonora Giovanardi, conduce la sua attività praticando una filosofia naturalista, lontana da tutto ciò che il progresso tecnologico ha reso necessario. Il suo agriturismo è meta per chi desidera giorni di quiete lontano dal chiasso delle realtà urbane, dalla velocità di tempi dentro i quali, spesse volte, viene smarrito il senso di se stessi, dalla fretta che genera indifferenza e cecità. Un agriturismo che vive con quello che la natura offre; una cura rispettosa per gli animali, fonte di cibo, e conoscenza delle erbe coltivate come medicine per l’anima e la mente. A interrompere l’equilibrio a dir poco idilliaco, è la notizia che a breve sarà collocato un ripetitore telefonico che andrà a sconvolgere le scelte di Sofia mutando le ragioni e le finalità per le quali la stessa aveva ristrutturato il casale di famiglia. Alla bellezza e al silenzio di una natura, fino allora preservata all’invadenza tecnologica, prevale il senso di un progresso che invade e stravolge i ritmi lenti di una vita bucolica e contemplativa. Un film che denuncia il conflitto tra natura e nuove tecnologie attraverso le visioni di quattro donne, Sofia proprietaria dell’agriturismo, Violante Placido, donna completamente fuori contesto che percorre nell’Appennino Reggiano sognando Dubai; Claire Nebout, pittrice francese che sogna di potersi sconnettere dal mondo intero, lontana dal “caos” di una città come Parigi e alla ricerca di libertà interiore, mentale e fisica e infine Lucia Vasini, una maga capace di interpretare i dolori e i desideri delle donne. Sfumature diverse di più femminilità, ma come ribadito dalla regista, a loro modo avanguardistiche e straordinariamente indipendenti e forti.

Una commedia che incontra linee decisamente fantasy, un genere riconducibile al film proprio per la dimensione surrealistica della proposta; fuga da un mondo continuamente “connesso” per abitare luoghi che riconducono l’individuo verso un se stesso in pace con ciò che lo circonda. Dolente è la riflessione sull’incapacità di adattamento, uno scontro tra chi procede e chi invece vuole indietreggiare. La vera protagonista è la donna, figura poliedrica e molteplice, contemplativa e dinamica: 4 donne più 1, la “tecnologia”, astratta ma tangibile, presente e insidiosa. Vi è comunque un feel green, non solo dal punto di vista paesaggistico ma anche metaforico; donne in erba che hanno fatto delle loro passioni un lavoro, che, a prescindere dal fine e dalle aspirazioni, accomuna la femminilità che viene raccontata. Una regista donna che costruisce metafisicamente con altre donne, una visione nella visione senza banalizzare la ricerca tutta femminile, corrispondente ad un’affermazione delle proprie competenze ed a un ruolo che riconosca equità e dignità sociale e culturale. Una commedia rosa dalle linee fantasy, la cui trama centralizza il conflitto tra natura, tecnologia e indipendenza femminile. La regia di Anna Di Francisca, conferma la sua capacità di interazione e comunicazione…

Giulia Massara – cinematographe.it

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