I pionieri

Luca Scivoletto

Sicilia, 1990, estate. Enrico, dodicenne, è figlio di due politici iscritti al PCI e che da sempre lo hanno educato al pensiero e agli ideali del partito. Soffocato, decide di partire e andare in campeggio con Margherita, Renato e Vittorio, suoi coetanei, con l’intento di dar nuovamente vita ai Pionieri, ossia vecchi scout di stampo comunista che ormai non esistono più da molto tempo.

Italia 2022 (86′)

  Non è da tutti poter contare sui consigli personali di Enrico Berlinguer per cavarsi d’impaccio senza tradire i propri ideali comunisti. Ma quando l’amato segretario del Pci si trasforma da “angelo custode” in temibile Super-Io allora le cose si complicano e molto. È quello che accade al figlio di un tetragono segretario di sezione siciliana che nell’estate del 1990, per evitare di accompagnare il padre in giro per le sezioni a discutere del cambio di nome del partito, scappa di casa. L’idea è quella di vivere in campeggio tra i boschi, ma l’incontro con l’affascinante figlia di una militare americana, anche lei in fuga, complica le cose: ci si può innamorare di un’esponente dell’imperialismo Usa? Cosa dirà Berlinguer? Opera prima di Luca Scivoletto, Pionieri è una divertente commedia sulle contraddizioni della politica e della vita, con un giovane protagonista nerd cui è stato proibito – per coerenza ideologica – di vedere Rambo o giocare a Nintendo. L’approccio è scherzoso e simpatico, ma il tema ha una sua ragion d’essere e lo smarrimento politico, che diventa disagio esistenziale e finisce per intenerire anche il fantasma di Berlinguer, fa sorridere ma anche pensare.

Paolo Mereghetti – iodonna.it

 Il 1990 non è solo l’anno degli esaltanti e poi deludenti mondiali di calcio in Italia, quello delle notti magiche che attraversa il film omonimo di Paolo Virzì. È un crocevia determinante della storia politica. L’anno prima era caduto il muro di Berlino (9 novembre) ed era stato deposto e processato in Romania Nicolae Ceaușescu (22 dicembre) mentre quello successivo il Partio comunista ha cambiato nome ed è diventato Partito Democratico della Sinistra (3 febbraio). Ed è proprio nell’estate del 1990 che si sente l’eco, la passione e il clima di quegli anni che arrivano fino in Sicilia. Enrico ha 12 anni e per tutta la sua vita è stato condizionato, anzi ossessionato, dal Partito Comunista. Già nel 1985 era svenuto nella sua sede e ora la sua ombra condiziona le sue giornate. Il padre ambisce a diventare il segretario regionale del PCI e la madre cerca di farlo crescere con dei sani valori: niente Rebook, Nintendo e Rambo. Un giorno così scappa di casa per andare nel bosco assieme al suo amico Renato che sembra un dirigente di partito vecchio stampo che vuole rifondare i Pionieri, i campi scout comunisti che non esistono più da tempo. A loro si unisce anche Vittorio, un coetaneo dal carattere aggressivo e sul posto incontrano Margherita anche lei fuggita dalla madre, militare nella vicina base statunitense. Luca Scivoletto, al suo primo film di finzione, porta sullo schermo il suo romanzo omonimo pubblicato per Fandango nel 2019. I pionieri è un film di formazione che ha il respiro dei teenager movie statunitensi con un tocco fantasy. Si avverte l’eco lontano di I Goonies e Stand By Me combinato con tracce autobiografiche dello stesso regista. L’idealismo, i sogni, la dialettica convivono con i turbamenti adolescenziali di Enrico, reso autentico e spontaneo da Mattia Bonaventura attraversano un film sempre sul filo della nostalgia ma anche capace di raccontare con entusiasmo una pagina di storia italiana che scorre in dissolvenza con la storia privata.

Forse il fantasma di Berlinguer interpretato da Claudio Bigagli, un po’ come il Grillo parlante per Pinocchio, rischia di essere alla fine troppo presente in una storia dove i giovani protagonisti invece prendono per mano il film e lo portano via con loro, aiutati dalla sceneggiatura, insieme solida e leggera scritta dallo stesso regista assieme a Eleonora Cimpanelli e Pierpaolo Pirone. In più ha il merito di non cadere in tentazioni ecologiste come La crociata, il film meno convincente di Louis Garrel dietro la macchina da presa, ma gli interessa soprattutto lasciare il segno di un’esperienza irripetibile tra nottate in campeggio, rumore della pioggia e Polaroid. Sotto questo punto di vista I pionieri raggiunge il suo obiettivo senza cercare facili scorciatoie e riesce ad essere, contemporaneamente, originale e vitale.

Simone Emiliani – sentieriselvaggi.it

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