Non volere volare

Hafsteinn Gunnar Sigurðsson

Paura di volare? Nessun problema, l’agenzia Viaggiatori Impavidi organizza corsi per sconfiggere ogni timore e librarsi leggeri nel cielo. È la soluzione scelta da quattro intrepidi (aspiranti) viaggiatori. Cosa potrebbe andare storto? Quando anche il loro accompagnatore si troverà spiazzato per una sosta fuori controllo in Islanda, non mancheranno situazioni imprevedibili ed esilaranti…

Northern Comfort
Islanda/GB/Germania 2023 (97′)

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   Commedia pungente e surreale, il film racconta di un gruppo di viaggiatori che cerca di superare la propria paura di volare iscrivendosi a un corso per aerofobici. E se le nostre paure fossero il riflesso dei limiti che noi stessi ci imponiamo? Questa la premessa di Non volere volare che ci presenta un gruppo di persone, Sarah (Lydia Leonard), Edward (Timothy Spall), Coco (Ella Rumpf) e Alfons (Sverrir Gudnason) la cui paura di volare rappresenta solo la superficie di un disagio umano più profondo. Guidato alla volta dell’Islanda dall’inesperto Charles (Simon Manyonda) dell’agenzia Viaggiatori Impavidi per un volo andata e ritorno che dovrebbe rappresentare il passaggio finale del corso, il gruppo si ritroverà bloccato nella terra del ghiaccio e del fuoco a causa di un’improvvisa tempesta di neve. Un’occasione che costringerà tutti a fare i conti con una serie di assurdi imprevisti che permetteranno loro di fronteggiare la propria paura. In questo senso il regista sfrutta l’aerofobia come metafora per raccontare delle forme di malessere più radicate presentandoci dei personaggi che, con le loro ossessioni e insoddisfazioni legate a un’ansia tanto emotiva quanto sociale, ci parlano molto di noi e della nostra necessità di voler controllare ogni aspetto della vita. Un mindset che è possibile abbandonare soltanto superando quella comfort zone (sotto questo punto di vista è interessante che il titolo originale del film sia Northern Comfort, in riferimento al cocktail che viene offerto ai viaggiatori nell’hotel a cinque stelle in cui sono costretti ad alloggiare) e andando oltre quei limiti che, molto spesso, sono autoimposti. Non è quindi un caso che il paesaggio islandese, ripreso in modo tale da enfatizzarne il fascino e l’inospitalità, diventi il setting ideale per il dipanarsi di vicende grottesche e inverosimili sui cui – tra tutte, svettano i personaggi di Sarah ed Edward interpretati rispettivamente da una bravissima Lydia Leonard con un viso costantemente contrito e da un Timothy Spall che si aggira per i corridoi dell’hotel, lussuoso quanto asettico, portando con sé un pizzico di British humor. Una narrazione nervosa, messa in evidenza anche da una scrittura essenziale, da movimenti di macchina irrequieti e da un montaggio che frammenta la continuità degli eventi; scelte stilistiche che vogliono sottolineare il disagio dei personaggi mettendo in scena quella che, solo in apparenza, è una storia corale ma che in realtà è il viaggio (in tutti i sensi) di Sarah. È lei infatti che seguiamo fin dall’inizio e, attraverso i suoi occhi, esperiamo un’ansia nei confronti della vita che è anche un po’ nostra. Almeno fino alla liberazione finale in cui Sarah, finalmente, distende il suo viso e sorride.

Federica Marcucci – cinematografo.it

   Non volere volare ci presenta tutta una serie di personaggi accomunati dalla loro paura di volare. Sarah (Lydia Leonard) è una promotrice immobiliare il cui successo è dovuto al suo duro lavoro. Vuole sempre controllare tutto, è quasi un’ossessione per lei, ma una nuova importante variabile è entrata nella sua vita e teme che possa disturbare il fragile equilibrio che ha faticosamente costruito: è innamorata da quasi un anno di un padre single e si prepara a partire in vacanza con lui e sua figlia di sei anni. Edward (Timothy Spall) è un veterano traumatizzato. La sua paura di volare è, in un certo senso, il minore dei suoi problemi, ma agisce come un indicatore degli orrori del suo passato. Ha avuto un certo successo come autore di gialli e il suo servizio nell’esercito gli è valso un riconoscimento. Ma al centro del suo stato psicologico c’è un incidente tragico avvenuto durante la guerra delle Falkland… Quando le cose prendono una brutta piega durante il viaggio in Islanda, Edward cerca di prendere il controllo della situazione utilizzando metodi più adatti a un’operazione militare clandestina che a un corso sulla paura di volare. Alfons (Sverrir Gudnason) e Coco (Ella Rumpf) sono una coppia di influencer. Viaggiano per il mondo insieme e vivono quello che sembra essere una vita perfetta di lusso ed edonismo… Alfons, che è solo il “marito dell’influencer”, ha sviluppato di recente una paura di volare, ma la sua paura di volare potrebbe non essere piuttosto il risultato di una rabbia e di un risentimento repressi, in particolare verso la ricerca spietata del perfetto stile di vita di Coco? Charles (Simon Manyonda) è l’istruttore, ma è alle prime armi in questo campo. Vuole fare del bene e ha grandi ambizioni, ma la sua mancanza di esperienza in situazioni complesse lo porta a prendere decisioni inadatte…

Non volere volare è una commedia con al centro un gruppo di improbabili personaggi che non si sarebbero mai incrociati senza la loro paura dell’aereo in comune: i temi del controllo della paura e della vulnerabilità sono al centro del film”, ha spiegato il regista. “Le esperienze umane sono le fondamenta di tutto ciò che amo nel cinema: quella che racconto è un’avventura divertente ed eccentrica, una commedia assurda e un dramma umano con al centro personaggi unici”.

Pietro Cerniglia – thewom.it

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