È cosa risaputa: un bravo psicanalista deve rimanere impermeabile alle emozioni che gli scaricano addosso i suoi pazienti. Ma nel caso di Elia c’è il sospetto che con gli anni la lucidità sia diventata indifferenza e il distacco noia. Ieratico e severo, con un senso dell’umorismo arguto e impietoso, Elia tiene tutti a distanza di sicurezza: un’esistenza avara d’emozioni la sua, sublimata mangiando di nascosto gran quantità di dolci. Finché un giorno, a causa di un lieve malore, è costretto a mettersi a dieta e a iscriversi in palestra… Un racconto piuttosto brillante e piuttosto anomalo nel panorama della recente commedia italiana, un copione che, grazie a dialoghi orchestrati con brio e scioltezza, offre a Servillo l’occasione di prodursi con godibile, leggiadra autoironia nel ruolo di un «avaro» che finalmente impara a sciogliere i lacci dei sentimenti.
schede
Gangster Story
Le imprese, le fughe e la caduta di una leggendaria coppia di fuorilegge degli anni Trenta, Bonnie Parker (Faye Dunaway) e Clyde Barrow (Warren Beatty), a cui si uniscono il fratello di Clyde con la moglie (Gene Hackman e Estelle Parsons) e un ragazzotto appena uscito dal riformatorio (Michael J. Pollard): braccati e traditi dal padre del ragazzo, verranno accerchiati e dalle forze dell’ordine e barbaramente uccisi. Uno dei migliori film del regista e un caposaldo del genere gangster.
miglior attrice non protagonista (ESTELLE PARSONS)
miglior fotografia (BUNETT GUFFEY)
Le stelle di Celi
La vicenda sportiva ed umana di Marcello De Dorigo, grande campione dello sci da fondo degli anni ’60, il primo atleta centroeuropeo che è riuscito a battere gli sciatori nordici in una disciplina sport che, tradizionalmente, costituiva un loro appannaggio. Durante un allenamento invernale in Svezia De Dorigo, rimasto solo, si perde però nel bosco; dovrà affrontare la prova più difficile della sua vita: riuscire a sopravvivere.
Ritratto di famiglia con tempesta
Il premiato autore Ryota, si crogiola nei fasti del proprio passato di successo sprecando il denaro guadagnato, riuscendo a malapena a mantenere suo figlio. Dopo la morte di suo padre, la madre anziana e la bella ex moglie sembrano essere riuscite ad andare avanti con la propria vita. Ryota decide di riallacciare i rapporti con la famiglia, diffidente all’inizio, cercando di riprendere in mano le fila della propria esistenza ma soprattutto di dare una sicurezza al futuro di suo figlio. Poi, in una notte di tempesta, a tutti loro verrà data l’opportunità di riallacciare un nuovo, sincero legame. Una delicatissima coreografia di personaggi, dialoghi e sentimenti: dall’amarezza dei rimpianti sboccia il senso di una realtà nuova (di affetti e identità) più profonda. Magistrali la scelta dei piani, il procedere quasi circolare, le singole personalità, gli attori, i ‘luoghi’ del quotidiano. C’è l’eredità di Ozu
I Am Not Your Negro
Nel 1979, James Baldwin scrive una lettera al suo agente in cui descrive il progetto letterario “Remember This House”, un libro rivoluzionario, un racconto personale della vita e degli omicidi di tre dei suoi amici più stretti: Medgar Evers, Malcolm X e Martin Luther King, Jr. Tuttavia, al momento della morte di Baldwin, avvenuta nel 1987, lo scrittore lascia solo trenta pagine complete del suo manoscritto. Con questo documentario, il maestro del cinema Raoul Peck mette in scena il libro che James Baldwin non ha mai terminato: nulla meglio del cinema può raccontare l’immaginario americano, il profondo sentire di una nazione, e allora ecco che, alle tesi di Baldwin, fanno da puntuale riscontro spezzoni di film, spesso famosissimi, che esplicitano la natura del complesso rapporto tra bianchi e neri in Usa e che compongono il tessuto di un documentario potente e definitivo.
La tenerezza
Sentimenti che si incrociano tra il sorriso e la violenza. Un padre e i suoi figli non amati, un fratello e una sorella in conflitto, una giovane coppia che sembra serena. E i bambini che vedono e non possono ribellarsi. La storia di due famiglie in una Napoli inedita, lontana dalle periferie, una città borghese dove il benessere può mutarsi in tragedia, anche se la speranza è a portata di mano. Amelio torna a riflettere sul rapporto tra padri e figli e sul difficile dialogo tra generazioni in uno dei suoi film più intimi, schiudendo le porte di un mondo misterioso e poetico.
4 NASTRI D’ARGENTO: film, regista, attore protagonista, fotografia
Le donne e il desiderio
Polonia, 1990. L’aria del cambiamento è sempre più presente nel Paese, il popolo polacco ha appena vissuto il primo, euforico anno di libertà, ma sono ancora molte, però, le incertezza per il futuro. Su questo sfondo si svolgono le vicende di quattro donne di età diverse, apparentemente felici ma desiderose di cambiare finalmente la loro vita, lottare per raggiungere la felicità e soddisfare i propri desideri. Agata, giovane madre intrappolata in un matrimonio infelice; Renata, un’insegnante affascinata dalla vicina di casa Marzena, una solitaria ex reginetta di bellezza; Iza, una preside innamorata del padre di un’alunna della sua scuola… Storie che si aprono una nell’altra come Matrioske per raccontare, dopo la caduta del regime comunista, una sessualità repressa che ora vuole esplodere. Quattro squarci sulla complessità e le contraddizioni di una vita dove le conquiste sociali non vanno di pari passo con i bisogni personali.
ORSO D’ARGENTO PER LA MIGLIOR SCENEGGIATURA AL 66° FESTIVAL DI BERLINO (2016)
Victoria
La notte sta per finire e, in un locale, Victoria, una ragazza di Madrid, conosce quattro ragazzi di Berlino: Sonne, Boxer, Blinker e Fuss. Qualcosa tra Sonne e Victoria scatta immediatamente. Il tempo per il romanticismo, però, viene presto interrotto quando Sonne e i suoi amici sono costretti a ripagare un vecchio debito e Victoria, senza sapere bene a cosa stia andando incontro, si offre di aiutarli come autista. Quella che era iniziata come una folle avventura, diventa rapidamente un incubo: niente va come previsto…
Un lungo pianosequenza notturno per le strade di Berlino, giocato sul filo di un’apparente improvvisazione: un film-evento che non è semplice virtuosismo ‘cinéphile, ma un action-crime movie che sorprende e affascina.
ORSO D’ARGENTO PER IL MIGLIOR CONTRIBUTO ARTISTICO AL 65° FESTIVAL DI BERLINO (2015)
Libere, disobbedienti, innamorate – In Between
Cosa fanno tre ragazze arabe a Tel Aviv? Fanno quello che farebbero tutte le ragazze del mondo: cercano di costruire il perimetro dentro cui affermare la propria identità. Amano, ridono, piangono, inseguono desideri, s’inciampano, si rialzano. Amano e ridono ancora, magari bevendo, fumando canne e ballando, in attesa dell’alba. Tre amiche divise dalle pulsioni e rese gemelle dalla necessità di essere forti. Più forti di chi le tradisce, più forti di chi le giudica, più forti di chi le umilia. La regista, conterranea e complice, vi si riflette e costruisce una coraggiosa battaglia verso un’emancipazione vera e profonda: In Between mette in scena tipi femminili diversi dai soliti modelli, caratteri potenti e facce indimenticabili.
Il segreto
Irlanda. Roseanne McNulty è una donna molto anziana che ha passato più di cinquant’anni della sua vita in manicomio, a causa di un drammatico evento avvenuto nel suo passato. Durante gli anni vissuti in istituto, la donna ha affidato i propri ricordi in alcuni scritti dove accenna alla morte del figlio appena nato e al suo amore impossibile con l’aviatore Michael McNulty, caduto durante la Seconda Guerra Mondiale. Ora Rose deve essere dimessa dall’istituto che sta per essere demolito, e per valutare le sue condizioni viene chiamato il Dott. Green che, non convinto della motivazione ufficiale che ha portato la donna a essere rinchiusa nella casa di cura, decide di condurre delle ricerche per suo conto… Un film strutturato in alternanza tra presente e passato in cui Sheridan si avventura lungo le sponde di un mélo che racconta le contraddizioni dei sentimenti e gioca con i flashback nel più classico stile bon ton, componendo immagini di grande eleganza e chiedendo aiuto emotivo alla musica.