Lovers

Matteo Vicino

Quattro storie “simmetriche” che coinvolgono gli stessi cinque protagonisti in luoghi diversi, chiusi in una spirale. In questo cerchio concentrico di vite che si ripete all’infinito ha luogo Lovers, un film in cui amore, commedia, dubbio, sospetto e omicidio rappresentano le costanti della storia. Un plot originale per un’esperienza cinematografica giovane e intrigante.

ANTEPRIMA PADOVANA 14 febbraio 2018

Il Mattino di Padova (13 febbraio 2018)  – Il Gazzettino/Padova (14 febbraio 2018)

Italia 2017 – 1h 42′

I primi a vederlo sono stati gli spettatori americani del Buffalo International Film Festival, seguiti da quelli del festival di Fort Lauderdale, che gli hanno pure dato il primo premio per la regia. Poi è toccato ai portoghesi del Lisbon Festival, giudicandolo il miglior film della kermesse, così come hanno fatto gli inglesi del Crystal Palace Festival a Londra.
Sotto le Torri, nella città dov’è stato girato e dov’è cresciuto il regista ora alla sua terza opera, Lovers arriverà a marzo, grazie a Tiffany, il celebre marchio di gioielli, che sostiene le anteprime dell’opera a Bologna, Milano e Roma. Si tratta di una commedia, benché dal sapore agrodolce, con un cast di attori non alle prime armi (Primo Reggiani, la padovana Margherita Mannino, Luca Nucera, Antonietta Bello e il veterano Ivano Marescotti) che affronta un tema universale: la fatica delle relazioni contemporanee. Quattro storie con due coppie protagoniste, sempre interpretate dai quattro attori, che in ogni episodio cambiano personaggio e ruolo, in un gioco di specchi e rimandi. C’è il ricco senza cuore e l’attrice arrivista, la libraia romantica e lo scrittore di bestseller senza talento, l’intellettuale incompreso e la commessa del centro. Un catalogo di varia umanità che fa i conti con le stesse difficoltà: amarsi.

da La Repubblica.it


«A volte ho l’impressione che tra qualche anno le relazioni di coppia scompariranno: spero di no, ma mi pare si vada in quella direzione. Nella moltiplicazione di occasioni di conoscenza, abbiamo perso la capacità di costruire una relazione. Mi sono ispirato a David Lynch, i miei personaggi mutano identità, spiazzando lo spettatore che poi entra nel meccanismo e solitamente si fa catturare dalla trama…» (Matteo Vicino)



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