Buio

Emanuela Rossi

Stella, diciassettenne, vive con le due sorelle più piccole, Luce ed Aria, in una casa dalle finestre sbarrate dove il tempo sembra essersi fermato. Ogni sera il padre rientra e aggiorna le figlie con i racconti di un’Apocalisse ancora in corso, che continua a decimare l’umanità. Una sera, però, l’uomo non torna… Una storia di resilienza, liberazione e libertà.

Italia 2019 (89′)

 

Tre sorelle, Stella, Aria e Luce vivono rinchiuse in una casa dopo la morte della loro madre. Il padre esce ogni giorno per procurarsi il cibo in una realtà esterna che descrive come apocalittica in seguito ad una eruzione solare. Per loro e per le donne in genere il mondo sembra essere diventato off limits. Emanuela Rossi alla sua opera prima fa centro con una fiaba dark che, pur rispettando i canoni di genere, rivela alla base una necessità di narrazione non riducendosi ad un esercizio di stile. Va innanzitutto sgombrato il campo da qualsiasi tentazione di accostare la situazione di costrizione delle tre ragazze con l’attuale isolamento da pandemia. Ciò che è interessante qui è invece la dinamica che intercorre tra queste tre piccole donne e tra di loro e la più che ambigua figura paterna.
Rossi suddivide Buio in capitoli accompagnati da un titolo e dai disegni di Nicoletta Ceccoli che li introducono contribuendo a crearne il mood. Anche se è presente qualche elemento di prevedibilità questo è un film che va visto sapendo in anticipo il meno possibile sia sulla trama che sulle intenzioni dell’autrice che peraltro appariranno ben chiare al termine della visione. È importante piuttosto lasciarsi prendere dagli elementi messi in gioco anche scenograficamente per descrivere una condizione di costrizione in cui certi uomini vorrebbero costringere l’altro sesso sin dalla più tenera età. I tre nomi delle protagoniste parlano di ‘fuori’, di apertura, di respiro. L’esatto contrario di ciò a cui il padre le obbliga portando come alibi la condizione apocalittica del mondo esterno…

Giancarlo Zappoli –  mymovies.it

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