Il mistero Henri Pick

Rémi Bezançon

Chi è Henri Pick? Lo sconosciuto autore di un romanzo diventato un bestseller o un semplice pizzaiolo la cui la vedova giura non abbia mai scritto nulla più della lista della spesa? Sospettando un caso costruito a tavolino, il critico letterario Jean Michel Rouche, affiancato da Joséphin Pick, figlia di Henri, inizia a indagare… Fabrice Luchini ci regala un altro amabile personaggio, eccentrico e profondamente umano, in un film che è una dichiarazione d’amore ai libri e a chi ancora li legge.

Le mystère Henri Pic
Tunisia/Francia 2019 (88′)

…Avvincente e originale thriller letterario tratto dal romanzo di David Foenkinos, Il mistero Henri Pick è interpretato da un impeccabile Fabrice Luchini, icona del cinema francese, che ancora una volta ci regala un personaggio eccentrico e arrogante, intellettualmente snob, ma profondamente umano e fragile in un film che è una dichiarazione d’amore ai libri e a chi ancora li legge.

Alessandra De Luca – Avvenire


U
n film che stimola l’intelligenza e, allo stesso tempo, si segue come un giallo d’investigazione per vedere come va a finire? S’intitola Il mistero Henri Pica: mystery brillante dalla trama aperta a tutte le ipotesi, dove il reo da scoprire non è chi ha ucciso ma chi ha “scritto. (…) L’insolito soggetto, proprio in quanto privo di credibilità, offre al film ottime occasioni. Innanzitutto il duello verbale tra Rouche e Joséphine; la quale a un certo punto, per desiderio di verità, diventa il Watson dell’improvvisato Sherlock Holmes. Il ping-pong verbale tra i due è scoppiettante, pieno di riferimenti giusti senza supponenza (La lettera rubata di Edgar A. Poe; il racconto di Henry James Il carteggio Aspern). Poi, una trama coinvolgente, dove non sarà facile individuare il “colpevole”. Inoltre, una satira beffarda del milieu letterario, asservito al marketing e alla società dell’apparenza indipendentemente dal vero valore dei libri. Più che alla denuncia delle imposture, però, il film è interessato a mantenere il tono umoristico di un divertissement intelligente (meglio non perdere l’ultima inquadratura sui titoli di coda). Anche grazie al gioco di squadra della coppia Camille Cottin-Fabrice Luchini, visti insieme nella serie cult Chiami il mio agente.

L’attore si diverte un mondo a impersonare un “carattere” scettico e pungente; ma, in fondo, il più dotato di onestà intellettuale. Vero è che lo ha già fatto in una quantità di film: però la parte gli calza a pennello e, di volta in volta, la interpreta sempre meglio.

Roberto Nepoti – La Repubblica

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