Destini

Luciano Luminelli

La storia di un’amicizia che nasce tra i banchi di scuola negli anni ’70 in Veneto e che culminerà col rapporto sentimentale tra i figli dei protagonisti, attraverso un lasso di tempo pari a tre generazione, dagli anni ’50 fino ai nostri giorni.

Italia 2021 (85′)

I destini sono quelli di Mauro (Stefano Pesce) e Fabio (Simone Montedoro), amici ai tempi del liceo. Le vicende della vita li fa allontanare, poi si ritrovano e si perdono ancora. Ma questa volta, a distanza di anni – il film è ambientato in parte negli Anni Cinquanta, in parte nei Settanta e ai giorni nostri – ci sono le famiglie, i figli. E i rapporti complicati, che si intrecciano. Proprio come destini. È questa in sintesi la storia che Luciano Luminelli, romano, ma con radici lucane (da parte di madre, aviglianese) architetto e soprattutto regista cinematografico, ha voluto raccontare nel suo ultimo film. Destini è una storia emozionante ed evocativa che racconta ed esprime i profondi sentimenti e il senso di apparenza, toccando temi del sociale importanti come la disabilità, l’omosessualità e l’amicizia. Questo è il tema principale che si snoda per tutta la durata dell’opera. Il film è ambientato quasi esclusivamente in Veneto e si snoda tra le città di Treviso, Padova, Cittadella, Asiago, Villorba con una piccola parte ambientata anche a Roma. È qui che, tra i banchi di scuola negli anni ’70 nasce l’amicizia tra i due protagonisti che culminerà col rapporto sentimentale tra i figli dei protagonisti.


“Destini tocca tre temi: l’amicizia,che è universale, è basica. Lo sarà sempre. Poi la disabilità e l’omosessualità. Sono tre tematiche che oggi creano discussione. Io nel film le ho sfiorate, ho cercato di toccarle con delicatezza per farle arrivare alla gente… La scelta delle location è arrivata casualmente. Quando ho portato in giro il film precedente, Una Diecimilalire , ho girato tutta l’Italia. A Padova sono arrivato quasi alla fine della promozione. Le autorità, entusiaste, mi hanno proposto di adattare il mio prossimo film a quel territorio. Non mi sono fatto pregare: ho trovato un territorio fertile. Il Veneto è bellissimo, meraviglioso: città palladiane, ricche. Il salto geografico dalla Basilicata del film precedente al Veneto è stato importante e poi ho trovato persone sensibili per il proprio territorio.” (L. Luminelli)

Emilio Chiarozzo – storieoggi.it

Luciano Luminelli torna, dopo il suo Una diecimilalire, con un film ambientato in Veneto e girato tra Roma, Padova, Cittadella e Asiago (…) avviando quello che, nelle sue parole, è solo il primo capitolo di una serie di film che promuoveranno il Veneto da lui diretti. Destini è un film che mira a fare della diversità la normalità, grazie alla forza del sentimento e facendo di questo il vero protagonista del racconto, capace di superare ogni barriera (da quelle architettoniche a quelle sentimentali). Quella raccontata da Luminelli e perfettamente riassunta nel titolo Destini, che vede tra i protagonisti, oltre a Stefano Pesce e Simone Montedoro, anche Sebastiano Somma, Nando Irene, Sabrina Knaflitz, Barbara Livi, Chiara Tascione e Luca Telese, è una vicenda che s’infittisce di vari elementi, tutti perfettamente concentrati in un’ora e trenta: il tema della diversità nel suo senso più ampio, il tradimento, l’amicizia, la speranza, ma soprattutto l’amore (per il proprio partner, per il proprio lavoro, ma soprattutto per i figli).
Mauro Brancati (Stefano Pesce) è un giallista in cerca di ispirazione per il suo prossimo romanzo, quello che deciderà le sorti della sua carriera di scrittore. Mauro è marito e padre di due figli, un maschio e una femmina, ma ultimamente il suo rapporto è compromesso dal suo ambiguo comportamento che lo vede dover reggere le fila di una relazione segreta con Barbara, che presiede la casa editrice che pubblica i romanzi dello scrittore vittima del famoso “blocco”. Ritrovatosi, a distanza di trent’anni, col suo amico d’infanzia Fabio (Simone Montedoro), anch’egli con moglie e prole al seguito e una relazione tentennante, Mauro verrà invitato da Fabio a trascorrere le vacanze di Natale nella sua casa ad Asiago, sull’altopiano, dove probabilmente Mauro potrà ritrovare l’ispirazione necessaria. Il trascorrere dei giorni porterà alla luce i diversi scheletri nell’armadio dei vari personaggi. Ben tre generazioni, in un racconto segmentato in due spazi arco-temporali e che ha il suo nido nel suggestivo altopiano..

Nico Parente – ciaocinema.it

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