Confine tra Bulgaria e Turchia: Kamal è un giovane iracheno che sta cercando di entrare in Europa a piedi. Ha nello zaino un passaporto, alcune foto di famiglia, dei fogli con degli appunti e dei numeri di telefono per quando arriverà in Europa. Braccato dalla polizia bulgara e dai “Cacciatori di Migranti” si rifugia in una folta foresta, che diventa un mondo a parte, dove le leggi non hanno alcun valore e la vita si tramuta in una lotta per la sopravvivenza.
Italia 2021 (75′)
Cosa passa nella testa di un migrante che cerca disperatamente una meta? Cosa prova, cosa fa durante la sua fuga? Forse troppo abituati a pensare in termini di accoglienza, di politica, di numeri e di bisogni, si resta senza fiato di fronte al breve ma intensissimo film del trentacinquenne Haider Rashid.
Figlio di padre iracheno e madre italiana, il regista si è ispirato proprio al genitore, entrato in Europa attraverso la Bulgaria per sceneggiare (con Sonia Giannetto) non tanto un percorso quanto un’esperienza. Dopo un breve incipit, in cui il protagonista riesce a fuggire alla polizia di frontiera tra Turchia e Bulgaria (a cui forse è stato venduto con i suoi compagni di sventura proprio da chi doveva portarli in salvo), vediamo Kamal solo che fugge tra boschi sconosciuti. Con la macchina da presa incollata al volto del ragazzo, la regia riesce a farci entrare nella sua paura, nel suo smarrimento, nelle decisioni che è costretto a prendere per fuggire ai “cacciatori di migranti”. Trasformando l’esiguità di mezzi in forza espressiva, la (giusta) pochezza di dialoghi in elemento di comunicazione, il film ci racconta quello che tutti finiscono per dimenticare: la paura e la sofferenza di chi fugge.
Paolo Mereghetti – iodonna.it
Destinazione Europa. L’italo-iracheno Haider Rashid porta alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes il suo nuovo film di finzione (realizzato otto anni dopo Sta per piovere e i due documentari Street Opera e No Borders, del 2015 e 2016).
Il giovane Kamal (Adam Ali) è scappato dall’Iraq per cercare di entrare nella “Fortezza Europa”. Al confine tra Turchia e Bulgaria, mercenari locali cacciano ferocemente i migranti. Da solo nella foresta, Kamal ha tre giorni per fuggire. Un’apnea lunga poco più di un’ora: il lavoro di Rashid, nato e cresciuto a Firenze da padre iracheno e madre italiana, restituisce in pieno l’angoscia, la paura, il senso di smarrimento, quell’a tu per tu costante con la morte che ogni migrante vive sulla propria pelle. Kamal sta provando a raggiungere l’Europa a piedi, lungo la cosidetta “rotta balcanica”: catturato dalla polizia di frontiera riesce a fuggire, nascondendosi dentro un’interminabile foresta, un luogo dove le regole e le leggi non esistono più.
Europa è un survival movie che mette lo spettatore nelle stesse condizioni del suo protagonista: una mezza soggettiva asfissiante e cupa, vissuta nel buio di un mondo dove “restare umani” sembra non essere più contemplato.
Dedicato alle sue nonne, Anna e Nazahat, il film di Haider Rashid si chiude con un cartello a sfondo nero che raccoglie la testimonianza di un migrante afgano, Khamran Khan: “Abbiamo attraverso la Bulgaria a piedi, per cinque giorni e cinque notti. Soprattutto le notti, attraverso le foreste, per paura di essere arrestati. All’inizio il gruppo era molto più numeroso. Abbiamo perso molti di loro in Bulgaria: si sono persi nel buio. Non sappiamo dove siano e se siano ancora vivi”.
Gian Luca Pisacane – cinematografo.it