Nessuno deve sapere

Bouli Lanners

Nell’isola di Lewis in Scozia Phil, che ha perso la memoria in seguito a un ictus, incontra Millie che lo assiste e gli confida che, prima della malattia, loro due avevano una relazione segreta. Ora, per Phil e Millie è l’occasione per una nuova vita, ma ci sono tante cose da chiarire.

L’ombre d’un mensonge
Francia/Belgio/Gran Bretagna 2021 (99′)

Con il suo nuovo film Nessuno deve sapere, il cineasta belga Bouli Lanners si cimenta per la prima volta in un singolare doppio esercizio che gli riesce con tatto e precisione, offrendo nel contempo un toccante ritratto di donna e una storia d’amore, né dramma, né commedia romantica, solo una storia d’amore bellissima e vera. Di quelle che cambiano per sempre la persona amata. Millie non solo avrà conquistato l’amore, ma avrà anche guadagnato la libertà di diventare chi sogna di essere, la capacità di permettersi di essere felice. Se troviamo l’arte della composizione pittorica e la malinconia che abbiamo già incontrato nei precedenti film del regista, scopriamo anche una delicatezza infinita e un romanticismo ben affermato. Questo romanticismo è tanto più toccante perché coinvolge due anime ammaccate…e.

Aurore Engelen – cineuropa.org

Cinquantenne corpulento e tranquillo, il belga Phil vive in una remota isola dell’arcipelago delle Ebridi, in Scozia, lavorando per una famiglia di agricoltori. Colpito da un ictus, sopravvive ma perde la memoria e una volta tornato a casa viene accudito da Millie, figlia del suo datore di lavoro. Dolce e sola, Millie aiuta Phil a ricostruire le sue relazioni e poco alla volta gli rivela, mentendo, che prima dell’ictus loro due erano amanti. L’amore fra i due sboccia, ma sopraffatta dal senso di colpa Millie si sottrae. Con il graduale recupero della memoria, Phil capisce di essere stato ingannato, ma nonostante ciò non rinuncia a Millie e alla nuova vita che è riuscito a costruirsi sull’isola. Coproduzione belga, inglese e francese, il settimo film da regista di Bouli Lanners è una storia d’amore atipica e minimalista, in cui il dramma è abilmente assorbito da atmosfere dolci e malinconiche. Fin dal titolo, Nessuno deve sapere gioca con le attese dello spettatore e con i luoghi comuni legati ai generi a cui fa riferimento. Tutte le premesse del racconto appartengono prima di tutto al melodramma: l’ambientazione su un’isola remota dalla natura selvaggia; una comunità chiusa, con le proprie abitudini e la cupezza tipica del nord protestante (la domenica in chiesa le donne indossano il cappello e il prete parla di peccato); l’estraneità del protagonista alle tradizioni locali; le malelingue nei confronti di una donna matura e sola… Allo stesso modo, le caratteristiche di Phil – il suo misterioso passato mai nominato, il silenzio sulle ragioni che lo hanno portato sull’isola e poi la sua amnesia – sono tratti tipici del noir pronti a esplodere in qualsiasi momento, come se il film potesse trasformarsi in una sorta di A History of Violence… L’abilità di Bouli Lanners – anche interprete di Phil – consiste proprio nel gestire l’ingombrante materia narrativa del suo racconto, da cui distilla la semplice storia d’amore di un uomo e una donna non più giovani ma capaci di costruirsi una nuova vita. Il film non indugia nemmeno nel sentimentalismo, né quando unisce i due protagonisti né quando li separa. Nessuno deve sapere, con il suo titolo così mélo (e quello francese lo è ancora di più: L’ombre d’un mensonge, l’ombra di una menzogna), sceglie in realtà di ammortizzare ogni possibile tensione legandosi alla grazia dei personaggi: non solo di Phil e Millie, lui così grosso e buono, lei solo in apparenza fredda e distante (a interpretarla è l’intensa Michelle Fairley), ma anche di Brian, nipote di Millie e amico di Phil, che si affeziona a un cane di cui si è smarrito il padrone, e di Angus, austero capofamiglia che rivela un animo da brav’uomo. La stessa apparizione sull’isola di un pezzo della vecchia vita di Phil, nel momento in cui l’uomo ha recuperato la memoria, non è altro che una falsa pista: il destino ineluttabile del melodramma (e viene in mente un vecchio film ambientato su un’isola, La sposa nella tempesta di Wyler, 1931) in Nessuno deve sapere diventa semplicemente un passato con il quale fare i conti e dal quale ricominciare. Senza strappi o drammi. E a dimostrazione di come l’amore fra Phil e Millie sia qualcosa di giusto e prezioso, anche la piccola bugia di lei finisce per diventare paradossalmente un dono, e non un peccato come forse il prete vorrebbe. Nessuno deve sapere è un film sulla vita, anche se inevitabilmente fa i conti con la morte. È attraversato da una serenità ammirevole, da uno stile compassato che lo rende un’opera umile, tradizionale ma raffinata, dove anche l’impeto delle onde del Mare del Nord accoglie la triste vicenda di Phil e Millie, e lascia le cime tempestose ad altri racconti.

Roberto Menassero – mymovies.it

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