The Snow Woman

Tanaka Tokuzo

Lo scultore Shigetomo e il figlio Yosaku rimangono bloccati in una capanna a causa di una tempesta di neve. Qui vengono assaliti dalla terribile donna delle nevi. Questa, invaghitasi di Yosaku, decide di risparmiarlo a patto che non racconti mai quello che ha visto. Un giorno, una misteriosa giovane donna conquista il cuore di Yosaku. Tutto sembra andare bene, ma uno sfortunato incidente mette in discussione il futuro.

 

Giappone 1968 (80′)

UDINE – Il film si ispira ad un’antica leggenda presente già nella raccolta del 1904 Kwaidan. Storie spaventose dal Giappone di yokai, fantasmi e demoni. Nella sua versione più nota la donna della neve incontra due taglialegna che avevano trovato riparo in una grotta e, con il suo soffio gelido, uccide il più anziano, ma risparmia il più giovane, a condizione che non riveli a nessuno ciò che ha visto, pena la morte. In seguito, trasformatasi in una giovane e affascinante donna, sposerà il giovane, dal quale avrà anche dei figli. Una notte però lui le racconterà la sua avventura, per cui lei infuriata lo risparmierà soltanto per i figli, ma dopo aver ripreso le sue sembianze mostruose, sparirà nella notte.

    The Snow Woman di Tanaka Tokuzo, girato interamente in studio, si discosta leggermente dalla versione corrente della storia. I due taglialegna sono due scultori, un maestro e il suo giovane apprendista, che nei boschi cercano un albero in cui si possa intagliare la statua della dea Kannon. La donna delle nevi si trasforma in una giovane dolcissima, che usa le sue conoscenze delle erbe per curare i bisognosi, sostiene ed incoraggia il marito nel suo lavoro ed ama teneramente il figlioletto. Questa trasformazione è resa pienamente credibile dall’interpretazione di Fujimura Shiho, perfetta tanto nelle scene inquietanti in cui congela le sue vittime con il suo respiro gelido e il suo sguardo “raggelante”, quanto nel ruolo di moglie e madre amorevole, capace di illuminare e fare sacrifici in un mondo duro ed egoista.

Quando la situazione precipita, la scelta di Tanaka è quella di privilegiare ll registro drammatico rispetto a quello horrorifico. La volontà di uccidere il marito per aver disatteso la promessa viene annullata dall’amore per il bambino, e sarà lei a diventare una vittima, perchè costretta ad abbandonare la casa, il marito, il figlioletto. Il castigo si abbatterà quindi su di lei, destinata a ritornare prigioniera in eterno delle distese innevate, nelle quali scomparirà dopo aver rivolto al marito uno sguardo compassionevole, proprio quello che lui non riusciva a trovare come modello per la statua della dea che stava scolpendo. Lo sguardo della yuki-onna da strumento di morte diventerà strumento di salvezza. Per la sua atmosfera inquietante, la bellissima fotografia e l’interpretazione intensa di Fujimura il film è un vero gioiello del genere.

Cristina Menegolli – MCmagazine 103

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