Sofia

Meryem Benm'Barek

Casablanca, oggi. Sofia ha 20 anni e, poiché nubile, ha cerca di tenere nascosta la propria gravidanza; ma dopo il parto la ragazza è costretta ad affrontare la situazione: avere un figlio al di fuori del matrimonio è infatti severamente proibito dalla legge… Il film affronta una vicenda a dir poco spinosa, per tematiche e implicazioni culturali, con pudore, verosimiglianza psicologica e senso della misura. Premio per la miglior sceneggiatura al Festival di Cannes 2018 nella sezione Un Certain Regard.


Francia/Qatar/Belgio 2018 (85′)
CANNES 71 – Un Certain Regard: miglior sceneggiatura 


  Da una regista marocchima un piccolo film, assai acuto e per niente scontato, che è stato una delle sorprese di Cannes 71. Giustamente premiato dalla giuria di Un certain regard, la sezione seconda del festival dov’era in programma, per la sceneggiatura. Sceneggiatura che incontestabilmente è il punto di forza – anche le giurie qualche volta ci azzeccano – di Sofia. Un film che sarà visivamente e stilisticamente abbastanza medio e senza guizzi, ma certo assai efficace nel raccontarci e dipanare davanti ai nostri occhi una storia spiazzante. Una di quelle trame di vite qualunque dove si celano segreti inconfessati e dove tutti ingannano tutti, e vittime e sopraffatori, soccombenti e vincitori si scambiano le parti: quelle trame complesse e ambigue di cui l’iraniano Asghar Farhadi è il maestro. A leggere la sinossi servita sul sito di Cannes 2018 Sofia non prometteva niente, se non il solito racconto appassionato ma inesorabilmente didascalico e di denuncia, e ancora meno promettono le parole apposte a inizio film ove si ricorda come in Marocco (che peraltro ha la legge di famiglia più avanzata – o meno arretrata – del mondo arabo) i rapporti sessuali al di fuori dal matrimonio siano puniti fino a un anno di reclusione. Ecco, ci si dice trattenemdo a stento uno sbadiglio di noia, il solito nobile e necessario ma prevedibile film sulla condizione femminile disagiata in contesti patriarcal-maschilisti. Invece Sofia grazie a Dio dopo una partenza che sembra confermare in pieno il cliché imbocca altre strade più tortuose e drammaturgicamente interessanti. Sofia, 20 anni, di una famiglia medioborghese di Casablanca, non sposata, non fidanzata, rimane incinta. Se ne accorge solo la cugina medico, che cerca naturamente di proteggerla e tenere nascosta la gravidanza. Ma quando Sofia dovrà correre in ospedale a partorire, la verità salterà fuori. E allora comincia la caccia al padre. Perché è necessario, vitale, che lui e Sofia si sposino al più presto per non rischiare entrambi una condanna penale, e le famiglie l’onta. Il film procede davvero in un crescendo intricatissimo alla Farhadi svelando verità nascoste e menzogne, cortocircuitando e opponendo borghesia e proletariato come nel classico Una separazione del regista iraniano. Pur collocandosi dalla parte della sua protagonista, Sofia non tace contraddizioni, manipolazioni e inganni mostrando una verità plurale, mai a una sola direzione. Un tagliente e disincantato film che mostra come la scarsità di mezzi a disposizione non sia un impedimento al buon cinema. A patto naturalmente che si abbiano idee e cose da dire, e uno sguardo differente sul mondo.

Luigi Locatelli – nuovocinemalocatelli.it

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