Shadows

Carlo Lavagna

Un viaggio nella mente di due sorelle, Alma e Alex, che vivono in un futuro non precisato in cui il sole è diventato una minaccia. Chiuse al buio in un albergo abbandonato, sono spinte dalla madre a non uscire mai di giorno. Ma c’è davvero da avere paura del mondo esterno? Usando la distopia per raccontare la difficoltà di lanciarsi nel mondo esterno di due giovani donne, il thriller psicologico di Carlo Lavagna cerca di rielaborare il genere in modo personale, raccontando una storia classica da un punto di vista diverso.

Italia/Irlanda 2020 (100′)


 Girato in Irlanda e recitato in lingua inglese, Shadows non è un film italiano che scimmiotta gli americani, ma una pellicola perfettamente consapevole della storia del nostro cinema e cerca un anello di congiunzione con i nostri grandi maestri dell’orrore che si tinge di thriller psicologico, da Dario Argento a Mario Bava e Lucio Fulci. Girare in inglese, con attrici straniere e un respiro internazionale è soltanto un tornare a credere nella potenza del genere, in cui siamo stati geniali negli anni ’70 e ’80. Se la confezione in questo senso si potrebbe quindi definire quasi classica, i temi al centro della pellicola, presentata in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2020 nella sezione Alice nella città, sono quanto mai attuali.
Siamo in un futuro imprecisato, in cui la luce del sole è diventata letale: una madre (Saskia Reeves) cerca di proteggere le figlie, Alma (Mia Threapleton, figlia di Kate Winslet) e Alex (Lola Petticrew), tenendole chiuse in un albergo abbandonato. Insegna loro a cacciare e ricavare medicinali dalle piante, ma anche la natura nasconde insidie: nei boschi ci sono delle ombre minacciose, forse tanto quanto i raggi solari. Chiuse al buio, le due ragazze hanno a disposizione poco con cui fare esperienza dell’esistenza: ecco quindi che un quadro appeso al muro o un cucchiaino di miele diventano tesori preziosi. Ormai adolescenti, cominciano ad avere dei dubbi: il mondo esterno fa davvero così paura?


La storia di Shadows non è nuova: senza andare a scomodare l’opera di M. Night Shyamalan, anche solo pensando all’Italia è arrivato in questi mesi un film molto simile, ovvero Buio di Emanuela Rossi, con protagoniste tre sorelle che vivono chiuse in casa dopo la morte della madre. (…)  Anche Shadows è tutto proiettato sulle due protagoniste. La domanda che Alma e Alex si fanno non è tanto cosa c’è là fuori? Ma: perché mi fa paura cosa c’è là fuori? Un cambiamento di prospettiva che è il cuore del film. Chi cerca in Shadows soltanto l’azione, o il colpo di scena eclatante, resterà probabilmente deluso. Chi invece, almeno una volta nella vita, si è perso nei meandri delle proprie paure e insicurezze entrerà in connessione con le due ragazze. Quasi come Jack Torrance in Shining, la madre delle sorelle è allo stesso tempo materna e matrigna: insegna loro a usare le armi per procacciarsi il cibo e difendersi, le istruisce in chimica e biologia, ma poi vuole tenerle chiuse con sé, separate dal mondo.

In Alma e Alex presto si insinua il dubbio, proprio grazie alle nozioni che hanno appreso, che la realtà sia diversa da come è stata presentata loro. Sanno come è fatta la mela, sanno dove si trova e che è pericolosa. Eppure la tentazione di assaggiarla è fortissima: la conoscenza è un’arma potente, l’unica in grado di dare il coraggio per superare la paura. Alma e Alex sono complementari: più cauta una, più spericolata l’altra. Una ubbidiente, l’altra ribelle. A bloccarle è il timore, l’insicurezza, l’idea che è stata inculcata loro di non essere abbastanza forti per affrontare il mondo esterno. E invece hanno tutto ciò che serve per scoprire il loro posto al sole nel mondo. Devono soltanto trovare il coraggio di lanciarsi.

Valentina Ariete – movieplayer.it

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