…E tutti risero

Peter Bogdanovich

New York. I detective privati John Russo (Ben Gazzara) e Charles Rutledge (John Ritter), specializzati nel pedinare mogli fedifraghe, finiscono per innamorarsi di Angela (Audrey Hepburn) e Sam (Patti Hansen), due donne su cui dovevano indagare.


They All Laughed
USA 1981 (115′)

Peter Bogdanovich, raffinato regista della New Hollywood specializzato nella rievocazione di generi e atmosfere della Hollywood classica, ci prova ancora, riproponendo negli anni’ 80 una screwball comedy in pieno stile Howard Hawks, genere nato nei ’30 e caratterizzato da dialoghi frizzanti, comicità in bilico tra slapstick e commedia sofisticata, guerra dei sessi e atteggiamento dissacratorio verso la famiglia e il matrimonio. Qua e là si (sor)ride, anche se al cineasta statunitense l’operazione era riuscita meglio dieci anni prima con Ma papà ti manda sola? (1972)…

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Alcuni anni fa, due mostri sacri della regia come Quentin Tarantino e Wes Anderson inserirono tra i propri film preferiti …E tutti risero di Peter Bogdanovich, sorprendendo critici e appassionati. Capita spesso che un insuccesso commerciale salga alla ribalta come “cult” dopo simili investiture. Per circostanze straordinarie, tragiche o paradossali, alcuni di questi film diventano addirittura leggendari. È il caso di …E tutti risero, condannato a un titolo beffardo dai tristi eventi che ne hanno costellato la realizzazione e impedito, di fatto, la diffusione. Una commedia romantica che parla d’amore con tenerezza e leggerezza ma che, una volta conosciuta la sua storia, non può fare a meno di suscitare profonda tristezza. Il film ha come protagonisti degli investigatori privati di un’agenzia di New York con la poco professionale abitudine di innamorarsi delle donne che dovrebbero sorvegliare. Per due di loro, la situazione si complica: John Russo (Ben Gazzara) ha una relazione con la moglie di un diplomatico (Audrey Hepburn), mentre Charles Rutledge (John Ritter) perde la testa per una giovane donna (Dorothy Stratten) fatta pedinare dal marito geloso.

Audrey Hepburn stava attraversando un periodo difficile con il suo secondo marito, lo psichiatra Andrea Dotti, con cui era rimasta solo per loro figlio. Ben Gazzara era ormai vicino a concludere il proprio rapporto con la seconda moglie, l’attrice Janice Rule. Prima dell’inizio delle riprese, durante la realizzazione del film Linea di sangue (1979), Hepburn e Gazzara avevano avuto una storia, che era finita male: Gazzara si era infatti innamorato della modella Elke Krivat, che avrebbe poi sposato, e aveva iniziato le pratiche del divorzio dalla moglie. La tensione tra Hepburn e Gazzara, oltre a portare imbarazzo e tristezza sul set, compromise inevitabilmente la chimica tra i due personaggi, nonostante le eccezionali capacità degli attori.

La ventenne Dorothy Stratten era invece al primo ruolo di rilievo in carriera. A causa della precaria situazione economica familiare, aveva iniziato a lavorare in un locale a soli 14 anni. Qui aveva incontrato Paul Snider, un impresario più vecchio di lei di nove anni, con cui aveva intrapreso una relazione e che l’aveva introdotta nel mondo della rivista Playboy, dove sarebbe diventata Playmate dell’Anno 1980. Dopo i primi successi di lei, i due si erano sposati. Durante le riprese di …E tutti risero, la Stratten si legò sentimentalmente a Bogdanovich e i due andarono a vivere insieme. Nessuno poteva immaginare che le vicende del suo personaggio, che nel film tradisce il marito per poi lasciarlo per uno dei protagonisti, sarebbero state il preludio alla sua tragica fine. A riprese ultimate, sottovalutando la morbosa gelosia del marito (che era arrivato ad assoldare un detective privato per sorvegliarla), la Stratten decise di incontrarlo un’ultima volta per concludere gli accordi economici per la separazione. Durante questo incontro, Paul Snider la uccise sparandole con un fucile e, poco dopo, si suicidò. Era il 14 agosto 1980.

La pubblicità negativa provocata dalla tragedia limitò la distribuzione della pellicola. Bogdanovich non poteva accettare quella sorte per l’unico film da lui girato con la Stratten. Decise pertanto di acquistarne i diritti, pagando di tasca propria la riedizione. Arrivò a spendere cinque milioni di dollari, incassandone meno di uno: nel 1985 dichiarò bancarotta. Il flop al botteghino di …E tutti risero, insieme agli insuccessi di Cruising, I cancelli del cielo e Un sogno lungo un giorno, concluse il periodo degli Anni ’70 definito New Hollywood, durante il quale i film venivano gestiti completamente dai registi. Da allora, gli studios di Hollywood raramente finanziano dei film affidandone il pieno controllo ai registi. Bogdanovich descrisse il periodo della realizzazione del film e i tragici fatti legati all’omicidio della Stratten nel libro The Killing of the Unicorn, pubblicato nel 1984; la storia di Dorothy Stratten è raccontata nel film Star 80 (1983), di Bob Fosse.

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