Il piacere è tutto mio

Sophie Hyde

Nancy, insegnante in pensione, vedova, con alle spalle un matrimonio solido e rigoroso ma a cui è mancata una soddisfacente esperienza sessuale, si rivolge così a un’agenzia di gigolò attraverso la quale incontra Leo, giovane e affascinante. Leo sembra essere proprio l’uomo in grado di realizzare le sue fantasie. Ma nel corso degli incontri in una camera di hotel le dinamiche cambieranno…

Good Luck To You, Leo Grande
Gran Bretagna 2022 (97′)

   Scritto da una donna, Katy Brand, e diretto da una donna, Sophie Hyde, il film racconta gli incontri in una stanza d’albergo di una insegnante (di religione) in pensione con un giovane: vedova da tre anni, ha deciso di scoprire l’orgasmo che non ha mai provato col marito. Pagando un professionista del sesso. Tutto semplice? Naturalmente no, perché una vita di negazione della propria sessualità non si può cancellare in un paio d’ore e il film si diverte (e ci diverte) a seguire i dubbi, le paure e le titubanze che Emma Thompson sa restituire con la bravura che tutti le riconoscono. Così vediamo gli sforzi del gigolò per annullare timidezze e timori della donna, ma anche i tentativi di lei di rimandare quello per cui si trova in quella stanza, interrogando e incalzando il giovane come faceva con i suoi allievi. Si parla di orgasmi e di sesso a pagamento, di sensi di colpa e di desideri da liberare, sempre con quell’ironia e quella leggerezza che cancellano ogni possibile accusa di cattivo gusto, mentre Emma Thompson suona tutte le corde della sua bravura, ora insinuante ora reticente, ora provocante ora timorosa per arrivare, con il nudo full frontal della fine, a ribadire le esigenze di un corpo troppo a lungo dimenticato.

Paolo Merghetti – iodonna.it

 Il titolo del film è da intendere in senso letterale: Il piacere è tutto mio non è la solita rom-com sdolcinata, anzi. Si parla tanto, anzi tantissimo, per essere una commedia sul piacere femminile, sulla riscoperta della propria sessualità e sull’erotismo. Il che vuol dire, parafrasando per i più pudichi, che si tratta della ricerca della felicità in forma molto poetica e romanzata. La protagonista Nancy (Emma Thompson) è un’insegnante di religione delle superiori rimasta vedova due anni prima. Dopo 31 anni di matrimonio e zero – sì, zero – orgasmi, la signora ha pensato di prenotare un incontro con un professionista del mestiere, Leo Grande (Daryl McCormack). Sull’intera faccenda ci sono tonnellate di pregiudizi, sensi di colpa e informazioni un po’ datate. In fondo è una signora di mezza età con due figli che non frequenta (li paragona tranquillamente a un paio di «pesi al collo»), tanto tempo libero e la netta sensazione di aver sprecato gli anni migliori (e non solo a causa dell’inesistenze appagamento sotto le lenzuola). Ha tante (troppe?) domande e ci si chiede ad un certo momento se non abbia bisogno di una seduta di terapia piuttosto che di una sessione di ginnastica a letto con un gigolò. A Leo tutto questo sembra un po’ strano perché mai prima di questo incontro ha conosciuto una persona meno indecisa e più curiosa verso la pratica più antica del mondo. Ad un certo punto le dice: «L’orgasmo non è mica un uovo di Fabergè, la gente può averlo tutti i giorni». La fa facile lui che, anche se under 30, ha molta esperienza e pratica di quanto lei possa sognare in dieci vite. Nessuno dei due molla la presa, ciascuno per le proprie ragioni vuole andare fino in fondo e così, in un racconto che si svolge per la quasi totalità nelle quattro mura della camera di un hotel, si alterna il match verbale alla sperimentazione. Una premessa resta fondamentale: nel film si vede poca, pochissima pratica e tanta, tantissima teoria e qualcuno potrebbe ragionevolmente storcere il naso, viste le premesse. In realtà, a dispetto di come questa commedia viene venduta dal marketing, c’è ben poco di pruriginoso, ma tanto di proibito, se s’intende a livello sociale. I tabù sul piacere femminile, soprattutto nella terza età, sono purtroppo ancora saldamente in voga, quindi la volontà del film è quella di scardinarne qualcuno in maniera onesta, delicata e tenera. Resta in confini ben delineati, osa fino a un certo punto, lancia la provocazione e poi si tira indietro tra reticenza e una punta di retorica. Ma un merito va riconosciuto al progetto, ma soprattutto ad Emma Thompson che non manca certo di coraggio nel mettersi a nudo, fino in fondo, gloriosamente e con grande dignità. Chapeau!

Alessandra De Tommasi – vanityfair.it

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