Butch Cassidy

George Roy Hill

Wyoming, 1899. Butch Cassidy si rende conto che le banche non sono più un obiettivo vantaggioso per le future rapine della banda e con Sundance Kid, che anche al tavolo da poker si trova a far valere la sua fama di pistolero, torna a riunirsi ai suoi uomini a Hole in the Wall. Riappropriatosi del suo ruolo di leader, Butch guida l’assalto al treno della Union Pacific e, mentre lo sceriffo non riesce ad organizzare una spedizione per inseguire i fuorilegge, si rifugia con l’amico a casa di Etta Place, la donna di Sundance con la quale anche Butch ha un intenso rapporto d’amicizia. Un successivo attacco al treno non va come previsto: due della banda vengono uccisi e Butch e Sundance si trovano ad avere alle costole un drappello di uomini di legge messi sulle loro tracce dal padrone della ferrovia, il sig. Harriman. Braccati con ostinazione dal gruppo guidato da Joe Lefors e dalla guida indiana Lord Baltimore, i due sono costretti, per sfuggire alla cattura, a lanciarsi da un dirupo in un fiume impetuoso. Quando riescono alfine a tornare da Etta, Butch decide di trasferirsi con lei e Sundance in Bolivia, dove rifarsi una nuova vita. Una vita però fatta sempre di rapine, che li mette ben presto in difficoltà con la polizia locale. Una breve parentesi, in cui Butch e Sundance si propongono come guardie per il trasporto delle paghe, non riesce a risolvere la situazione così che Etta decide di tornare in America lasciando i due di nuovo alle prese con i furti nelle sperdute banche boliviane. Sarà durante una pausa nel piccolo villaggio di San Vincente che vengono individuati dalla polizia che li accerchia, appoggiata da una guarnigione dell’esercito. Il loro disperato farsi strada a colpi di pistola non potrà che avere un epilogo senza speranza.

Butch Cassidy and the Sundance Kid
USA 1969 (110′)

Western autunnale per antonomasia Butch Cassidy, che mentre racconta il crepuscolo delle gesta dei due banditi fotografa anche la deriva storica del genere. L’avventura non è più quella epica di eroi e antieroi e i toni dipingono un’amara commedia dove alla scanzonata partnership di Butch e Sundance si accompagna un’inesorabile presagio di sconfitta. E autunnale è anche il viraggio seppia con cui George Roy Hill incornicia il film, da quello schermo di una metalinguistica visione cinematografica in apertura, alle cartoline del diario di viaggio verso il Sud America, fino all’indimenticabile fermo-immagine conclusivo. Perché se le rapine al treno perdono di drammaticità (tra i comici intermezzi con il cassiere delle Union Pacific e l’esplosione che provoca una pioggia di banconote) e le scorribande tra le banche boliviane, ritmate dai sorridenti brani sonori di Bacharach, possono mantenere l’illusione di un amabile futuro, ciò che “fa testo” sono quegli implacabili inseguitori che sembrano far parte del paesaggio, minuscole figure in lontananza, punti luminosi sempre in movimento nella notte, spettri minacciosi che prendono voce nei pensieri di Butch anche nell’ultimo fatidico scontro a fuoco. Alla sfrontata vicenda pubblica dei due fuorilegge e alla loro memorabile amicizia virile fa da contraltare la loro parentesi privata, segnata dalla dolce presenza di Etta, dal suo amore per Sundance e dall’intima amicizia con Butch. Ed è proprio la sequenza di Etta e Butch in bicicletta, sulle note di Raindrops Keep Fallin’ On My Head, che resta nel cuore, provando a stemperare la realtà del tragico finale, tenuto in sospeso da quel mitico frame.

Ezio Leoni


quel “mucchio” di fuorilegge

  

 tra gli interpretiPaul Newman (Butch Cassidy), Robert Redford (Sundance Kid), Katharine Ross (Etta Place), Jeff Corey (sceriffo Rey Bledsoe), Strother Martin (Percy Garris)

NOTE:
lI nomi originali di Butch e Sundance erano Robert Leroy Parker e Harry Longbaugh, nati un anno di distanza l’uno dall’altro (1866 e 1867) e morti entrambi il 7 novembre 1908.
Butch Cassidy arrivò sugli schermi americani il 26 settembre 1969, quattordici giorni dopo l’uscita de Il mucchio selvaggio.
Il segno dei tempi nella rimodulazione del western agli inizi degli’70 si estrinseca qui nei dialoghi ammiccanti da commedia brillante, nella narrazione ripetitiva e disincatata dell’avventura boliviana, nella riprese al rallenti durante lo scontro nella spedizione delle paghe, nel siparietto in bicicletta sulle note della canzone di Bacharach, che ha fatto da precursore a tanti inserti musicali del cinema a seguire.
All’uscita del film l’attore di punta era certo Paul Newman, reduce da titoli come Il sipario strappato (1966) e Nick mano fredda (1967), mentre Robert Redford aveva appena segnalato la sua presenza divistica con A piedi nudi nel parco. L’accoppiata si rivelò vincente (quattro oscar: miglior sceneggiatura originale: William Goldman – miglior fotografia: Conrad Hall – miglior colonna sonora: Burt Bacharach – miglior canzone: Raindrops Keep Fallin’ on My Head). George Roy Hill la ripresentò sugli schermi quattro anni dopo con La stangata e stavolta gli oscar furono ben sette!
Indimenticabile, anche in questo ruolo, Katharine Ross, già meravigliosa Elaine l’anno prima in Il laureato. L’attrice, che aveva esordito proprio in un western nel 1965 (Shenandoah – La valle dell’onore), avrà una parte significativa in altro titolo importante del genere, sempre nel 1969. È lei ad interpretare Lola, la fidanzata di Willie Boy, il pellerossa in fuga della riserva in Ucciderò Willie Kid.
Troppo cinefilo individuare una doppia citazione di Truffaut? Ma come non ripensare, per il triangolo amoroso tra Butch, Sundance e Ellie, a Jules e Jim e come non ritrovare nella sequenza della giostra centrifuga a New York un riferimento a I quattrocento colpi?

FRASI:
Sundance a Butch: “Tu continua a pensare Butch. È la cosa che ti riesce meglio” – Butch: “Io vedo lontano, mentre il resto del mondo porta gli occhiali”
“Ma dicevi che tutti potevano sfidarti” – Butch: “Perché pensavo che non l’avreste fatto”
Butch a Sundance, prima del duello con Logan: “Non voglio essere poco sportivo ma se io muoio, ammazzalo”
Lo sceriffo Bledsoe, loro amico: “Siete due fuorilegge da strapazzo. Avete fatto il vostro tempo e morirete ammazzati. Potete solo scegliere dove…”
Sundance, dopo che per dimostrare al sig. Garris ha potuto sparare non prendendo la mira ma estraendo la pistola come gli è congeniale: “Sparo meglio quando mi muovo”
Nella sparatoria finale, Butch: “Tu quello lo chiami coprirmi?” – Sundance: E tu quello lo chiami correre?”

SEQUENZE:
Dopo la partita da poker, Kid mostra quanto è veloce…
La sfida tra Butch e Logan
La finta seduzione, pistola alla mano, che introduce l’incontro tra Etta e Sundance
La sequenza di Raindrops Keep Fallin’ On My Head
L’esplosione del vagone con la nuvola di banconote che avvolge i fuorilegge
L’arrivo del treno con gli uomini del sig. Harriman
il salto nelle cascata
L’inseguimento della polizia boliviana
La prova di abilità con la pistola richiesta dal sig. Garris a Sundance
L’uccisione (al rallenty) dei banditi boliviani
La disperata sortita finale con cui Butch e Sundance provano a rompere l’accerchiamento

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